Manovra: Zedda (FdI), 'tutela ceto medio e lavoratori, numeri smentiscono opposizioni'

Manovra: Zedda (FdI), 'tutela ceto medio e lavoratori, numeri smentiscono opposizioni'

Roma, 12 nov. (Adnkronos) - "Le parole del viceministro Maurizio Leo riportano chiarezza e serietà nel dibattito sulla Legge di Bilancio. I numeri parlano chiaro: la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35 al 33% interessa oltre 10 milioni di contribuenti, e circa tre quarti di essi dichiara redditi inferiori a 50mila euro. Altro che misura per i ricchi, si tratta di un intervento concreto e calibrato sul ceto medio e sui lavoratori che ogni giorno tengono in piedi il Paese". Così Antonella Zedda, vicecapogruppo di Fratelli d'Italia al Senato. "Il Governo Meloni - prosegue - sta portando avanti una riforma organica, graduale e sostenibile del sistema tributario, nel solco della delega fiscale votata dal Parlamento. Dopo la riduzione del cuneo fiscale e il taglio dell'aliquota per i redditi fino a 28mila euro, oggi si continua a dare ossigeno a chi lavora e produce, senza squilibri e nel pieno rispetto della progressività dell'imposta". "Le opposizioni la cui proposta migliore è la patrimoniale, provano a screditare la manovra parlando di privilegi per pochi, ma le cifre smentiscono ogni propaganda. Tra Irpef e decontribuzione, sono stati destinati oltre 21 miliardi di euro a favore dei redditi medio-bassi, pari a un punto di Pil: il più ampio intervento redistributivo degli ultimi anni", conclude.

Manovra: Zedda (FdI), 'tutela ceto medio e lavoratori, numeri smentiscono opposizioni'

Manovra: Zedda (FdI), 'tutela ceto medio e lavoratori, numeri smentiscono opposizioni'

Roma, 12 nov. (Adnkronos) - "Le parole del viceministro Maurizio Leo riportano chiarezza e serietà nel dibattito sulla Legge di Bilancio. I numeri parlano chiaro: la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35 al 33% interessa oltre 10 milioni di contribuenti, e circa tre quarti di essi dichiara redditi inferiori a 50mila euro. Altro che misura per i ricchi, si tratta di un intervento concreto e calibrato sul ceto medio e sui lavoratori che ogni giorno tengono in piedi il Paese". Così Antonella Zedda, vicecapogruppo di Fratelli d'Italia al Senato. "Il Governo Meloni - prosegue - sta portando avanti una riforma organica, graduale e sostenibile del sistema tributario, nel solco della delega fiscale votata dal Parlamento. Dopo la riduzione del cuneo fiscale e il taglio dell'aliquota per i redditi fino a 28mila euro, oggi si continua a dare ossigeno a chi lavora e produce, senza squilibri e nel pieno rispetto della progressività dell'imposta". "Le opposizioni la cui proposta migliore è la patrimoniale, provano a screditare la manovra parlando di privilegi per pochi, ma le cifre smentiscono ogni propaganda. Tra Irpef e decontribuzione, sono stati destinati oltre 21 miliardi di euro a favore dei redditi medio-bassi, pari a un punto di Pil: il più ampio intervento redistributivo degli ultimi anni", conclude.

Il naufragio dei quotidiani. Vendite in calo di oltre un terzo in 4 anni

Il naufragio dei quotidiani. Vendite in calo di oltre un terzo in 4 anni

AGI - Vendite dei quotidiani in caduta libera, in calo di oltre il 30 per cento in appena quattro anni. Ma i (sempre meno) lettori non 'migrano' sul digitale che seppure in modo più contenuto, si accoda alla discesa dei 'cugini' cartacei. Né si spostano davanti alla tv. Gli ascolti del settore televisivo, infatti, registrano una lieve flessione. Diminuiscono poi gli utenti complessivi delle piattaforme online mentre si salvano i contenuti " on demand ' a pagamento.  Non è certo rassicurante il quadro sull'editoria in Italia che emerge dall' Osservatorio sulle comunicazioni di Agcom . Il naufragio dei quotidiani Anche i primi sei mesi del 2025 si rivelano difficili per i quotidiani : prendendo in esame le copie complessivamente vendute sul territorio nazionale, pari a 220 milioni di unità (circa 1,4 milioni di copie medie giornaliere da gennaio a giugno), si osserva una flessione su base annua del 7,1% e del 29,6% rispetto al primo semestre del 2021. È quanto rileva l’ Osservatorio sulle comunicazioni di Agcom , sottolineando come le testate che riportano prevalentemente notizie di interesse nazionale registrino una riduzione più contenuta su base annua rispetto a quelli con notizie prevalentemente locali (-6,2% a fronte di -8,3%). Le copie complessivamente vendute in formato cartaceo , pari a 186,6 milioni (1,2 milioni di copie giornaliere), si sono ridotte su base annua del 7,8% (risultavano 202,4 milioni nei primi sei mesi del 2024) e del 31,5% rispetto al primo semestre del 2021 quando ne venivano vendute complessivamente 272,4 milioni (con una media giornaliera di circa 2 milioni di copie giornaliere). I quotidiani in formato digitale Dinamica simile, sebbene più contenuta , si può constatare con riferimento ai quotidiani venduti in formato digitale (copia replica della versione cartacea) che registrano una contrazione in termini di copie complessive confrontando il primo semestre del 2025 con quello dell’anno precedente di 2,9% e del 16,6% , considerando un orizzonte temporale di cinque anni (primi sei mesi del 2021). La distribuzione delle copie digitali fra i singoli quotidiani è più concentrata rispetto a quella cartacea. Infatti, nel primo semestre del 2025, le prime cinque testate in termini di copie digitali (Corriere della Sera, Il Gazzettino, Il Sole 24Ore, La Repubblica, La Stampa) rappresentano oltre il 61% delle copie complessivamente vendute, mentre, se si considerano le copie cartacee delle prime cinque testate (in questo caso Corriere della Sera, La Gazzetta dello Sport, La Repubblica, Avvenire e La Stampa) si raggiunge una quota del 33% sul totale delle vendite dei quotidiani in tale formato. I giornali 'generalisti' Analizzando i quotidiani per 'generi' editoriali, i principali cinque quotidiani nazionali che presentano contenuti 'generalisti' (in ordine di copie totali vendute: Corriere della Sera, La Repubblica, Avvenire, La Stampa e Il Messaggero) nel primo semestre del 2025 hanno registrato una flessione nella vendita di copie cartacee pari al 7,6% rispetto ai corrispondenti volumi del medesimo periodo del 2024 (-4,8 milioni di copie); tale flessione si amplia al 32,7% con riferimento al primo semestre del 2021 (-28,5 milioni di copie). Passando alle vendite complessive di copie in formato digitale per tale genere, si osserva una flessione meno marcata, sia rispetto ai primi sei mesi del 2024 (-1,7%, pari a -287 mila copie), sia rispetto al primo semestre del 2021 (-3,4%, pari a 577 mila copie). Per le altre categorie individuate, nonostante il calo generalizzato delle copie complessive, alcune testate con contenuti più specialistici mostrano una maggiore resilienza. I quotidiani sportivi In particolare, i quotidiani sportivi nel formato cartaceo risultano i più stabili, con una flessione moderata (-15,1% in 5 anni, -3,8 milioni di copie), mentre nel digitale , invece, nell’ultimo anno si è registrato una crescita del 53,9% (+403 mila copie). Diversamente, i quotidiani economici , nell’arco dell’intero periodo considerato, registrano forti riduzioni nella versione cartacea (-42,1%, pari a -4,7 milioni di copie), mentre in quella digitale mostrano una contrazione meno intensa (-8,2%, pari a -437 mila copie). Le testate locali continuano ad evidenziare una contrazione delle vendite in entrambi i formati, con un andamento negativo meno intenso nella versione digitale (complessivamente su base annua -8,4 milioni di copie). I principali gruppi editoriali L’analisi per gruppi editoriali in termini di copie complessivamente vendute vede, nei primi sei mesi del 2025, Cairo/RCS quale principale player sul mercato (19,4% considerando Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport comprensiva delle edizioni del Lunedì), seguito da Gedi con il 12,3% (il dato comprende, a partire da dicembre 2024, testate tra cui La Repubblica, La Stampa, La Provincia Pavese), da Caltagirone Editore (Il Messaggero, Il Gazzettino, Il Mattino, Nuovo Quotidiano di Puglia e Corriere Adriatico) e Monrif Group (che sotto il marchio QN-Quotidiano Nazionale comprende Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione) rispettivamente con il 9,3% e il 7,5%. Gli altri player del mercato Nelle posizioni successive, Avvenire Nuova Editoriale Italiana con il 5,1%, seguito da Il Gruppo 24 Ore con il 4,8%; da Nord-est Multimedia che (tenuto conto delle testate Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, La Nuova di Venezia e Mestre, Corriere delle Alpi, Messaggero Veneto, Il Piccolo) raggiunge una quota del 4,5%; da Roberto Amodei con il 4,3% delle vendite complessive (se si considera Corriere dello Sport e Tuttosport e le rispettive edizioni del lunedì); da Tosinvest/Angelucci con il 4% (considerando Il Giornale, Opinioni Nuove – Libero Quotidiano e Il Tempo) e dal Gruppo Sae con il 3,7% (che tiene conto delle testate Il Tirreno, La Nuova Sardegna, Gazzetta di Reggio, La Nuova Ferrara, Nuova Gazzetta di Modena). Settore televisivo in lieve flessione Nel settore televisivo gli ascolti nel giorno medio riferiti al primo semestre del 2025 evidenziano una lieve flessione rispetto allo stesso periodo del 2024, con un -2,3% sul 'prime time' (20:30-22:30), e un -2,04% sull'intero giorno . È quanto emerge dall' Osservatorio sulle Comunicazioni dell'Agcom . La riduzione della platea televisiva tradizionale è ancora più ampia se si guarda agli anni precedenti: rispetto ai primi sei mesi del 2021 , il calo nel 'prime time' è di 4,3 milioni di telespettatori (-17,9%) , nell'intera giornata di 1,7 milioni di telespettatori (-16,6%) . La Rai in testa negli ascolti Nella fascia oraria del 'prime time', Rai si conferma al primo posto in termini di ascolti , pari, nel primo semestre del 2025 , a 7,7 milioni di telespettatori (38,9% di share) , con un andamento in calo rispetto al medesimo periodo del 2024 (-2,5%) che si riflette sulla share (-0,1 punti percentuali). Anche per Mediaset , seguito da 6,8 milioni di telespettatori medi che rappresentano il 34,7% del complesso del pubblico televisivo, si riscontra una dinamica decrescente rispetto ai primi sei mesi del 2024 (-4,7%). Stabile al terzo posto troviamo WB/Discovery che ottiene 1,7 milioni di telespettatori in media (-0,2% sul semestre dell'anno precedente); seguito da Comcast/Sky i cui ascolti (1,5 milioni di individui) mostrano una lieve crescita rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente (+0,3%). Infine, Cairo Communication/La 7 , con una media 1,2 milioni di telespettatori , registra un aumento di circa 60 mila telespettatori (+5,1%) . Gli utenti delle piattaforme Nel giugno scorso, sono stati 43 milioni e 611 mila gli utenti unici che hanno navigato in rete, in media ciascuno per un totale di 69 ore e 12 minuti . A rilevare il dato è l’ Osservatorio sulle comunicazioni Agcom , secondo cui ai primi posti della graduatoria delle piattaforme online si conferma l’insieme di siti web e applicazioni che hanno a riferimento i big player internazionali (Alphabet/Google, Meta/Facebook/Instagram, Amazon, Microsoft) che però registrano andamenti in contrazione su base annua, seguiti da alcuni gruppi editoriali e operatori nazionali (Gedi Gruppo editoriale, Cairo Communication/Rcs Mediagroup, Poste Italiane, Fininvest/Mondadori) con utenti unici in contrazione rispetto a giugno 2024, con la sola eccezione di Fininvest/Mediaset che presenta un incremento del 37% degli utenti . Con riferimento all’andamento delle audience dei siti e applicazioni di informazione generalista , lo scorso giugno si sono registrati 37 milioni e 770 mila utenti unici , con una contrazione del 2,6% (un milione di visitatori in meno) rispetto a giugno 2024. Specificamente, con circa 28 milioni e 802 mila utenti unici , quello de La Repubblica è risultato il sito (e relative applicazioni) maggiormente frequentato (-2,7% rispetto al traffico raggiunto a giugno 2024), seguito da Corriere della Sera (28 milioni e 20 mila utenti, -3,2%) e TgCom24 (20 milioni e 411 mila internauti, +10%). Cresce il video on demand a pagamento Con riferimento all’andamento degli utenti unici delle piattaforme che offrono servizi di video on demand (vod) esclusivamente a pagamento , a giugno, con 14,6 milioni di navigatori unici , si riscontra una crescita rispetto ai visitatori raggiunti nel giugno 2024 ( +245 mila internauti, +1,7% ). In media, nel primo semestre del 2025, Netflix , con 8,1 milioni di utenti unici registra una sostanziale stabilità rispetto ai visitatori medi del 2024 (-0,6%). Segue Amazon Prime Video i cui siti e applicazioni sono stati consultati da 7,1 milioni di visitatori medi (+3,8% sui primi sei mesi del 2024), Disney+ che raggiunge 3,7 milioni di internauti (+0,6%), Dazn , visitato da 2,2 milioni di utenti unici (+3,1%) e Now (Sky) , con 1,3 milioni di visitatori unici med

Valditara a opposizione: "Sfruttate femminicidi", è caos alla Camera

Valditara a opposizione: "Sfruttate femminicidi", è caos alla Camera

Roma, 12 nov. (askanews) - Caos nell'Aula della Camera dopo l'intervento ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara che ha accusato l'opposizione di aver "sfruttato un tema così delicato come quello dei femminicidi", durante la discussione alla Camera sulle disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico sull'educazione sessuale-affettiva. "Noi abbiamo previsto per la prima volta, non lo avete fatto voi, ad educare alle relazioni e a educare rispetto verso la donna e più in generale educare all'empatia relazionale ed affettiva. Che cos'è questo se non educare all'affettività? La vera affettività, quella positiva, quella delle relazioni e abbiamo anche inserito l'educare al contrasto della violenza di genere, qualsiasi violenza di genere - ha detto il ministro - è dunque falso quello che voi avete affermato e devo dire che sono indignato perché se è stato sfruttato un tema così delicato come quello dei femminicidi, sono indignato che voi abbiate detto che questa legge impedisce la lotta contro i femminicidi. Voi lo avete affermato: vergognatevi!". A queste parole è scoppiato il caos, con la vicepresidente Anna Ascani che ha più volte richiamato all'ordine sia l'opposizione che la maggioranza per calmare gli animi. Valditara ha poi ripreso la parola, spiegando: "Sono il primo a ritenere che il dibattito non debba esser svelenito da polemiche e toni forti, voglio chiarire che le mie affermazioni non avevano un carattere personale, erano affermazioni politiche legate a una accusa precisa, vi invito a riavvolgere il nastro e a sentire cosa ho effettivamente detto".

Fratelli d'Italia contro Travaglio, la clamorosa prima pagina del Fatto quotidiano

Fratelli d'Italia contro Travaglio, la clamorosa prima pagina del Fatto quotidiano

Nella campagna senza esclusione di colpi per il "No" al referendum sulla giustizia della prossima primavera piomba la clamorosa "fake news" del Fatto quotidiano su Paolo Borsellino . E Fratelli d'Italia protesta con veemenza. "Avete ancora la possibilità di rimediare: chiedete scusa. Per rispetto dei vostri lettori, di tutti gli italiani e, soprattutto, del giudice Borsellino", scrive il profilo X di FdI, condividendo una prima pagina del quotidiano diretto da Marco Travaglio opportunamente ritoccata: foto della toga anti-mafia uccisa nel 1992 (l'uomo che, parola di Giorgia Meloni , spinse la premier a buttarsi nella politica attiva quando era ancora adolescente) e titolo " Vi chiediamo scusa per la fake news su Borsellino". In calce, la constatazione: "Se fosse un giornale serio lo avrebbe fatto". Avete ancora la possibilità di rimediare: chiedete scusa. Per rispetto dei vostri lettori, di tutti gli italiani e, soprattutto, del giudice Borsellino. pic.twitter.com/dtkgHnb6pw — Fratelli d'Italia (@FratellidItalia) November 12, 2025 "Dal Fatto Quotidiano e da La7 continua in modo fazioso una propaganda farcita di fake news contro il governo Meloni. L'ultima sarebbe la presunta intervista a Santoro di Borsellino contro la riforma della separazione delle carriere - ricorda Andrea Pellicini , deputato di FdI e membro della Commissione Giustizia -. Una falsità vera e propria, confermata dal giornale Il Dubbio che ha controllato sulle teche Rai , smentendo questa clamorosa notizia inveritiera del Fatto e rilanciata da La7, in particolare da Formigli, Floris e Gruber . Il giornale di Travaglio, come se non bastasse, aveva in precedenza anche pubblicato un'intervista mai rilasciata da Falcone, sempre sull'argomento, a Repubblica". "Si tratta - aggiunge l'onorevole di FdI - forse di un piano ben orchestrato per attaccare il governo Meloni e in particolare la riforma della giustizia del governo? Questi organi di informazione stanno evidentemente cercando di strumentalizzare due eroi nazionali come Borsellino e Falcone. Ci aspettiamo pertanto una puntuale rettifica di quanto scritto con doverose scuse. Ci chiediamo inoltre che posizione abbia a riguardo l'Ordine dei giornalisti. Nessuno controlla la veridicità delle notizie? I giornalisti sono tenuti a rispettare e ad applicare la deontologia professionale per garantire la correttezza delle informazioni riportate, anche e soprattutto per il rispetto dovuto ai lettori. E' triste constatare come per certi organi di informazione, accecati dal livore non avendo ancora accettato che Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia abbiano vinto le elezioni, valga davvero tutto". Gli fa eco Sandro Sisler , senatore di FdI e vicepresidente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama: "La narrazione che l'emittente televisiva La7 e il Fatto Quotidiano stanno facendo sulle dichiarazioni di Paolo Borsellino circa la separazione delle carriere in magistratura è falsa. Quello che Formigli, la Gruber e Travaglio hanno messo mediaticamente messo in piedi è il frutto di una becera propaganda degna del Kgb . Sarebbe giunta l'ora che l'Ordine dei Giornalisti intervenisse per ripristinare una deontologia che è andata in questo caso completamente perduta. Chiedere le scuse di La7 e del Fatto è doveroso nei confronti di un magistrato che ha pagato con la vita il suo impegno professionale, ma sappiamo che probabilmente è chiedere troppo".

‘Miraculous touches of God’s presence’ in the most atheist nation in Europe

‘Miraculous touches of God’s presence’ in the most atheist nation in Europe

St. Nicholas Church in Prague, capital of the Czech Republic. / Credit: Kirill Neiezhmakov/Shutterstock ACI Prensa Staff, Nov 12, 2025 / 12:15 pm (CNA). The Czech Republic, known for its historical heritage, fairytale castles, and medieval architecture, is considered the most atheist country in Europe. Evangelization in this land — which still bears the scars of a past marked by communism and division — is a constant challenge but not an impossible goal. Czech missionaries say they perceive “miraculous touches of God’s presence” in a society increasingly thirsting for love and truth. Approximately 80% of the Czech Republic’s more than 10.5 million inhabitants claim to have no religious affiliation. Although about a third of the population say they believe in God — in many cases without being linked to a specific denomination — only 9.4% identify as Catholic. Nearly a quarter of Czechs declare themselves atheist, according to the 2017 Pew Survey on European Values , making the country one of the most secularized on the continent. Comparing census results since 1991 reveals a clear decline in church membership and an increase in personal belief in God without institutional affiliation. ‘Miraculous touches of God’s presence’ Brother Šimon Růžička, OFM, who is in charge of the Franciscan urban missions in the country, explained to ACI Prensa, CNA’s Spanish-language news partner, that the missionaries experience “miraculous touches of God’s presence,” reflected in a “deep thirst for love and, therefore, for God.” “We also perceive how God touches people’s hearts, sometimes even long before they meet one of our missionaries,” he added. For Father Daniel Vícha, vicar for pastoral care of the Diocese of Ostrava-Opava, evangelizing those who “know nothing about the faith” is not “so difficult” since, he noted, matters of faith “are usually a surprise” to them. “The majority of the population declares themselves atheist, but at the same time, 70% say they believe in ‘something,’ and that is precisely where we must begin,” he said. The priest told ACI Prensa that he encounters greater difficulties evangelizing those who have some notion of Christianity, for example, “because of history classes or reports about abuse” and that they “are usually more unreceptive.” Růžička agreed with this statement and emphasized that it is more difficult “to be a prophet in your own home” and in the daily mission, in parishes, and among friends or family. Sculpture in Prague of St. John Nepomucene, patron saint of Bohemia. Credit: Thoom/Shutterstock Atheism, a consequence of deep historical roots The low number of Catholics in the country is due to several reasons. At the beginning of the 15th century, Protestant reformer Jan Hus — and the subsequent repression of his followers, the Hussites, by the Austro-Hungarian Empire — the Catholic Church has been associated in the collective memory with foreign power and imposition. Furthermore, the aftermath of 40 years of communist persecution following World War II left “deep wounds in the local Church” that have not yet fully healed, according to the pontifical foundation Aid to the Church in Need (ACN). After the fall of communism, there was a brief religious resurgence, though more as a political reaction than a genuine conversion. Since then, religious affiliation has continued to decline, and faith in the Czech Republic today is characterized by individual spirituality without strong institutional ties. Vícha explained that communism has played a significant role but “simply completed something” that was already deeply ingrained in Czech society. “Four centuries of the nation being part of the Catholic Austrian monarchy fostered a negative predisposition toward faith,” he said. Because of its strong sense of national identity, the priest explained, the Czech nation distanced itself from Catholicism, which was represented by the Austrian government. “With such a varied history, it’s not surprising that Catholics make up less than 10% of the population. However, I see it as a miracle that the Church of Christ is a truly living organism, independent of worldly powers and human errors and failures, often including our own,” Růžička added. The faith of the Czech people Vicha emphasized that Czechs “are skeptical by nature” and that “before accepting something as their own, they need to reflect for themselves.” This, according to the priest, is due to their location in central Europe, where “various schools of thought have alternated and the nation has had to think for itself about what is truly right. If a Czech person accepts a faith, it very often needs to be rationally justified,” he said. The vicar for pastoral care underscored that believers “are no longer burdened by fear, as was the case during the communist era. If their faith is authentic, they are not ashamed of it and can talk about it with their peers.” Conversely, if it is merely “a dead tradition” — as often happens in more religious areas — they prefer to abandon their faith “because it offers them nothing. They are very sensitive to any form of clericalism, superiority, or dogmatism,” Vícha said. Růžička pointed out that young people receive the faith from their elders “with openness and new creativity,” and although they are sometimes “immersed in a sea of ​​confusion and uncertainty,” he assured that “they are not satisfied with mere words, but seek and yearn for a true relationship with God.” Challenges in the face of atheism Vícha noted that although the Catholic Church is a minority in the country, it represents the strongest community in the religious sphere. “Due to historical experience, people do not seek faith within Christianity. For this reason, it is necessary for the Church to strive, above all, to be credible.” For his part, Růžička identified the Church’s image in the world, which sometimes shows “a divided Church, worn down by material concerns,” as one of the main challenges. Consequently, he said that a “living and spiritual Church” is necessary, one that loves the sinner but does not tolerate sin. A Church that does not judge but encourages and shows the way through its life and works. “That Church exists in our country, and I eagerly hope that it will grow and bear fruit.” Increase in baptisms Some 300,000 people regularly attend Sunday Mass, which is equivalent to a third of those who identify as Catholic. Last year, nearly 15,000 baptisms were administered (more than 12% of births), and adult baptisms reached 7%, the highest percentage since 1993. Vícha confirmed that the Church is witnessing “an increase in the number of adults requesting baptism. But more and more believers are also dying due to old age. Therefore, the total number continues to decline, even though the number of catechumens is growing.” Růžička noted with hope that in recent years “the number of people for whom this world without God has lost its meaning and who yearn for God has indeed increased. It depends on us if we know how to respond to that desire.” For this reason, he “sincerely believes that in the future it will not be a matter of quantity but of quality.” This story was first published by ACI Prensa, CNA’s Spanish-language news partner. It has been translated and adapted by CNA.