Secret of a priest influencer: Don’t complicate the message ‘because the Lord is simple’

Secret of a priest influencer: Don’t complicate the message ‘because the Lord is simple’

Father Cosimo Schena is a priest at St. Francis Parish in the Diocese of Brindisi in southern Italy. / Credit: Victoria Cardiel/EWTN News Vatican City, Aug 1, 2025 / 07:00 am (CNA). With more than a million followers across Instagram, TikTok, Facebook, and other platforms, Father Cosimo Schena has become one of the most recognizable faces of the so-called “digital missionary” phenomenon in Italy. “The illness of this century is loneliness, and we listen to each other very little. I try to convey a simple message, because the Lord is simple,” Schena explained. It was four years ago that the priest, philosopher, psychologist, and psychotherapy specialist decided to create a social media profile to proclaim the Gospel in a friendly, positive, and accessible way. “I earned a doctorate in philosophy, then studied psychology and specialized in psychotherapy. And that’s precisely where the need to convey a beautiful message, a positive message, on social media arose. Because when I go online, when I turn on the television, everything is negative, everything is bad… The bad news is news, and the good news is relegated. So I said to myself, ‘Why not give it a try?’”, he explained in conversation with ACI Prensa, CNA’s Spanish-language news partner, just before participating in an event this week with other Catholic influencers at the Via della Conciliazione auditorium, a few steps from the Vatican. Little by little, he began posting inspirational quotes and then motivational and spiritual videos. The response he found online was surprising: “I’ve gained more than a million followers across different platforms, and the ages vary, from the youngest to the oldest.” Not everyone who follows him is Catholic. “There are many people who don’t believe in God and follow me, and they say, ‘Look, even though I don’t believe, I like you as a priest because of what you say.’ What makes me smile in a positive way is that, after all, Jesus is for everyone,” he explained. He felt the call to the priesthood in the parish, inspired by the credible witness of his pastor, “which made me wonder if I too could make that decision,” Schena related. After years of discernment, he left his studies in computer engineering to enter the seminary. He was ordained a priest at 30, and at 40, he discovered that there is a mission to fulfill not only in the sacristy but also in the digital world. The key, he insisted, is to not complicate the message: “I truly hope that this — experiencing the digital world — will be cleaner, more beautiful, conveying a simple message, without complicating it, because the Lord is simple.” The face of a new pastoral ministry He is now a priest at St. Francis Parish in the Diocese of Brindisi in southern Italy and has noticed that his online work has had a direct impact: “The number of people coming to my church has doubled. Not only thanks to the local faithful, but above all because of those who come specifically from other cities in Italy to hear the homily or confess.” This phenomenon of digital missionaries has gained such strength that the Vatican celebrated July 28–29 the Jubilee of Digital Missionaries and Catholic Influencers, an official recognition — the first — of this new form of evangelization. “Until a few years ago, the higher-ups looked at us with suspicion,” Schena acknowledged. ‘Loneliness is the great disease of this century’ Beyond likes and algorithms, Schena perceives a profound need in those who follow him: “Now I receive, some days, even a thousand messages a day, between private messages and emails. Many people write me super-long emails, and at the end they say: ‘You don’t need to reply. The important thing is that someone has listened to me.’ That makes me feel good, because the illness of this century is truly loneliness. And we listen to each other very little.” For Schena, behind all this lies a spiritual emptiness: “Unfortunately, this society has imposed individualism on us, and we have welcomed it with open arms. In this sense, the message of Jesus, of Christ, reaches these people and makes them feel better, even if they are not believers.” This story was first published by ACI Prensa, CNA’s Spanish-language news partner. It has been translated and adapted by CNA.

Sorpasso azzardato, l'auto prende il volo

Sorpasso azzardato, l'auto prende il volo

Incidente impressionante a Borgo a Mozzano (Lucca). Nel pomeriggio di martedì 29 luglio un'automobilista, durante un sorpasso azzardato, ha preso il controllo dell'auto volando sul terrapieno in cemento del lato destro della carreggiata per poi ribaltarsi. Il conducente della macchina è stato portato in ospedale in gravi condizioni.

Salvini: errore riconoscere Palestina governata da tagliagole Hamas

Salvini: errore riconoscere Palestina governata da tagliagole Hamas

Pesaro, 1 ago. (askanews) - Riconoscere la Palestina è "un errore, fino a quando lo Stato è controllato dai terroristi e dai tagliagole di Hamas è un errore. L'obiettivo di due popoli e due stati che convivono pacificamente è chiaro, ma riconoscere uno stato gestito da terroristi islamici è un errore clamoroso". Lo ha detto il vicepremier, Matteo Salvini, a Pesaro per la campagna elettorale in vista delle elezioni regionali nelle Marche.

Migranti, Salvini: Corte Ue scandalosa, cancella sovranità nazionale

Migranti, Salvini: Corte Ue scandalosa, cancella sovranità nazionale

Milano, 1 ago. (askanews) - "La sentenza che arriva dalla Corte Europea contro l'Italia è scandalosa, imbarazzante, limita la possibilità di controllare i confini e contrastare i trafficanti di esseri umani e limitare gli sbarchi". Lo ha detto il vicepremier, Matteo Salvini, a Pesaro per la campagna elettorale in vista delle elezioni regionali. La decisione, ha sottolineato, "cancella la sovranità nazionale: è pericolosa, l'ennesima dimostrazione di un'Europa che non funziona. Questo mi preoccupa da italiano: se qualcuno mi limita la possibilità di controllare i confini è un grosso problema". Parlando con i cronisti, Salvini ha poi ribadito che "decidere se un Paese è sicuro o meno è una decisione politica" e "che sia qualche magistrato a decidere è una decisione politica: si candidi, perché ne sono sbarcati troppi. Questa sentenza - ha concluso - è grave, un precedente grave. Queste istituzioni sono un danno".

“Mai mi sarei aspettato questa diagnosi a 46 anni. Dal cancro ho imparato molto, ma non lo augurerei a nessuno”: parla l’attore di Dawson’s Creek James Van Deer Beek

“Mai mi sarei aspettato questa diagnosi a 46 anni. Dal cancro ho imparato molto, ma non lo augurerei a nessuno”: parla l’attore di Dawson’s Creek James Van Deer Beek

Dopo aver rivelato, lo scorso novembre, di aver scoperto di avere un cancro al colon retto al terzo stadio, l’attore James Van Der Beek è tornato a parlare della sua battaglia, trasformando la sua esperienza in un potente messaggio di prevenzione. E nel frattempo, è tornato a fare ciò che ama: recitare. L’indimenticato protagonista di […] L'articolo “Mai mi sarei aspettato questa diagnosi a 46 anni. Dal cancro ho imparato molto, ma non lo augurerei a nessuno”: parla l’attore di Dawson’s Creek James Van Deer Beek proviene da Il Fatto Quotidiano .

Davidovich Fokina si lamenta per l’ora del suo match: “Devo alzarmi presto”. Evans lo massacra: “Ma svegliati e gioca, patetico. La gente normale alle 8 lavora”

Davidovich Fokina si lamenta per l’ora del suo match: “Devo alzarmi presto”. Evans lo massacra: “Ma svegliati e gioca, patetico. La gente normale alle 8 lavora”

“Sei patetico. Svegliati e gioca. La gente lavora dalle 9 alle 17, anzi alcuni anche dalle 8 alle 16″. Daniel Evans senza troppi giri di parole attacca duramente Alejandro Davidovich Fokina. Che cosa è successo? Il tennista spagnolo è attualmente impegnato al Masters 1000 di Toronto, in Canada, e affronterà oggi – 1 agosto – […] L'articolo Davidovich Fokina si lamenta per l’ora del suo match: “Devo alzarmi presto”. Evans lo massacra: “Ma svegliati e gioca, patetico. La gente normale alle 8 lavora” proviene da Il Fatto Quotidiano .

È scontro tra governo e Corte Ue su migranti e Paesi sicuri: la sorpresa per la sentenza

È scontro tra governo e Corte Ue su migranti e Paesi sicuri: la sorpresa per la sentenza

Fino all'entrata in vigore di un nuovo regolamento destinato a sostituire la direttiva attualmente applicabile, uno Stato membro dell'Unione europea non può designare come Paese di origine ''sicuro'' un Paese terzo che non soddisfi, per alcune categorie di persone, le condizioni sostanziali di questa designazione. È quanto ha stabilito la Corte di Giustizia dell'Ue, nella sentenza che riguarda il caso di due cittadini del Bangladesh che erano stati portati dalle autorità italiane in un Cpt in Albania. Nel Cpt in Albania, i due cittadini del Bangladesh, soccorsi in mare, avevano presentato una domanda di protezione internazionale, la quale - esaminata secondo la procedura accelerata di frontiera - è stata respinta in quanto infondata, con la motivazione che il Bangladesh è considerato ''sicuro''. I due hanno fatto ricorso al Tribunale ordinario di Roma, che si è rivolto alla Corte di Giustizia per chiarire l'applicazione del concetto di Paese di origine sicuro e gli obblighi degli Stati membri in materia di controllo giurisdizionale effettivo. Il giudice sostiene che, contrariamente al regime precedente, l'atto legislativo dell'ottobre 2024 non precisa le fonti di informazione sulle quali il legislatore italiano si è basato per valutare la sicurezza del Paese. Pertanto, sia il richiedente sia l'autorità giudiziaria si troverebbero privati della possibilità, rispettivamente, di contestare e controllare la legittimità di questa presunzione di sicurezza, esaminando in particolare la provenienza, l'autorità, l'affidabilità, la pertinenza, l'attualità e l'esaustività delle fonti. La Corte risponde che il diritto dell'Unione non osta a che uno Stato membro proceda alla designazione di un Paese terzo quale Paese di origine sicuro mediante un atto legislativo, purché la designazione possa essere oggetto di un controllo giurisdizionale effettivo. La Corte sottolinea anche che le fonti di informazione su cui si fonda la designazione di Paese terzo sicuro devono essere "sufficientemente accessibili", sia per il richiedente che per il giudice. Questa prescrizione mira a garantire una tutela giurisdizionale effettiva, consentendo al richiedente di difendere efficacemente i suoi diritti e al giudice nazionale di esercitare pienamente la propria funzione giurisdizionale. Peraltro, il giudice può, quando verifica se la designazione rispetti le condizioni previste dalla direttiva, tener conto delle informazioni raccolte, a condizione di verificarne l'affidabilità e di garantire a entrambe le parti la possibilità di presentare le loro osservazioni su queste informazioni supplementari. Finché la direttiva in vigore non sarà sostituita dal nuovo regolamento, comunque, non sarà possibile designare come Paese terzo sicuro un Paese che non lo sia per tutta la sua popolazione. Il nuovo regolamento, che consente di prevedere eccezioni per alcune categorie di persone chiaramente identificabili e che quindi dovrebbe consentire di risolvere questo problema (cioè il fatto che ad oggi, a norma di legge, un Paese non può essere considerato sicuro se non lo è per la totalità della sua popolazione), entrerà in vigore il 12 giugno 2026, quindi tra meno di un anno. Ma il legislatore Ue, sottolinea infine la Corte, può anticiparne la data di entrata in vigore. Immediata la replica di Palazzo Chigi in una nota: “Sorprende la decisione della Corte di Giustizia Ue in merito ai Paesi sicuri di provenienza dei migranti illegali. Ancora una volta la giurisdizione, questa volta europea, rivendica spazi che non le competono, a fronte di responsabilità che sono politiche. La Corte di Giustizia Ue - prosegue il comunicato - decide di consegnare a un qualsivoglia giudice nazionale la decisione non sui singoli casi, bensì sulla parte della politica migratoria relativa alla disciplina dei rimpatri e delle espulsioni degli irregolari. Così, ad esempio, per l'individuazione dei cosiddetti Paesi sicuri fa prevalere la decisione del giudice nazionale, fondata perfino su fonti private, rispetto agli esiti delle complesse istruttorie condotte dai ministeri interessati e valutate dal Parlamento sovrano. È un passaggio che dovrebbe preoccupare tutti,incluse le forze politiche che oggi esultano per la sentenza, perché riduce ulteriormente i già ristretti margini di autonomia dei Governi e dei Parlamenti nell'indirizzo normativo e amministrativo del fenomeno migratorio". "La decisione della Corte indebolisce le politiche di contrasto all'immigrazione illegale di massa e di difesa dei confini nazionali. È singolare che ciò avvenga pochi mesi prima della entrata in vigore del Patto Ue su immigrazione e asilo, contenente regole più stringenti, anche quanto ai criteri di individuazione di quei Paesi, un Patto frutto del lavoro congiunto della Commissione, del Parlamento e del Consiglio dell'Unione europea. Il Governo italiano - conclude la nota - per i dieci mesi mancanti al funzionamento del Patto europeo non smetterà di ricercare ogni soluzione possibile, tecnica o normativa, per tutelare la sicurezza dei cittadini". Pochi minuti dopo la diffusione della nota ufficiale di Palazzo Chigi la premier Giorgia Meloni ha condiviso sui suoi canali social lo stesso testo del comunicato.

Tutte le volte che Milano è finita sotto inchiesta: i grandi scandali della città prima dell’urbanistica

Tutte le volte che Milano è finita sotto inchiesta: i grandi scandali della città prima dell’urbanistica

Non c'è solo l'inchiesta sull'Urbanistica: i grossi scandali che hanno avuto la città di Milano e la Lombardia come protagoniste sono state diverse. Da Mani Pulite, cominciata con l'arresto di Mario Chiesa al Pio Albergo Trivulzio, alla Rimborsopoli tra i consiglieri della Regione, fino alla corruzione di chi ha approfittato degli ingenti investimenti arrivati per Expo nel 2015. Continua a leggere