
C’est l’hécatombe au FC Barcelone avant le Clasico !
Après Lamine Yamal, Dani Olmo, Ferran Torres et Raphinha, un autre Blaugrana est touché. Il s’agit de Robert Lewandowski. Le Polonais manquera à coup sûr le Clasico du 26 octobre. Le Paris (…)
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Revocato l'incarico Articolo Garlasco, Lovati non è più l’avvocato di Andrea Sempio su Live Sicilia .
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«È sempre stato così, egoista o no, è ciò che ho sempre desiderato», ha spiegato l’attrice, che non ha mai nascosto di aver affrontato un lungo percorso di fecondazione in vitro che non ha avuto successo e di aver, alla fine, fatto pace con la realtà
Una città sospesa, silenziosa, blindata. La lunga notte di Italia-Israele a Udine è trascorsa tra posti di blocco, pattuglie e strade deserte, mentre cecchini e militari vegliavano sull’ hotel Friuli , dove la nazionale israeliana ha trascorso le ore prima della sfida con l’Italia. Nel cuore della città, nessun movimento oltre i cordoni di sicurezza: accessi limitati, traffico bloccato, finestre chiuse e un’atmosfera surreale, ben lontana dalla consueta vigilia di una partita di calcio. Perché qui, martedì sera, si giocheranno due partite. Una sull’erba del Bluenergy Stadium , dove gli Azzurri di Spalletti inseguono punti pesanti verso il Mondiale . L’altra, nelle piazze e per le vie del centro, dove il tema non sarà sportivo ma politico. Mentre sugli spalti sono attesi circa 10 mila spettatori (a fronte dei 25 mila posti dell’impianto), altrettanti manifestanti pro-Palestina sfileranno in corteo dalle 17.30, con un percorso che attraverserà il cuore della città. L’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive ha classificato Italia-Israele come evento di grado 4 , il massimo livello di rischio. Il timore è quello di infiltrazioni di frange estremiste e di incidenti legati alla tensione internazionale, nonostante la tregua siglata lunedì a Sharm el-Sheikh. Per questo il piano di sicurezza è imponente: oltre mille uomini tra polizia, carabinieri, finanza e militari presidieranno stadio e centro storico, supportati da droni ed elicotteri. L’intero quartiere attorno all’hotel della delegazione israeliana è stato sigillato e le zone adiacenti allo stadio dichiarate off-limits. Come un anno fa — era il 14 ottobre 2024, sempre Italia-Israele, sempre a Udine — la città torna epicentro di una sfida ad alta tensione. Allora i numeri erano diversi: poco più di undicimila spettatori dentro e duemila manifestanti fuori. Oggi le proporzioni si ribaltano e il clima si è fatto più teso. Le misure disposte dal prefetto Domenico Lione prevedono anche il divieto di vendita di bottiglie di vetro, lattine o contenitori rigidi, dentro e fuori i locali. Bar e ristoranti del centro dovranno togliere tavoli, sedie e fioriere dai dehors fino al termine del corteo. Dall’altra parte della città, la manifestazione organizzata dal Comitato per la Palestina di Udine, insieme alla Comunità Palestinese del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, ha raccolto l’adesione di quasi trecento sigle tra associazioni, collettivi e movimenti. Nonostante gli appelli del governo a sospendere il corteo dopo l’accordo di pace, gli organizzatori non hanno fatto un passo indietro. Tra i presenti ci sarà anche Amnesty International Italia, con il portavoce Riccardo Noury, che ha lanciato un appello a Fifa e Uefa: “È il momento che assumano le proprie responsabilità e sospendano Israele dalle competizioni internazionali”. Con una vittoria i playoff sarebbero al sicuro per la Nazionale di c.t. Gennaro Gattuso , che opta per il 3-5-2 con Donnarumma; Di Lorenzo, Mancini, Calafiori; Cambiaso, Barella, Locatelli, Tonali, Dimarco; Raspadori e Retegui. Per Israele sarà 5-4-1, con D. Peretz; Dasa, E. Peretz, Baltaxa, Blorian, Revivo; Biton, Gloukh, Abu Fani, Solomon e Khalaili. Che sia un’altra partita terminata a suon di gol come nell’andata sul campo neutro ungherese? Il campo dirà.
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Il presidente americano ha criticato lo scatto scelto dal settimanale: "Articolo relativamente bello, ma la foto potrebbe essere la peggiore di tutti i tempi"
Esperti, valorosi, facevano parte dei reparti speciali. Proprio per questo erano stati chiamati ad intervenire sul posto, questa mattina. L'operazione era considerata a rischio, perché già l'anno scorso i tre fratelli con problemi finanziari e ipotecari avevano saturato il casolare di gas. Servivano persone addestrate. Si chiamavano Marco Piffari, Davide Bernardello e Valerio Daprà. Tre nomi, tre vite spezzate. Sono i carabinieri morti mentre facevano il loro dovere, a Castel D'azzano, Verona. quando hanno spalancato la porta sono stati investiti dalla deflagrazione e per loro non c'è stato nulla da fare.
(Adnkronos) - Progetto 'Genoma Puglia' realizzato nell’ospedale Di Venere (Bari), utilizza le più avanzate tecniche di sequenziamento, a partire da una goccia di sangue prelevata dal tallone del neonato
A Castel d’Azzano l’esplosione che ha ucciso tre carabinieri è stata "un fatto volontario", secondo il procuratore di Verona Raffaele Tito. Non era uno sfratto, bensì una perquisizione. L’innesco, forse con una molotov, sarebbe stato preparato da tempo dai fratelli Ramponi. Continua a leggere
Dopo le sue dichiarazioni in tv, nei prossimi giorni un sostituto