"Giusto uccidere i collaborazionisti": follia a Milano

"Giusto uccidere i collaborazionisti": follia a Milano

La premessa è una domanda: ma cos’altro deve dire Mohammad Hannoun prima che si valuti la sua espulsione dall’Italia? Il presidente dell’Associazione dei palestinesi in Italia, ieri in piazza a Milano per agitare il milionesimo corteo del sabato, ha arringato la folla dal camion che guidava il serpentone inneggiando alla democraticissima legge del taglione mentre discettava delle esecuzioni di Hamas, a pace firmata, a Gaza: «Tutte le rivoluzioni del mondo hanno le loro leggi. Chi uccide va ucciso, i collaborazionisti vanno uccisi. Oggi l’Occidente piange questi criminali, dicono che i palestinesi hanno ucciso poveri ragazzi, ma chi lo dice che sono poveri ragazzi?». Capito? I terroristi che al grido di “Allah akbar” hanno fucilato alla schiena, dopo avergli legato le mani, altri palestinesi colpevoli di non essere allineati al regime hanno fatto il loro dovere secondo Hannoun e i suoi seguaci. E se i “collaborazionisti” di Israele «vanno uccisi», chi garantisce che il jihad islamico targato Hamas non sbarchi anche in Europa e dunque in Italia visti i rapporti con Netanyahu? A sentire i deliri al megafono dal camion che apriva la sfilata pro-Pal in salsa milanese, non c’è da stare affatto tranquilli. Bastano poche parole per aizzare i fondamentalisti, pronti a mordere come serpenti velenosi per far scorrere il sangue nelle nostre città. «Il nostro corteo è un messaggio chiaro: i cittadini italiani sono tutti per i diritti del popolo palestinese, per la fine dell’occupazione e del genocidio e perla libertà assoluta di tutti i territori palestinesi dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo», ha detto Hannoun, ribadendo la sua volontà di cancellare Israele, unica democrazia del Medio Oriente, dalle carte geografiche. Neanche gli accordi firmati da Hamas tranquillizzano il capopopolo: «Tutti parlano di pace e tregua. Vorrei essere ottimista ma quando si tratta di un’entità criminale, che ha tutto l’appoggio dei potenti- dagli Usa, alla Comunità europea fino ai regimi arabi corrotti - non possiamo non sospettare che questa tregua sia una trappola. Questa tregua non è affidabile, perché i garanti, Trump e l’amministrazione Usa, non sono affidabili: sono dei sionisti criminali». Parole al miele anche per l’Italia, quello che dovrebbe essere il suo Paese: «Il governo italiano continua a sostenere un criminale come Netanyahu e a fornire armi usate per uccidere bambini». Non esiste pietà umana nemmeno per gli ostaggi israeliani liberati dai tagliagole. Li ha definiti «soldati israeliani con i cannoni rivolti verso la testa dei palestinesi» e ha richiamato tutti alla mobilitazione spiegando che «la tregua è apparentemente raggiunta, ora aspettiamo che vengano riconsegnati tutti i cadaveri e liberati tutti i prigionieri per vedere dove sta tirando il vento: non ci si può fidare dei criminali israeliani, sono bugiardi e non sono di parola né loro né i mediatori». Una donna a fianco a lui ha poi rincarato la dose: «Torneremo ogni sabato a manifestare perché il nostro obiettivo non è fermare il genocidio ma fermare l’occupante. Trump? Assassino numero uno nel mondo. Meloni? Anche lei complice di questo genocidio, e noi non la perdoneremo mai. Contro questi assassini ci vuole la forza. Non abbiamo bisogno di tante armi ma della fede che noi torneremo lì, alla nostra terra. La Palestina è nostra». Toni concilianti, non c’è che dire. Ma torniamo a Mohammad Hannoun. Imam a Genova, cittadino giordano, già inserito nella black list del Dipartimento del Tesoro americano con l’accusa di essere un finanziatore del terrorismo attraverso l’Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese, nel novembre del 2024 si è beccato un “foglio di via” da Milano per istigazione all’odio e alla violenza. Cos’aveva combinato per meritarsi ciò? Durante il corteo pro Gaza numero 57 per le vie di Milano, a proposito della caccia all’ebreo dopo il fischio finale di Ajax-Maccabi di Europa League, aveva candidamente affermato: «Hanno fatto bene a picchiare i tifosi israeliani perché urlavano morte agli arabi e ai musulmani inneggiando all’esercito criminale israeliano e ai crimini contro i gazawi. Se la sono cercata». Nonostante il bando da Milano, nei successivi cortei che hanno visto anche tensioni con le forze dell’ordine il presidente dei Palestinesi d’Italia ha comunque portato i suoi messaggi telefonando agli organizzatori che a loro volta hanno pompato la sua voce dagli altoparlanti. Ora, colui che a proposito del pogrom del 7 ottobre diceva che si è tratta di «narrazioni non verificate, come il presunto massacro di bambini o gli stupri attribuiti ad Hamas», è tornato fisicamente in piazza. E noi torniamo alla domanda della prima riga: cosa ci fa ancora in Italia questo signore?

‘Malizia Christi’ di Davide Cortese, un inno alla meraviglia filosofica

‘Malizia Christi’ di Davide Cortese, un inno alla meraviglia filosofica

Come di consueto, per i miei venticinque lettori manzoniani, torno a segnalare su queste colonne gemme nascoste del panorama culturale contemporaneo. Oggi esploriamo il filone occulto di autori italiani che riescono a concordare gli opposti, non solo nello stile ma soprattutto nella visione mistico-filosofica. Autori in grado di parlare di temi spirituali, di conoscere la […] L'articolo ‘Malizia Christi’ di Davide Cortese, un inno alla meraviglia filosofica proviene da Il Fatto Quotidiano .

Trump posta il video di Meloni: fegati rossi spappolati

Trump posta il video di Meloni: fegati rossi spappolati

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un videomessaggio al gala per i 50 anni della NIAF (Fondazione Nazionale Italia America), ha difeso le tradizioni condivise tra Italia e Stati Uniti, opponendosi a chi tenta di dividerle. "Ci sono forze che cercano di dividerci, di ridefinire la nostra storia e di distruggere le nostre tradizioni condivise. La chiamano cultura `Woke´", ha dichiarato, riferendosi alle polemiche sul Columbus Day in America. Meloni ha denunciato il tentativo di cancellare le celebrazioni di Cristoforo Colombo: "è un tentativo di cancellare la storia fondamentale degli italoamericani e di negare il loro posto speciale nell'arazzo di questa nazione. Non glielo permetteremo". Ha ribadito che "Il Columbus Day è qui per restare", ringraziando Donald Trump per aver ripristinato le celebrazioni con una recente proclamazione. Meloni ha sottolineato l’alleanza tra Italia e Usa: "Insieme, gli Stati Uniti e l'Italia non sono solo alleati. Siamo i due pilastri del mondo libero". Ha elogiato la NIAF, definendola "la voce incrollabile, il cuore pulsante e la spina dorsale della comunità italoamericana", celebrando il contributo degli italoamericani nella costruzione dell’America moderna, fondata su lavoro, famiglia e fede. Il presidente Sergio Mattarella, tramite l’ambasciatore Marco Peronaci, ha aggiunto: "I cittadini americani di origine italiana contribuiscono a fare grande questo Paese, con ingegno, umanità e laboriosità". Ha lodato i 50 anni della NIAF, che "testimoniano l'orgoglio di essere stati parte della crescita e dello sviluppo di un popolo che ha saputo integrarsi attorno ai valori di libertà, eguaglianza e democrazia", definendola "un punto di riferimento saldo e dinamico, capace di farsi interprete dei tempi e di creare un ponte di dialogo tra passato e futuro". E Donald Trump ha postato un video di 21 secondi di Giorgia Meloni sul suo social Truth e ha anche ripostato un tweet di LynneP in cui la premier viene lodata. "Giorgia Meloni sfida l'Ue e cerca di ottenere un accordo commerciale diretto con Trump. Ben fatto Meloni. È una mossa brillante", è il post di LynneP accompagnato da un altro filmato.

I numeri sulla povertà svelano l’inganno: dietro i record celebrati, una precisa politica di esclusione

I numeri sulla povertà svelano l’inganno: dietro i record celebrati, una precisa politica di esclusione

È il paradosso di un’Italia sospesa tra la retorica della ripresa e la realtà di un malessere che rifiuta di recedere, i dati Istat sulla povertà assoluta nel 2024 dipingono un quadro di inquietante stasi: 5,74 milioni di individui, il 9,8 per cento dei residenti, e 2,22 milioni di famiglie intrappolati in una condizione di […] L'articolo I numeri sulla povertà svelano l’inganno: dietro i record celebrati, una precisa politica di esclusione proviene da Il Fatto Quotidiano .