Mazzoncini (A2A): "Con aggiornamento piano impegno per crescita industriale solida e sostenibile"

Mazzoncini (A2A): "Con aggiornamento piano impegno per crescita industriale solida e sostenibile"

Milano, 12 nov. (Adnkronos) - “Con l'aggiornamento del nostro Piano Strategico, rinnoviamo con determinazione l'impegno di A2A verso una crescita industriale solida e sostenibile, orientata alla creazione di valore per tutti gli stakeholder''. Lo dice Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A. ''Abbiamo incrementato gli investimenti complessivi, portandoli a 23 miliardi di euro entro il 2035, per accelerare il percorso di sviluppo del Gruppo e aprire nuove direttrici di business innovative. La presenza storica di A2A in Lombardia – area che oggi rappresenta un polo strategico per i data center – unita all'importante acquisizione delle reti elettriche nelle province di Milano e Brescia, ci offre una posizione privilegiata per contribuire in modo concreto alla diffusione di queste infrastrutture digitali, cogliendone al contempo le opportunità industriali ed economiche. Il nostro obiettivo è chiaro: vogliamo evolvere dal ruolo di partner energetico a piattaforma di sviluppo integrata, mettendo a valore i nostri asset, il nostro know-how e la capacità di innovazione”, co. “Per sostenere l'aumento della domanda di energia e il processo di elettrificazione dei consumi, continueremo a investire in infrastrutture “future-fit”, potenziando le reti, la generazione e le attività legate all'economia circolare''. Mazzoncini sottolinea poi che la società intende ''consolidare la leadership di A2A in Italia e, al tempo stesso, proiettare il nostro modello di business anche a livello internazionale, valorizzando le competenze distintive maturate nei settori dell'ambiente e delle energie rinnovabili. Il motore di questo Piano restano le nostre persone: sono loro che, con professionalità e dedizione, trasformano ogni giorno gli obiettivi in risultati. La sostenibilità rimane centrale nella nostra strategia. Confermiamo il target del Net Zero al 2050 e la riduzione del fattore emissivo entro il 2030, coerentemente con la visione di un futuro energetico responsabile, nel rispetto delle nuove generazioni e delle risorse del Pianeta''

Risparmiano poco e non investiamo, serve un balzo del Pil

Risparmiano poco e non investiamo, serve un balzo del Pil

La polemica tra maggioranza e opposizione sulla definizione di ceto medio, ovvero quella parte, assai numerosa fino alla crisi sistemica del 2009, ritenuta il più diffuso portatore di spesa grazie a un reddito medio adeguato che fino ad allora era oltre i 50mila euro netti. Adesso è in discussione quale peso abbia ancora e soprattutto da quale livello in su e fino a quale si possa ritenere ceto medio. I dati dei maggiori organismi di ricerca continuano a confermare che la famiglia italiana sia in posizione apicale in Europa per la capacità di risparmio, la proprietà della abitazione, l'entità dei depositi bancari e degli investimenti finanziari. Sciorinando pero i dati emergono una realtà in chiaro scuro, la media dei depositi bancari si attesta intorno ai 15mila euro, ma beni 2/3 sono inferiori del 20%, solo 1/6 del totale è nella fascia tra i 12 ei 50 mila euro e meno del 7% ha un deposito tra i 50 ei 250mila euro. La proprietà di una casa riguarda oltre il 75% delle famiglie, sono però oltre 5 milioni le famiglie, ovvero più di 1/4 del totale, che vivono in affitto. Per quel che riguarda i risparmi in strumenti finanziari, l'Italia si posiziona al quarto posto del mercato degli investitori in Europa, con oltre 15 milioni di italiani che investono in strumenti regolamentati, fondi d'investimento intorno ai 2/3, poco meno di 1/3 direttamente in azioni, mentre i titoli di Stato sono particolarmente presenti nel portafoglio dei piccoli risparmiatori. Negli ultimi anni sta prendendo piede la fornitura di prodotti previdenziali integrativi. In generale solo circa il 25% degli italiani punta investimenti finanziari, persistendo una prevalenza di liquidità ferma sui conti correnti o investimenti in strumenti più tradizionali, come i titoli di Stato percepiti come meno rischiosi. Il dato sui depositi e del ricorso limitato agli strumenti finanziari, evidenzia che gli italiani sono meno “ricchi” di quanto si pensa, o almeno lo sono ufficialmente, cassette di sicurezza a parte. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44936199]] Bene ricordare che il quadro socio economico di questi ultimi 15 anni, in concomitanza con la crisi sistemica, durata oltre 8 anni, il covid e il seguito inflativo, ha indebolito la capacità di risparmio degli italiani, condizione che si è e si sta ripercuotendo in maniera rilevante sui consumi. La spesa media mensile per i consumi delle famiglie si attesta intorno ai 2800 euro, un dato sostanzialmente stabile rispetto ai precedenti 2023-24. La spesa procapite perla famiglia media italiana composta da 2,3 persone, indicativamente è di circa 1200 euro persona. La salute, ben più che in passato, erode ad ogni famiglia circa 120/30 euro al mese, che incidono anch'essi sulla propensione alla spesa, sempre più anche alimentare. Più che confrontarsi su chi è la classe media e su come riportarla ad essere al centro dei consumi, giusto e opportuno è ridurre la pressione fiscale, nei limiti dei criteri di spesa, ma lo è ancor di più fissare un piano Paese che sia in grado di recuperare crescita, ormai ancorata ai minimi da oltre tre lustri. Solo un Pil in aumento stabile oltre il punto e mezzo può riuscire a rinvigorire lo stipendio del lavoro dipendente e il reddito della grande maggioranza delle partite Iva. Compito del Governo, ma anche delle categorie economiche, attivarsi e contribuire, per il privato anche con mezzi finanziari propri, al rilancio dell'industrializzazione e delle basi che la rendono competitiva: innovazione, formazione, logistica, trasporti. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44944560]]

A2a, piano al 2035: utile superiore a 1,1 miliardi, investimenti per 23 miliardi di euro

A2a, piano al 2035: utile superiore a 1,1 miliardi, investimenti per 23 miliardi di euro

Milano, 12 nov. (Adnkronos) - Utile netto di 1,1 mld e investimenti per 23 mld. Questi gli obiettivi dell'aggiornamento del piano strategico di A2a al 2035. In particolare il gruppo ha stabilito che 23 miliardi di euro siano suddivisi in 7 miliardi per l'Economia Circolare e 16 miliardi per la Transizione Energetica, che permetteranno di raggiungere nel 2035 un Ebitda di 3,6 miliardi di euro e un utile netto superiore a 1,1 miliardi di euro. ''L'ambizione del Gruppo al 2035 -si sottolinea in una nota- cresce su entrambi i pilastri: per la Transizione Energetica sono previsti 4 miliardi di euro di RAB nelle reti elettriche, 3,7 GW di capacità eolica e fotovoltaica e 5 milioni di clienti; per l'Economia Circolare 6,6 milioni di tonnellate di rifiuti trattati e nuovi data center da realizzare sfruttando gli asset energetici come piattaforma di sviluppo''. Il Consiglio di Amministrazione di A2A presieduto da Roberto Tasca nell' esaminare e approvare l'Aggiornamento del Piano Strategico 2024-2035 ha mantenuto saldi gli obiettivi di crescita industriale del Gruppo definiti nel Piano di novembre 2024. La strategia, che rimane incentrata sui due pilastri della Transizione Energetica e dell'Economia Circolare, rilancia gli obiettivi industriali rafforzando i business core ed evolvendo grazie a nuovi sviluppi. Il Piano prevede investimenti per 23 miliardi di euro. Oltre il 35% del programma di investimenti è già concluso o in corso di realizzazione. L'ambizione del Gruppo al 2035 cresce su entrambi i pilastri: per la Transizione Energetica sono previsti 4 miliardi di euro di RAB nelle reti elettriche, 3,7 GW di capacità eolica e fotovoltaica e 5 milioni di clienti; per l'Economia Circolare 6,6 milioni di tonnellate di rifiuti trattati e nuovi data center da realizzare sfruttando gli asset energetici come piattaforma di sviluppo.