
Coup dur pour Andy Carroll
Passé par les Girondins de Bordeaux la saison dernière, Andy Carroll (36 ans) a quitté la France cet été. Il est retourné en Angleterre, où il a signé à Dagenham & Redbridge. Ce qui a d’ailleurs (…)
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Après l’échec João Félix ces derniers jours, Benfica est à la recherche d’un nouveau renfort offensif. Et le club portugais a coché le nom d’un attaquant du PSG. Une offre a même été faite !Benfica (…)
La maison di alta gioielleria Pomellato ha collaborato con la Fondation Pinault per portare a Venezia Tatiana Trouvé. La strana vita delle cose. La prima grande monografica dell'artista italiana, che si rivela in questa intervista anticipando perché in futuro le sue prossime creazioni potrebbero essere proprio i gioielli d'artista…
Cosimo Granieri, operaio 54enne, è morto cadendo da un ponteggio in un cantiere Mapei a Modugno. Indagini in corso su dinamica, sicurezza e regolarità del lavoro. L'uomo era addetto alla conduzione dei muletti.
Il corpo scoperto nella tarda serata di ieri. Tra gli elementi che gli investigatori stanno analizzando anche la presenza di un'automobile
Il professore di Botanica dell’Università di Cagliari guarda al futuro
Lo spagnolo ha rischiato danni gravi dove fa più male nel tentativo di proteggere il suo cane dall'attacco di un altro
Giorni speciali per allenatore e club: oggi Antonio compie 56 anni, mentre domani il Napoli ne fa 99. E insieme il sogno continua
Acquisti: riflettori su Bryan Gioè, centravanti nella scorsa stagione al Treviso
ll ds Manna lavora per arricchire l'organico dei Campioni d'Italia
Il sindaco Bandecchi: "L’attuale immobilismo sulla convenzione per lo stadio crea un grave danno operativo e d’immagine alla società"
La palla a spicchi della nuova stagione non ha ancora iniziato a rimbalzare, ma in casa Use Rosa Scotti arriva...
Roma, 31 lug. (Adnkronos) - Ursula von der Leyen e gli altri leader "non avrebbero potuto ottenere di più da Donald Trump". Il politologo Ian Bremmer, presidente e fondatore di Eurasia Group, parla con il Corriere della Sera e dà un giudizio positivo sugli esiti, per altro ancora provvisori, del negoziato tra Ue e Stati Uniti. "Non mi sorprende - afferma - che il risultato sia più favorevole agli americani. L'economia dei Paesi europei è più debole rispetto a quella statunitense. È meno orientata verso il settore privato; la regolamentazione è più restrittiva. Direi che la Ue non sarebbe in grado di reggere una guerra commerciale con gli Usa". Sui dettagli dell'accordo - dazi al 15%; 750 miliardi di acquisti in energia; 600 miliardi di investimenti - Bremmer spiega che "sono numeri che possono rivelarsi diversi nell'applicazione pratica.Trovo che aver fissato delle cifre che probabilmente non potranno essere raggiunte, ha consentito agli europei di guadagnare tempo. Quindi non prenderei troppo seriamente le somme che riguardano gli acquisti di energia e gli investimenti. Quanto ai dazi, c'era il rischio concreto che il prelievo fosse più alto". E giudica positivamente la strategia della Commissione europea, a cui darebbe "un voto molto alto. Ma non solo per il merito del negoziato. Sul piano politico questa intesa segna un cambio di passo nelle relazioni tra Usa ed Europa. Pensiamo solo a qualche mese fa, quando c'era Elon Musk che appoggiava apertamente l'AfD (il partito di estrema destra in Germania, ndr ); oppure il vice presidente Vance che considerava degli avversari i leader europei. Oggi il clima è cambiato". Quanto al giudizio - opposto - del presidente francese, Emmanuel Macron, secondo cui l'esito della trattativa è la dimostrazione che l'Europa non riesce a imporsi come potenza a livello mondiale, Bremmer commenta che "non potrebbe essere diversamente. L'Unione europea non è uno Stato e deve confrontarsi con due super Stati come Usa e Cina. Se vuole competere alla pari, deve fare un salto di qualità: unione bancaria, una difesa comune e altre cose di questo genere. C'è anche un altro elemento strutturale. Non è vero che l'America è in declino; sono gli alleati dell'America che stanno declinando. Negli ultimi trent'anni il calo demografico, la riduzione della produttività, l'eccesso di regolamentazione hanno prodotto il declino non solo dell'Unione europea, ma anche di Regno Unito, Canada e Giappone". Sulla possibilità che i dazi danneggerebbero anche l'economia statunitense, commenta: "Mi pare che negli Usa ci siano due economie. Quella tecnologica continua ad andare incredibilmente bene. Le big tech hanno un sacco di soldi, investono nel lungo termine, sprigionano ottimismo. Tutte le altre imprese sono estremamente preoccupate. Temono un impatto pesante dei dazi, con la destabilizzazione, tra l'altro, delle catene di approvvigionamento. Probabilmente il costo di questa operazione ricadrà sui consumatori americani. Ma per il momento non ci sono segnali in questo senso. Inoltre i democratici non hanno una leadership chiara; i repubblicani sono sempre aggrappati a Trump. E i sondaggi indicano che il tasso di approvazione del presidente sia superiore a quello ottenuto da Biden per lunghi tratti del suo mandato".
Il team principal continuerà a guidare il progetto Mondiale della Rossa. Un successo per Hamilton (e Leclerc)
Era stato lui, Enrico Lucherini il primo press agent in Italia. Geniale, intelligente, colto, amava il cinema e voleva fare l'attore. Era giovanissimo quando lasciò la Facoltà di Medicina per andare in America, dopo aver studiato recitazione. “Ho cominciato come attore, raccontava spesso-” ma recitavo male. Ero sempre attento alle novità, e scoprii che in America chi funziona davvero era il press agent. Invertii la rotta e tornai in Italia”. Iniziò questo lavoro per primo, non c'era nessuno in grado di “inventarsi” questo mestiere, ma lui ci riuscì e negli anni diventò il più Grande, il migliore in assoluto. I suoi successi parlano chiaro, sono autentici. Non c'era una star che non volesse lavorare con lui, cominciando da Sophia Loren che, già nota, Lucherini lanciò in campo internazionale con il film “La ciociara”. Poi, Claudia Cardinale, Monica Vitti, Gina Lollobrigida e Richard Burton, tanto per citarne alcuni. Con gli anni tantissimi personaggi della Grande Mela hanno lavorato con lui, fidandosi del suo genio e delle sue famose “lucherinate”. Personalmente posso vantarmi di averlo conosciuto, di aver visto tutto ciò che faceva per il cinema, i suoi scherzi, le sue brillanti idee. Non dimenticherò mai un episodio che mi riguarda. Scrivevo già da anni su Libero quando in attesa di una conferenza stampa salutai il Maestro Lucherini. Aveva un giornale tra le mani, ma non mi accorsi che era Libero. Il giorno prima c'era stato l'incontro a cui avevo partecipato con Robert De Niro e Sylvester Stallone per il film “Il grande Match”. Avevo raccolto alcune battute e diviso le due interviste nella stessa pagina. Lucherini aprì la pagina dello Spettacoli e mi disse: guarda che titolo ti hanno fatto...notai che sorrideva, mentre io mi sentivo morire. Il titolo era: “Le due star con il pannolone”. Lui capì il mio imbarazzo e mi disse: impara, questo titolo darà voce al film”. Come sempre ebbe ragione, non ci furono polemiche, ma solo più vendite. Oggi l'Addetto Stampa delle Dive è deceduto, ma ci sarà sempre nei nostri cuori. Nessuno potrà mai superarlo e noi, continueremo a leggere i libri che ha scritto, a imparare dalle cose che ha fatto, a ringraziarlo per i sogni che ci ha regalato. Anche il suo lavoro proseguirà come è accaduto in questi anni, grazie alla bellissima nipote Benedetta al suo braccio destro Gianluca Pignatelli e a tutti gli attori che fino ad oggi non hanno mai cambiato strada, perchè l'eredità che Lucherini lascia è insostituibile, unica, preziosa. Gli abbiamo voluto bene e non lo dimenticheremo mai.