
Istat: in povertà assoluta 5,7 milioni di persone, in gran parte stranieri
L’Istat stima che nel 2024 ci siano oltre 2,2 milioni le famiglie in condizione di povertà assoluta – l’8,4% delle famiglie residenti – per un totale di 5,7 milioni di...
L’Istat stima che nel 2024 ci siano oltre 2,2 milioni le famiglie in condizione di povertà assoluta – l’8,4% delle famiglie residenti – per un totale di 5,7 milioni di...
È finita come si sapeva. Eugenio Giani il renziano, l’uomo che la segretaria del Pd non voleva assolutamente e i grillini hanno cercato in ogni modo di non far candidare, è stato confermato presidente della Toscana con il 53,9% dei voti, quasi sei punti più di cinque anni fa, a dimostrazione di quanto ne capisce la coppia Elly-Giuseppi. Non c’era partita nella Regione rossa. Però Alessandro Tomasi, il candidato del centrodestra, uno degli ex ragazzi di Atreju di Giorgia Meloni , non è andato poi male: è riuscito a mettere il “4” davanti, fermandosi al 40,8%, pochi decimi di punto sopra la leghista Susanna Ceccardi , che cinque anni fasi era candidata con il vento in poppa del boom leghista. È un risultato che deve far riflettere il centrodestra. Il sindaco di Pistoia infatti è stato indicato troppo tardi, benché da mesi si sapesse tra gli addetti ai lavori che sarebbe toccato a lui e non ha avuto il tempo sufficiente per farsi conoscere. Nella sua città, che ben amministra, Tomasi è infatti molto apprezzato, ma si tratta pur sempre di un Comune di novantamila abitanti in una terra che ne fa tre milioni e 660mila e che di campanili ne conta parecchi e di pregio. Gli sarebbe servito più tempo per farsi conoscere a tutti. Nel centrodestra la notizia è che Fratelli d’Italia ha fatto il vuoto, superando il 26%, e che Forza Italia è il secondo partito della coalizione, ma venti punti indietro, anche se in crescita del 2% rispetto a cinque anni fa. E poi c’è la notiziona: la Lega appaltata nella Regione a Vannacci non funziona, si ferma sotto il 5%. L’interessato ammette cavallerescamente la sconfitta: «Quando il popolo si esprime, ha sempre ragione». Ma la sinistra non gli rende l’onore delle armi infierisce: «Il generale non ha colto lo spirito dei toscani». Elly Schlein addirittura si augura che il partito continui a puntare su di lui. E in effetti la Lega si chiede se l’autore del “Mondo al contrario”, le abbia tolto voti anziché portarglieli. Ceccardi, aveva insinuato il dubbio, tanto da costringere Salvini a settembre a mettere sull’attenti il generale con un perentorio «basta con la X Mas, non ci porta da nessuna parte». In una terra rossa più del Chianti a fare festa è il Pd, che si conferma oltre il 35% malgrado non sia riuscito a esprimere il candidato della segretaria, il sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi. Contro di lui, e di lei, Giani aveva sollecitato una rivolta in suo favore degli amministratori toscani, riuscendo a spuntarla. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44548890]] Però la maretta non ha fatto male ai dem. Chi invece ha picchiato la testa è Giuseppe Conte , che inizia a grattarsi il bernoccolo chiedendosi quanto sia un affare per lui il campo largo testardamente voluto da Schlein. Tre indizi fanno una prova. Nelle Marche, M5S si è turato il naso per sostenere l’indagato per concorso in corruzione Matteo Ricci e si è fermato al 5%. In Calabria, dove esprimevano il candidato, in teoria uno di peso, il papà del reddito di cittadinanza, Pasquale Tridico, i grillini hanno superato di poco il 6%. In Toscana, dove cinque anni fa, con una candidatura solitaria, era arrivata al 7%, Cinquestelle si è piallata al 4,5%. Se l’avvocato del popolo, anziché un leguleio, fosse un matematico o quantomeno un ragioniere, inizierebbe a farsi i conti e a domandarsi se è davvero lui, come tutti gli dicono, che sta fregando Schlein o non è per caso il contrario. In ogni caso il leader di M5S è scosso; non sembra lui, riconosce perfino la debacle: «Questo risultato è figlio di un percorso sofferto, siamo comunque lieti di aver contribuito alla vittoria», si rammarica, sapendo fin troppo bene che metà dei suoi non è andato a votare perché non voleva sostenere un candidato renziano. In realtà poi il contributo è stato inutile e Giani concederà a M5S un assessore solo perché l’alleanza del campo largo lo esige. Se la ride Matteo Renzi , che giocava in casa e incassa il premio dell’ennesima furbata: «Siamo sulla strada giusta, la Casa Riformista è la terza forza della Regione», si vanta, glissando sul fatto che l’8% è stato superato di slancio grazie all’escamotage della fusione con la lista del presidente, il quale è di buon animo e in più si sente in debito con il rottamatore e quindi ha acconsentito. In realtà il risultato è solo di un punto superiore a quello fatto nel 2020 dalla somma di Italia Viva e Lista Giani, ma guai a eccepire qualcosa all’ex premier. A dimostrazione che la Toscana resta terra ideologica e con il pugno chiuso è il risultato di Alleanza Verdi e Sinistra, che ha superato nettamente M5S. Grazie ai nomi buoni in lista, spiegano gli addetti ai lavori, ma i frutti buoni si colgono dove il campo è ricco e numeroso. Dal primo tempo delle Regionali d’autunno ai grillini arriva un chiaro messaggio: nel campo largo non saranno mai forza trainante. Ne arriva uno anche al Pd: la scelta è se provare a costruire qualcosa a sinistra, senza M5S, o tentare di vincere senza poi riuscire a fare nulla, con Conte.
Il tennista monegasco ha trionfato al Masters 1000 di Shanghai andando oltre ogni pronostico: è stata una vittoria da favola
Mentre il governo discute sul testo della legge di Bilancio, con Forza Italia contraria a tassare gli istituti di credito, dall’Associazione bancaria italiana arriva un segnale distensivo, ma solo a metà. Il comitato esecutivo dell’Abi, riunito lunedì sera, “ha approvato all’unanimità di proseguire in via straordinaria nei contributi poliennali al Bilancio dello Stato, nella stessa […] L'articolo Manovra, l’associazione delle banche dice no a tasse straordinarie: favorevole a soluzioni “concordate” come nel 2024 proviene da Il Fatto Quotidiano .
Con l’arrivo dell’autunno torna, come di regola, anche il momento di rimettere in funzione i termosifoni. Da domani, 15 ottobre, infatti, scatta la data ufficiale del “via” al riscaldamento acceso in molte città. Una buona notizia contro i primi freddi, […] L'articolo Riscaldamento acceso dal 15 ottobre: bollette alte, ma si può risparmiare sembra essere il primo su iO Donna .
Arriva in tutte le librerie «Sveglia! Le bugie che ci impoveriscono, le verità che ci arricchiranno» (Marsilio, pp. 234, euro 18) di Pietro Senaldi, condirettore di “Libero”, e Giorgio Merli, consulente strategico di multinazionali e governi. Gli autori smantellano i miti che da anni alterano la percezione collettiva della nostra economia: dalla retorica della «seconda manifattura dell’Europa», al costo del lavoro, dall’illusione del «piccolo è bello» al racconto auto-assolutorio sulla Ue. Un percorso di disillusione necessario: capire perché ci siamo impoveriti e cosa possiamo fare prima che sia troppo tardi. Per gentile concessione pubblichiamo alcuni estratti firmati da Pietro Senaldi (nella foto sotto). «Gli italiani oggi parlano solo d’imbecillità e non vogliono sentire cose che non capiscono» asseriva Umberto Eco. Siamo gli eredi degli antichi romani, che prima strutturarono la loro società e poi governarono il mondo, dei grandi letterati e delle signorie illuminate del Rinascimento. Per questo, tendiamo a considerarci geniali a prescindere, pur non riconoscendo la stessa superiorità a un egiziano, solo perché i suoi avi hanno costruito le piramidi, a un messicano per i templi aztechi o a un greco per Atene, Sparta e i padri della filosofia. Abbiamo creato la mitologia dello stellone italico e dell’arte di cavarcela sempre. La narrazione diffusa ci vuole capaci di dare il meglio e di risorgere proprio quando siamo sull’orlo dell’abisso. È una forma di prosopopea, un’iniezione di autostima che politica e media ci somministrano come fosse morfina. Eppure i dati Ocse dovrebbero indurci a riconsiderare le nostre reali capacità: solo il 53% degli italiani è in grado di comprendere appieno il significato di un testo (contro il 93% delle popolazioni nordiche e asiatiche); solo il 6% sa interpretare un fenomeno a partire da dati numerici (contro il 12% della media Ocse e il 10% di nordici e asiatici) e il 35% è analfabeta funzionale, cioè incapace di risolvere problemi (nei Paesi nordici siamo al 7%). Se davvero aspiriamo a rilanciare l’economia, è dalla qualità delle nostre competenze di base che dobbiamo ripartire. DILEMMA GERMANIA Il nodo è sempre la Germania. Per l’Europa e per l’Italia. Berlino è il gigante che ci condiziona, una guida severa e prepotente. Condivide con la Francia la leadership dell’Unione, ma negli anni ha finito per prevalere su Parigi ed è diventata la nazione che, per ragioni economiche, demografiche e anche storico-geografiche, ha determinato più di tutte gli indirizzi politici e le scelte strategiche dell’Europa. Questo è accaduto con tutti, ma in particolare con l’Italia, vittima della schiavitù volontaria che ci siamo inflitti con il nostro mostruoso debito pubblico e con un declino industriale e morale che a tratti pare addirittura volutamente ignorato. I tedeschi ci hanno salvato, garantendo con l’euro il nostro debito, che era diventato insostenibile, ma si sono fatti pagare cari. Ci hanno ispirato come modello di sviluppo economico, finendo però per condizionarci fino a soffocarci, limitando progressivamente i nostri margini d’azione. Ci hanno anche tratto in inganno, imponendo regole comunitarie plasmate sulle loro convenienze e che solo loro si ritenevano liberi di violare. Infine, ci hanno contrastati: politicamente, cercando di espandere al massimo la loro influenza nelle nostre istituzioni e indirizzando l’Europa in senso contrario agli interessi dei Paesi mediterranei; ed economicamente, tradendo gli accordi e praticando una concorrenza sleale. In cambio, hanno recitato la parte del protettore, elargendo mance comunitarie in parte ottenute anche a nostre spese. Berlino detiene la leva più lunga nei rapporti con i partner Ue ed è maestra nel mascherare l’interesse nazionale come bene comune o direzione inevitabile della storia. L’Italia, che si vanta di essere la seconda manifattura europea dopo la Germania, ha costruito il proprio modello industriale già prima dell’euro ispirandosi a quello tedesco. Ciò non ci ha impedito di essere l’unico Paese ad aver registrato una diminuzione del pil reale pro capite dall’introduzione della moneta unica. Dopo la crisi finanziaria del 2008, l’Italia ha vissuto lo strappo più drammatico: mentre gli altri Stati, Germania inclusa, sono ripartiti, noi siamo rimasti al palo, pur indebitandoci ulteriormente. La domanda è inevitabile: i tedeschi sono per noi una benedizione o una maledizione? PENSIONI E IMMIGRATI Sempre a proposito della retorica con cui la politica ha cercato di mascherare la propria inadeguatezza nella gestione del fenomeno migratorio, va sfatato il mito secondo il quale gli immigrati salveranno il nostro welfare. Gli extracomunitari, come già detto, contribuiscono con una percentuale pari a quasi il 9% del pil (una quota di poco inferiore a quella della loro incidenza sulla popolazione); in media un immigrato genera un gettito fiscale pari a meno del 60% di quello di un cittadino italiano. Inoltre, il 45% degli immigrati dichiara redditi inferiori alla soglia minima di tassazione. Viceversa, gli accessi al pronto soccorso sono, in proporzione, quasi il doppio rispetto a quelli degli italiani. Considerata l’età media molto più bassa (trentacinque anni contro quarantasei), il peso della popolazione immigrata sulla sanità pubblica è destinato a crescere rapidamente. Anche il suo contributo nel contrastare la denatalità è spesso sopravvalutato. Basta una generazione perché il tasso di fertilità delle donne di origine extracomunitaria si allinei a quello delle italiane, che è tra i più bassi d’Europa e del mondo. Quindi, in prospettiva, non possiamo affidarci all’immigrazione per mettere in sicurezza il nostro sistema previdenziale.
Nel 2026 ci sarà Capo Verde, che fino a quindici anni fa non aveva mai giocato nemmeno la Coppa d'Africa
La speranza della pace e il sogno del gol aiutano a non sentire i brontolii della coscienza
Roma, 14 ott (Adnkronos) - "Esprimo profondo dolore e cordoglio per la morte dei tre carabinieri nel veronese e la sentita vicinanza alle loro famiglie e all'intera Arma. Auguro ai feriti delle Forze dell'ordine una pronta guarigione. Ogni giorno i carabinieri tutelano la nostra sicurezza con dedizione e professionalità in un rapporto solido e costante con i territori e le persone per cui operano. La perdita di questi servitori dello Stato ci chiama a ricordare sempre la loro funzione essenziale per tutti". Lo dice l'ex ministro della Difesa, il democratico Lorenzo Guerini.
C’est la mauvaise nouvelle de la semaine pour la Juventus. Blessé au genou et obligé de se faire opérer, Gleison Bremer devrait être indisponible durant plusieurs semaines. Et selon la Gazzetta dello (…)
Ventura ricorda l'eliminazione della sua Italia ai playoff contro la Svezia ma sottolinea la disparità di trattamento che c'è stata con Mancini: "Con lui hanno parlato di responsabilità di gruppo, la valutazione era soft" Continua a leggere
Diletta Leotta e Loris Karius hanno sfruttato la pausa calcistica per una breve vacanza romantica sul lago di Como, lontani dagli impegni professionali che li tengono spesso separati tra Italia e estero. La coppia ha scelto questo angolo d’Italia per […] L'articolo Diletta Leotta e Loris Karius, amore e relax sul Lago di Como sembra essere il primo su iO Donna .
Scovato il misterioso Maurizio, l'uomo che prima dell'interrogatorio di Andrea Sempio avrebbe incontrato la mamma dell'indagato nell'omicidio di Garlasco. Gli inquirenti, che stanno ricostruendo il giro di soldi in contanti e il passaggio di documenti riservati nell'inchiesta che accusa l'allora procuratore Mario Venditti di corruzione in atti giudiziari, l'hanno intercettato. La sua identità, al momento, è coperta dal riserbo, ma si tratterebbe di una persona considerata «interessante» per l'inchiesta. Intanto a poche ore dal Riesame per Venditti, rompe il silenzio il gip Fabio Lambertucci. I due togati sono finiti sotto i riflettori investigativi della Procura di Brescia per quell'archiviazione lampo del 2017, ma mentre il primo è indagato per corruzione in atti giudiziari dopo che a casa dei Sempio è stato sequestrato l'appunto «Venditti gip archivia X 20. 30 €», il giudice non è stato raggiunto da alcun avviso di garanzia, sebbene nei giorni scorsi il suo nome, insieme a quello delle gemelle Cappa, sia finito nel circo mediatico per la nota della Finanza, che aveva chiesto «mirati accertamenti bancari» sui suoi conti, senza però ottenere l'autorizzazione della Procura bresciana. E ieri Lambertucci, che il 23 marzo 2017 aveva accolto la richiesta di archiviazione formulata da Venditti il 15 marzo di quello stesso anno, ha dichiarato: «La mia condotta è sempre stata improntata a riservatezza e, soprattutto, al rispetto dei doveri istituzionali e della deontologia professionale». Oggi, invece, Venditti comparirà davanti al Riesame. Il suo difensore, l'avvocato Domenico Aiello, ha fatto ricorso contro il decreto di sequestro del 26 settembre, disposto anche sulla base dell'appunto trovato in casa dei Sempio lo scorso 14 maggio. Tra le motivazioni dell'impugnazione, il penalista cita «l'assenza dei gravi indizi e l'inesistenza dei motivi di urgenza per procedere a una perquisizione». Nell'istanza, la difesa del pm fa riferimento «all'assenza di criteri o ragioni per ritenere presente una prova di un reato del 2017 negli apparati di Venditti», ossia nel cellulare, tra i documenti o nel computer oggetto della perquisizione e del successivo sequestro. Non solo, per l'avvocato Aiello il decreto firmato dal procuratore di Brescia Francesco Prete e dalla pm Claudia Moregola è «un'attività esplorativa e arbitraria con cui si vuole violare la dimora e la privacy di un privato cittadino». E mentre si attende, entro sabato, la decisione, è scontro aperto tra l'ex procuratore e il suo successore a Pavia, Fabio Napoleone, al quale Venditti vorrebbe sfilare l'inchiesta su Garlasco, attraverso un escamotage giuridico. «Una volta che un'attività di indagine compiuta nel nuovo procedimento pavese contro Andrea Sempio ha determinato l'acquisizione di una notizia di reato su un magistrato e giustamente sono stati trasmessi gli atti alla procura competente di Brescia», ha spiegato Aiello, «questa attività di trasmissione degli atti ha un effetto trascinamento su tutte le indagini connesse».
Sarebbe stata la donna a innescare volontariamente l'esplosione. Già un anno fa gli occupanti usarono il gas per evitare di essere sfrattati. Rinvenute sei bombole e molotov. La Procura: "Arresto per omicidio premeditato, stiamo valutando il reato di strage"