Maurizio Landini fomenta le piazze: "È ora che la gente si rivolti"

Maurizio Landini fomenta le piazze: "È ora che la gente si rivolti"

Prossimo sciopero? Il 12 dicembre. Il sindacato non finisce di scioperare che già indice una nuova mobilitazione. Questa volta contro la manovra. E guai se il governo si azzarda a far notare che ancora una volta l'agitazione è stata indetta per venerdì, a ridosso del weekend. "È venuto il momento di fare delle scelte, non vogliono che si faccia sciopero? Bene, aprano una trattativa e cambino la legge. Altrimenti quale altro strumento abbiamo se non ci ascoltano, se mettono la fiducia, se fanno i condoni? È il momento che la gente si rivolti, deve scendere in piazza, deve mobilitarsi , deve dire basta", dice il segretario della Cgil, Maurizio Landini , a margine del Forum delle relazioni industriali 2025 in Assolombarda. Insomma è il "quadro della situazione" a portare i compagni a protestare, "compreso il fatto che noi vediamo anche una situazione di crisi industriale e non solo che sta venendo avanti al di là delle balle che raccontano". "Gli scioperi - prosegue - si fanno per cambiare le leggi sbagliate. Se vogliono che non ci sia lo sciopero riaprano una trattativa vera e cambino una manovra che colpisce ancora lavoratori e pensionati. Negli ultimi anni lavoratori e pensionati hanno pagato 25 miliardi di tasse in più, chiediamo che quelle risorse tornino a chi le ha pagate e che si introduca un meccanismo automatico di rivalutazione delle detrazioni fiscali per difendere il potere d'acquisto". [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44922269]] E a chi gli chiede eventuali obiettivi futuri, Landini mette le mani avanti: "Quello che oggi è al governo non sono io, io non ho particolari mire. Come si è visto al governo ci sono andati altri sindacalisti, che accusavano il sottoscritto di avere mire politiche quindi io mi permetto di dire per me è la coerenza che parla: sono circa 15 anni che mi dicono che ho mire politiche, sono ancora a fare il sindacalista, perché penso che questo sia il mio compito". Il riferimento è alle parole del vicepremier Antonio Tajani: "Per me - conclude - non è una mira politica, per me l'obiettivo è portare a casa dei risultati, perché le persone che lavorano debbono poter vivere con dignità. Oggi non sta avvenendo".

Aiom, Rossana Berardi presidente eletto degli oncologi italiani

Aiom, Rossana Berardi presidente eletto degli oncologi italiani

Roma, 10 nov. (Adnkronos Salute) - Rossana Berardi è il nuovo presidente eletto dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). L'elezione è avvenuta durante il 27esimo congresso nazionale della società scientifica, che si è concluso ieri a Roma e ha visto la partecipazione di oltre 3mila specialisti da tutta Italia. Berardi è ordinario di Oncologia all'università Politecnica delle Marche e direttore della Clinica Oncologica dell'azienda ospedaliero universitaria delle Marche. Entrerà in carica come presidente nel 2027 e sarà la seconda donna a guidare l'Aiom. Siederà nella giunta con Massimo Di Maio (presidente), Nicola Silvestris (segretario) e Nicla La Verde (tesoriere). Il direttivo nazionale 2025/2027 è composto da: Antonella Brunello, Chiara Cremolini, Carmen Criscitiello, Alessandra Fabi, Luigi Formisano, Lorena Incorvaia, Marcello Tiseo, Dario Trapani. Francesco Perrone è il nuovo presidente di Fondazione Aiom. "E' per me una grande soddisfazione ed esprimo la mia gratitudine a tutti i soci Aiom - dichiara Berardi - Sono onorata per la fiducia che mi è stata accordata e intendo continuare nel solco delle precedenti presidenze. Al tempo stesso voglio dare uno spirito innovativo alla nostra società scientifica, che deve essere sempre più disponibile ad ascoltare e includere tutti i soci. L'oncologia vive un momento segnato da grandi sfide e numerose criticità, ma rimane una eccellenza del Servizio sanitario nazionale. E' anche una delle specialità mediche italiane veramente all'avanguardia nel mondo. Risulta fondamentale, quindi, come prima cosa, proseguire nel dialogo e nel confronto con le istituzioni per trovare soluzioni condivise. Il primo fine del nostro lavoro è ovviamente occuparci dei nostri pazienti, il cui numero è in costante crescita in tutta Italia. Garantire l'accessibilità e la sostenibilità delle cure deve essere una priorità di tutti e come società scientifica possiamo avere un ruolo importante nel favorirle. Un impegno primario sarà occuparci degli operatori sanitari e del loro benessere lavorativo. Ci attendono grandi sfide inclusa quella dell'innovazione tecnologica e digitale e dobbiamo essere protagonisti del cambiamento che questa porta". "Insieme al nuovo direttivo - continua Berardi - intendo lavorare affinché Aiom sia sempre più aperta a collaborazioni con altre società scientifiche e associazioni per la promozione di attività congiunte. In particolare, bisogna incentivare iniziative a sostegno della prevenzione del cancro, che è fondamentale anche per assicurare la sostenibilità della sanità italiana". Infine "dobbiamo rafforzare il rapporto con altri colleghi medici, perché i tumori sono malattie che devono essere affrontate con un imprescindibile approccio multidisciplinare. La visione da condividere dovrà essere quella della One Health", conclude la presidente eletta dell'Aiom.

Dal Bollo all'Imu: spiegate alla sinistra che le patrimoniale sono già 11

Dal Bollo all'Imu: spiegate alla sinistra che le patrimoniale sono già 11

E poi hanno il coraggio di dirti che non devi chiamarli comunisti. E forse è vero, perché dovresti aggiungere che sono puri imbroglioni. Esempio: da qualche giorno è ripartito il coretto “ci vuole la patrimoniale”. E lì il comunista gode, si sa, perché la proprietà è un furto ei ricchi vanno puniti, mica incentivati ​​a far circolare denaro ea creare altra ricchezza. È la ben nota propensione di alcuni a considerare la ricchezza privata come qualcosa di “sequestrabile” dallo Stato: una logica da regime. Ma - ecco il punto - dove sta l'imbroglio? Nel fatto che in Italia la patrimoniale c'è già. Anzi, ce ne sono più o meno undici, secondo un censimento sommario e forse perfino incompleto. Avrebbe detto il grande Rino Tommasi: sono undici «sul mio personalissimo cartellino». La più devastante è ovviamente quella sugli immobili (Imu/Tasi), ma l'elenco è interminabile. Bollo auto; radiotelevisione canonica; diritti catastali; imposta di bollo; imposta di registro e sostitutiva; imposta ipotecaria; imposta sul patrimonio netto delle imprese; configurazione su imbarcazioni e aeromobili; operazioni su transazioni finanziarie; imposta su successioni e donazioni. Ricorderete cosa accadde nel 2011, con il macigno Imu/Tasi quasi triplicato: e con i ben noti conseguenti effetti sulla liquidità delle famiglie, sulla valutazione degli immobili, sul crollo del mercato immobiliare. Prima di quell'intervento il gettito fiscale derivante dal mattone italiano era di circa 8 miliardi annui; dopo la “cura” si impennò a 25; da quel momento ne sono stati tagliati solo 4 (cioè il gettito annuo della tassa sulla prima casa, che peraltro non è stata nemmeno tolta per tutte le abitazioni). Morale: resta tuttora una patrimoniale immobiliare da circa 21 miliardi l'anno. In un decennio, per dire, ci sono stati 210 miliardi di liquidità sottratta alle famiglie e inevitabilmente tolta ai consumi. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44908995]] E qui sta la distorsione mentale dei compagni, il loro andare contromano in autostrada. Tra persone normali, il tema sarebbe quello di capire (in un orizzonte di cinque-dieci anni) come ridurre il piano piano le patrimoniali esistenti. E invece loro chiedono di aumentarle. Anzi di “introdurle”, come se già non ci fossero. Come sempre dunque occorre usare la sinistra alla stregua di una bussola al contrario, e fare esattamente l'inverso. Il mio personale auspicio, se il centrodestra rivincerà le Politiche nel 2027, è che, anche a piccolissimi passi, cioè procedendo per step minimi, si prenda anno dopo anno l'iniziativa di ridurre un poco le patrimoniali esistenti a partire da quella immobiliare. Sarebbe un bel segnale per un settore economico decisivo e per un numero altissimo di famiglie italiane. La sinistra strillerà? Pazienza. Si sa: da quelle parti c'è una travolgente passione erotica verso obblighi, tasse e burocrazia. Fare il contrario significa acquisire la garanzia economica, politica e direrei quasi morale di procedere nella direzione più giusta per l'Italia. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44922269]]