Jannik Sinner, la profezia nera di Djokovic: "Una nuvola lo seguirà"

Jannik Sinner, la profezia nera di Djokovic: "Una nuvola lo seguirà"

Che cosa hanno in comune Jannik Sinner e Novak Djokovic ? Tralasciando lo straordinario talento tennistico, entrambi sono finiti al centro di una bufera "sanitaria". Il primo con la nota questione Clostebol , che lo ha tenuto fermo per tre mesi in questa stagione. Il serbo, invece, per le polemiche dopo il suo rifiuto a sottoporsi al vaccino da Covid-19 . All'epoca dei fatti, Nole fu criticatissimo e non poté disputare alcuni tornei, come l'Australian Open. Una vicenda che lo ha tormentato per anni e che potrebbe essere presa ad esempio dall'altoatesino. "La questione del doping è una nuvola che lo seguirà , così come la nuvola del Covid seguirà me ”, ha spiegato Djokoivc. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44943258]] Quando scoppiò il caos Clostebol, Djokovic denunciò "una mancanza di protocolli standardizzati e chiari”. E poi aggiunse: "Ci sono giocatori che aspettano da più di un anno che il loro caso venga risolto. Quindi il problema sono l’incoerenza e la mancanza di trasparenza . Sono stato davvero frustrato, come la maggior parte degli altri giocatori, dal fatto che siamo rimasti all’oscuro per cinque mesi. La maggior parte dei giocatori pensa ci sia del favoritismo . Sembra si possa quasi influenzare l’esito se sei un top player, se hai accesso ai migliori avvocati e a determinate risorse”. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44944951]]

Criminalità: Mattarella, 'Convenzione Palermo attuale ci interpella severamente'

Criminalità: Mattarella, 'Convenzione Palermo attuale ci interpella severamente'

Vienna, 11 nov. (Adnkronos) - "La Convenzione di Palermo, con i suoi Protocolli addizionali, nasce proprio dalla consapevolezza che il fenomeno della criminalità transnazionale, come tutte le altre sfide globali, può essere affrontato soltanto con un largo concorso di forze. Da qui deriva la sua perdurante attualità, a 25 anni dalla sua firma. Attualità che ci interpella severamente, a fronte dei risultati che ha saputo concretamente promuovere con riferimento a quella tensione morale, a quel sentimento del dovere, a quella determinazione che Giovanni Falcone riconduceva alla stessa dignità della persona". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo a Vienna, insieme all'omologo d'Austria, Alexander Van der Bellen, alle celebrazioni per il 25esimo anniversario della Convenzione delle Nazioni unite contro la criminalità organizzata transnazionale, adottata a Palermo nel dicembre 2000 e ratificata oggi da 190 Paesi. "Una Convenzione -ha ricordato il Capo dello Stato- che vide anche una forte volontà dell'Italia che aveva attraversato momenti di proterva aggressione da parte della criminalità organizzata. Restano impressi nella memoria collettiva, tra gli altri, i sanguinosi attentati del 1992 che costarono la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino e, insieme a loro, ai valorosi e coraggiosi agenti delle loro scorte". "Falcone e Borsellino –che ho avuto il privilegio di conoscere e sovente frequentare- avevano inferto alla mafia colpi di grande efficacia e di successo, disvelandone percorsi finanziari, collegamenti, debolezza sociale. Era l'inizio di una stagione connotata da nuove tecniche investigative: esemplificativo il metodo del sequestro e utilizzo a fini sociali delle ingenti risorse della criminalità organizzata. Quegli attentati -ha concluso Mattarella- furono l'atto finale di una mafia tracotante, che si riteneva capace di sfidare lo Stato e ne fu, invece, sconfitta".

Criminalità: Mattarella, 'Convenzione Palermo attuale ci interpella severamente'

Criminalità: Mattarella, 'Convenzione Palermo attuale ci interpella severamente'

Vienna, 11 nov. (Adnkronos) - "La Convenzione di Palermo, con i suoi Protocolli addizionali, nasce proprio dalla consapevolezza che il fenomeno della criminalità transnazionale, come tutte le altre sfide globali, può essere affrontato soltanto con un largo concorso di forze. Da qui deriva la sua perdurante attualità, a 25 anni dalla sua firma. Attualità che ci interpella severamente, a fronte dei risultati che ha saputo concretamente promuovere con riferimento a quella tensione morale, a quel sentimento del dovere, a quella determinazione che Giovanni Falcone riconduceva alla stessa dignità della persona". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo a Vienna, insieme all'omologo d'Austria, Alexander Van der Bellen, alle celebrazioni per il 25esimo anniversario della Convenzione delle Nazioni unite contro la criminalità organizzata transnazionale, adottata a Palermo nel dicembre 2000 e ratificata oggi da 190 Paesi. "Una Convenzione -ha ricordato il Capo dello Stato- che vide anche una forte volontà dell'Italia che aveva attraversato momenti di proterva aggressione da parte della criminalità organizzata. Restano impressi nella memoria collettiva, tra gli altri, i sanguinosi attentati del 1992 che costarono la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino e, insieme a loro, ai valorosi e coraggiosi agenti delle loro scorte". "Falcone e Borsellino –che ho avuto il privilegio di conoscere e sovente frequentare- avevano inferto alla mafia colpi di grande efficacia e di successo, disvelandone percorsi finanziari, collegamenti, debolezza sociale. Era l'inizio di una stagione connotata da nuove tecniche investigative: esemplificativo il metodo del sequestro e utilizzo a fini sociali delle ingenti risorse della criminalità organizzata. Quegli attentati -ha concluso Mattarella- furono l'atto finale di una mafia tracotante, che si riteneva capace di sfidare lo Stato e ne fu, invece, sconfitta".