La solidarietà del Tempo per Ranucci: conosciamo clima di odio verso giornalisti liberi, vai avanti più forte ancora

La solidarietà del Tempo per Ranucci: conosciamo clima di odio verso giornalisti liberi, vai avanti più forte ancora

«Caro Sigfrido Ranucci odio e paura per le tue inchieste muove la gente peggiore. La solidarietà mia e de Il Tempo. Il clima di odio e minacce contro i giornalisti liberi ahimè lo conosco bene. Ma so anche che andrai avanti più forte e libero di prima». È questo il messaggio, pubblicato su X, da Tommaso Cerno, direttore de Il Tempo, che esprime la propria solidarietà e quella di tutta la redazione del giornale nei confronti di Ranucci, giornalista Rai e conduttore di Report. Ieri sera due potenti esplosioni hanno distrutto le automobili del giornalista e di sua figlia, parcheggiate davanti alla loro abitazione a Campo Ascolano, frazione di Pomezia. Le vetture, posteggiate lungo la strada, sono esplose e si sono incendiate, provocando un forte spavento tra i residenti. Il conduttore di Report ha denunciato la gravità dell'accaduto, parlando apertamente di un attentato: «Due ordigni hanno distrutto le automobili parcheggiate davanti casa a Campo Ascolano, alle porte di Roma. Le deflagrazioni sono state così forti da scuotere l'intero quartiere». Sull'episodio indaga la Direzione Investigativa Antimafia. Il pubblico ministero della Dda, Carlo Villani, coordinato dall'aggiunto Ilaria Calò, procede con l'ipotesi di danneggiamento aggravato dal metodo mafioso, in attesa delle prime relazioni da parte delle forze dell'ordine intervenute sul posto. L'account X della trasmissione Report ha spiegato la dinamica: «L'auto è saltata in aria, danneggiando anche l'altra auto di famiglia e la casa accanto. Sul posto carabinieri, Digos, vigili del fuoco e scientifica. La Procura di competenza si è attivata per le verifiche necessarie ed è stato avvisato il Prefetto. La potenza dell'esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento». Nessuno è rimasto ferito, ma la figlia del giornalista era passata da casa poco prima della deflagrazione. «È passata davanti alla mia auto pochi minuti prima dell'esplosione. Avrebbero potuto ammazzare una persona, avrebbero potuto ammazzare mia figlia. Hanno usato almeno un chilo di esplosivo», ha raccontato Ranucci ai microfoni di Rainews. Secondo la ricostruzione, la figlia aveva parcheggiato la propria vettura vicino a quella del padre circa venti minuti prima dell'esplosione. L'auto di Ranucci, invece, era stata lasciata lì dal figlio nel primo pomeriggio: «Mio figlio l'aveva parcheggiata dove è esplosa alle 13.20 di ieri». Il giornalista, visibilmente scosso, ha poi denunciato il clima crescente di ostilità nei suoi confronti: «C'è un clima di isolamento e di delegittimazione nei miei confronti, negli ultimi mesi ho ricevuto varie minacce, tutte oggetto di denuncia: mi hanno mandato un proiettile di P38, sono stato pedinato da personaggi identificati dalla mia scorta, sono stato oggetto di dossieraggi anche dall'estero». Sigfrido Ranucci vive sotto scorta dal 2014, dopo le minacce di morte ricevute da ambienti mafiosi. Le indagini proseguono per chiarire la natura e la matrice dell'attentato. Caro @SigfridoRanucci odio e paura per le tue inchieste muove la gente peggiore. La solidarietà mia e de Il Tempo. Il clima di odio e minacce contro i giornalisti liberi ahimè lo conosco bene. Ma so anche che andrai avanti più forte e libero di prima — Tommaso Cerno (@Tommasocerno) October 17, 2025