Chardonnay trentino, il volto elegante dell'alta quota italiana
Il Trentino vive in equilibrio tra montagne e vigneti, ma oggi questo equilibrio sta cambiando. Il riscaldamento climatico sta modificando il volto del vino e l'altitudine, da sfida, è diventata una risorsa. Qui, dove la vite cresce fino a 800 metri, il fresco naturale delle valli alte è diventato un alleato prezioso per mantenere freschezza e identità. TUTTI GLI ARTICOLI DI "BEVIAMOCI SU" Negli ultimi trent'anni la temperatura media è aumentata di circa 1,5 gradi, con estati più lunghe e vendemmie anticipate di due settimane rispetto agli anni Novanta. Le aziende si sono spostate più in alto, cercando nei versanti freschi delle Dolomiti la stabilità che altrove si è persa. I bianchi come Chardonnay e Müller Thurgau mantengono vivacità e acidità grazie alle notti fredde delle zone elevate, mentre rossi come il Teroldego Rotaliano risultano oggi più morbidi e maturi. I profili aromatici cambiano, ma senza perdere eleganza: è la montagna che modera il clima e difende l'equilibrio. L'Istituto Agrario di San Michele all'Adige studia da anni queste evoluzioni, sostenendo i produttori nella scelta di nuovi portainnesti, tecniche di copertura vegetale e gestione sostenibile del suolo. Paradossalmente, il cambiamento climatico ha messo il Trentino in una posizione più forte rispetto ad altre regioni italiane: mentre molte zone di pianura faticano a preservare acidità e finezza, l'altitudine offre un rifugio naturale per i vini del futuro. Il segreto, oggi come ieri, è ascoltare la montagna. Perché qui il clima cambia, ma il vino continua a parlare la lingua dell'equilibrio.