Sci, Sofia Goggia: Cortina è casa, la poesia delle Tofane all'alba

Sci, Sofia Goggia: Cortina è casa, la poesia delle Tofane all'alba

Milano, 18 ott. (askanews) - Sofia Goggia parla di Cortina come di un luogo dell'anima. Al Media Day FISI di Apreski Milano Mountain Show la campionessa di sci alpino ne racconta la magia quotidiana: la seggiovia che sale nel silenzio, la luce dell'alba che accende le Tofane, il boato del pubblico del traguardo. Un legame che intreccia sport, bellezza e appartenenza. "Quando mi chiedono di Cortina io dico sempre che c'è un'immagine di quel posto che indelebile nella mia testa e che nulla al mondo, un'Olimpiade andata bene, un Olimpiade andata male, potrà scalfire. È che quella seggiovia vecchia a tre posti che dalla duca d'Aosta ci porta alla partenza e quando la prendiamo d'inverno nel silenzio di quella conca, quando il sole sta sorgendo, illumina con i primi raggi sole Tofane che diventano arancione, poterlo vivere da quella seggiovia sulla neve con una pista preparata perfettamente è pura poesia. Quindi Cortina per me sarà sempre questo, indipendentemente dalle gare che sono riuscita a vincere, da quelle dove sono andata peggio e da quelle che mi aspettano ancora in quella località" ha detto Goggia. "Poi per me Cortina è sempre stata un po' casa, è un posto magico, basta guardarsi attorno che ti senti circondato dalla bellezza del creato. Quindi per me è qualcosa che emoziona, solo il pensiero di quel posto. E poi le persone spesso, io ho vinto quattro discese, ho fatto comunque altri poi eh sia in super G che in discesa e quando arrivi in fondo che senti il boato delle persone è qualcosa, mi viene una pelle d'oca, è qualcosa è qualcosa di speciale, che va oltre l'aspetto sportivo, è qualcosa che ti entra, un'emozione fortissima che ti entra dentro ed è bellissimo."

Gaza, il presidio a Milano coi portuali di Genova: “La mobilitazione deve continuare. Antisemitismo? Panzane” – Video

Gaza, il presidio a Milano coi portuali di Genova: “La mobilitazione deve continuare. Antisemitismo? Panzane” – Video

Davanti a Palazzo Marino, a Milano, si è svolta un’assemblea in sostegno della Palestina, convocata per tradurre in azione le mobilitazioni cittadine e mettere a punto metodi efficaci di ascolto e contestazione. Tra i partecipanti è intervenuto Romeo Pellicciari, portuale di Genova, che ha rivendicato la continuità dell’iniziativa al grido di “blocchiamo tutto”. “La movimentazione […] L'articolo Gaza, il presidio a Milano coi portuali di Genova: “La mobilitazione deve continuare. Antisemitismo? Panzane” – Video proviene da Il Fatto Quotidiano .

Festa Roma, Fiorella Infascelli: racconto i giurati del maxiprocesso

Festa Roma, Fiorella Infascelli: racconto i giurati del maxiprocesso

Roma, 18 ott. (askanews) -Presentato in anteprima fuori concorso nella sezione Freestyle alla Festa del Cinema di Roma, "La camera di consiglio", il nuovo film di Fiorella Infascelli (poi nelle sale dal 20 novembre), affronta l'episodio giudiziario che ha cambiato il Paese, il Maxiprocesso di Palermo contro la mafia, riflettendo sull'esperienza umana e civile di chi ha dovuto decidere il destino di 460 imputati. La regista: "Quello che io volevo raccontare era cosa accadeva in questi 35 giorni dentro un appartamento blindato in cui non si poteva scrivere e praticare, non c'era televisione, non c'era la radio, completamente isolati, con la paura, perché erano due anni che partecipavano al maxiprocesso, scortati, con molte minacce. E quindi volevo raccontare la storia di questi otto giurati, sei popolari e due togati, e capire cosa succedeva, oltre al loro coraggio, molto importante oggi, secondo me. Il coraggio per il bene comune, per gli altri". Sergio Rubini e Massimo Popolizio sono rispettivamente il presidente della giuria e il giudice a latere, che nella realtà fu Pietro Grasso. "Ho avuto la consulenza di Grasso ma è stato anche altrettanto importante avere avuto un rapporto molto stretto con le due giurate e ringrazio ancora Francesca Vitale che purtroppo è morta cinque giorni fa, sono state fondamentali anche perché per me era fondamentale che c'erano quattro donne nella giuria quando tutto il maxiprocesso era fatto da uomini, avvocati, mafiosi, giornalisti". Sergio Rubini: "Siamo stati una sera a cena con Grasso, ci ha raccontato che la moglie una volta, una mattina si è svegliata e scesa di sotto, ha trovato la sua macchina segata in due, perfettamente segata in due". "Grasso ha anche fatto a meno della scorta per un periodo, non girava armato mentre io interpreto un personaggio diverso, che ha una 'paura fottuta', che gira armato, ma non che questo mi abbia dato un'idea di pavidità. Mi sembra che reagire con la paura al pericolo sia una peculiarità umana. Gli eroi hanno paura, altrimenti sarebbero degli incoscienti".

Sci, Goggia: buone sensazioni, orgogliosa per l'Olimpiade in casa

Sci, Goggia: buone sensazioni, orgogliosa per l'Olimpiade in casa

Milano, 18 ott. (askanews) - A Milano, al Media Day FISI dell'Apreski Milano Mountain Show, Sofia Goggia fa il punto sul suo stato di forma alla vigilia della stagione agonistica e delle Olimpiadi, che vede con meno "pressione" ma con l'orgoglio di vivere la rara occasione di correre un'Olimpiade in casa. "Io invito tutti gli atleti a focalizzarsi sulla bellezza di poter correre l'Olimpiade, che per me è l'evento con la massima espressione sportiva, con l'emozione di poter rappresentare il proprio paese all'interno del proprio Paese. Non capita a tanti atleti di poter correre un'Olimpiade nel proprio sport, nella propria nazione. Quindi non voglio parlare di pressione, ma voglio solo parlare dall'orgoglio, dell'emozione di poter essere supportati dall'energia di tutti noi italiani" dice la campionessa di sci alpino."Le sensazioni sono buone, ho lavorato bene fisicamente durante tutta l'estate. Ho svolto anche un ottimo raduno sugli usci in Sud America, quindi diciamo che sono riuscita a portare con costanza e dedizione avanti il lavoro che avevamo già intrapreso da tempo".

Pokrovsk, disaatro dei russi: dopo la nube tossica respinti dagli ucraini

Pokrovsk, disaatro dei russi: dopo la nube tossica respinti dagli ucraini

Uno dei più "grandi e disastrosi" attacchi la Russia lo ha lanciato nella regione ucraina di Pokrovsk , nell'Oblast' di Donetsk, lasciandola in una nube tossica di ammoniaca . Stando a quanto riporta Euromaidenpress , si sarebbe trattato di un "disperato tentativo" di sfondare le linee ucraine e liberare le loro forze accerchiate. Mosca, in effetti, sta cercando di avanzare in quella zona. E a confermarlo è stato lo stesso ministero degli Esteri russo. Nel bollettino dello scorso 14 ottobre, si spiegave che le truppe "hanno continuato l'avanzata nei quartieri orientali" della cittadina di Myrnohrad, pochi chilometri a nord-est di Pokrovsk. Secondo il Cremlino, inoltre, l'esercito russo avrebbe conquistato un altro insediamento nella stessa regione, quello di Balagan . Nell'ultimo assalto, però, Mosca non è riuscita a cogliere gli ucraini di sorpresa e Kiev ha subito contrastato la minaccia. Nella regione di Donetsk, in particolare, nel mirino dei bombardamenti dell'artiglieria russa ci è finito l'oleodotto Odessa-Togliatti per il trasporto dell'ammoniaca, che ora risulta danneggiato, come riferito dal Comando delle Forze di Supporto delle Forze Armate dell'Ucraina. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44609383]] Yevhen Khlobystov , esperto ambientale e professore presso l'Accademia Kyiv-Mohyla, ha spiegato che in alcuni casi il gas potrebbe contaminare lo strato superficiale del suolo. L'impatto ambientale esatto, però, potrà essere valutato solo in un secondo momento con un'ispezione. L'eventuale contaminazione, in ogni caso, sarebbe limitata a diverse decine di metri intorno all'area danneggiata. La difesa ucraina, comunque, è subito intervenuta: i droni hanno individuato i primi gruppi di russi diretti a Volodymyrivka e hanno attaccato. In poco tempo, i veicoli russi sono finiti in fiamme e la fanteria è scappata. In totale, sono stati colpiti sei carri armati, più di 40 veicoli per il trasporto delle truppe, veicoli da combattimento per la fanteria, oltre 40 motociclette e diverse centinaia di soldati. Ma qual è la ragione dietro l'attacco di Mosca? Secondo gli ucraini, l'obiettivo era aprire una via di rifornimento per le forze intrappolate vicino a Dobropillia. Probabilmente i comandanti russi speravano di sfruttare la confusione che si sarebbe generata dopo la detonazione dell'oleodotto di ammoniaca. Il gas tossico, in effetti, si è spostato in direzione ovest, proprio verso la linea di comunicazione terrestre ucraina, mettendo in grave pericolo i soldati di Kiev. A rispondere, però, sono state le unità di droni e artiglieria ucraine. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44606927]]