Strage di Bologna, contestata la ministra Bernini: “Non crediamo alla solidarietà del governo” – Video

Strage di Bologna, contestata la ministra Bernini: “Non crediamo alla solidarietà del governo” – Video

“Crediamo alla sua personale buona fede, ma non alla solidarietà del governo“. Lo ha gridato, al termine del discorso della ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, nel cortile del Comune di Bologna, un contestatore isolato, che ha ricordato tra gli applausi del pubblico come le sentenze attribuiscano alla strage una matrice neofascista e […] L'articolo Strage di Bologna, contestata la ministra Bernini: “Non crediamo alla solidarietà del governo” – Video proviene da Il Fatto Quotidiano .

L'approccio prudente di Italia e Germania per riconoscere la Palestina senza aiutare Hamas

L'approccio prudente di Italia e Germania per riconoscere la Palestina senza aiutare Hamas

Europa, Israele, Gaza. Sono mesi drammatici per Gaza, lo sappiamo, e le immagini del conflitto, giorno dopo giorno, offrono sempre minori ragioni per essere ottimisti sul futuro del medio oriente. Attorno agli equilibri in medio oriente, le partite diplomatiche che si stanno giocando sono almeno tre. La più importante, e silenziosa, è quella che riguarda i paesi arabi, da mesi candidati ad avere un ruolo centrale in una possibile transizione a Gaza. La più rumorosa, ovviamente, è quella trumpiana, il cui fine è quello di mettere in campo una politica di softpower robusta per spingere Netanyahu lontano da Gaza . La meno importante, ma che comunque inizia a muoversi, è quella europea, tra le diplomazie mondiali, e seppure con mille cautele qualcosa si muove. La Francia e il Regno Unito, nell'ultima settimana, hanno annunciato, come aveva già scelto di fare la Spagna, di essere pronti a riconoscere unilateralmente la Palestina, senza far seguire questa scelta a un'eventuale trattativa finalizzata al riconoscimento dei due popoli e due stati, come si tentò di fare nel 2000 a Camp David. L'Italia, insieme con la Germania, ha scelto una strada diversa: chiedere un cessate il fuoco senza fare un passo in avanti nella legittimazione anche indiretta di Hamas . A questa strategia, di prudenza, se ne affianca un'altra. E sarebbe una svolta: niente riconoscimento della Palestina, niente sanzioni europee, ma apertura a un gesto simbolico: sospendere Israele dal programma scientifico Horizon. Svolte in arrivo? Chissà. Quello che avete letto è un estratto dalla newsletter del direttore Claudio Cerasa, La Situa. Potete iscrivervi qui, è semplice, è gratis

Pellacani bronzo mondiale individuale dai 3 metri, 3° podio a Singapore

Pellacani bronzo mondiale individuale dai 3 metri, 3° podio a Singapore

SINGAPORE (ITALPRESS) – Dopo il bronzo dal metro e lo storico trionfo nel sincro misto con Matteo Santoro, Chiara Pellacani si regala anche il bronzo individuale dal trampolino 3 metri ai Mondiali di Singapore. L'azzurra mette a referto il punteggio di 323.20 e precede la tedesca Lena Hentschel (321.60). Oro alla cinese Yiwen Chen (389.70), che chiude la finale davanti alla connazionale Jia Chen (356.40). Sesta posizione invece per l'australiana Maddison Keeney, che vede sfumare il podio: due punti di penalità per lei nell'ultima rotazione che porta solamente il punteggio di 44.20 per un totale di 310.60. Decimo posto invece per l'altra azzurra Elisa Pizzini con 280,80 punti. “Sono molto emozionata per questa medaglia, ci tenevo tantissimo. Dal quarto posto di Parigi me l'ero legata al dito e ho lavorato tanto. Ha un valore molto importante per me”, ha detto a Rai Sport Pellacani. Salire sul podio è “sempre la stessa emozione, non ci si fa l'abitudine. Vedere le due bandiere cinesi insieme a quella italiana è un'emozione indescrivibile”, ha aggiunto l'azzurra, che pensa già al futuro: “So qual è il lavoro da fare in vista delle Olimpiadi, sono pronta a farlo. Alla fine i risultati arrivano nel momento giusto, continuerò a lavorare fino al 2028 con lo stesso obiettivo”. Poi è il momento delle dediche: “Ribadisco che ci sono tante persone dietro questa medaglia, ringrazio le Fiamme Gialle che mi hanno sostenuto tantissimo in questo percorso, lasciandomi studiare e allenarmi negli Stati Uniti. E' anche grazie a loro se sono qui. Poi la dedica va alla mia famiglia e al mio allenatore”. L'unico precedente di tre medaglie conquistate in un'unica edizione iridata risale a Kazan 2015 quando Tania Cagnotto vinse dal metro e conquistò i bronzi dai tre metri e nel trampolino 3 metri misto con Maicol Verzotto. – Foto Ipa Agency – (ITALPRESS).

Strage di Bologna, la lettera a La Russa: "Occorre riflettere su scenari diversi"

Strage di Bologna, la lettera a La Russa: "Occorre riflettere su scenari diversi"

La quaranticinquesima ricorrenza della strage di Bologna segnala conclusione di un'interminabile vicenda giudiziaria. Lo scorso primo luglio la Cassazione ha confermato la condanna all'ergastolo a Paolo Bellini, ritenuto responsabile dell'attentato in concorso con gli ex esponenti del gruppo terroristico dei Nar giudicati in precedenza. La verità attestata nei tribunali però continua a non convincere una parte dell'opinione pubblica. Quello a Bellini infatti non è stato un vero processo ai mandanti. Questi ultimi infatti erano tutti morti già da tempo e non hanno potuto esercitare alcun diritto di difesa. Lo stesso movente della strage è rimasto oscuro, per ammissione degli stessi giudici. L'eccidio è stato però inserito in una più ampia strategia del terrore, di matrice pidduista e con la partecipazione di esponenti missini, che avrebbe mirato a colpire il Pci e l'ordinamento democratico per instaurare in Italia un regime autoritario. Proprio i forti dubbi nutriti sulla cornice storico-politica offerta dalle sentenze hanno indotto alcuni esperti a diffondere una lettera aperta al Presidente del Senato Ignazio La Russa. I giornalisti Gian Paolo Pelizzaro e Gabriele Paradisi, insieme agli avvocati Valter Biscotti e Valerio Cutonilli, hanno rinnovato le loro perplessità nei riguardi della ricostruzione giudiziaria, a loro avviso evanescente, che in assenza delle dovute confutazioni rischia d'intossicare anche l'odierna dialettica politica. I quattro hanno precisato di non occuparsi di politica e di non voler offrire pretesti a chi vuole innescare polemiche strumentali nei confronti delle forze di governo. Ritengono però che, con il dovuto rispetto e nella consapevolezza che le sentenze definitive debbano essere sempre portate a esecuzione, sia legittimo esercitare i diritti sanciti dall'art. 21 della Costituzione e criticare le motivazioni poste dai giudici a fondamento della loro decisione. Nel caso della strage di Bologna, osservano, non è possibile per gli esponenti di Fratelli d'Italia dichiarare pubblicamente la condivisione di dette motivazioni attribuendo quindi a esponenti missini un ruolo cruciale nei progetti stragisti- e al contempo conservare nel logo del proprio partito la fiamma tricolore che del Msi fu sin dalla costituzione il simbolo. Gli autori della lettera aperta invitano a riflettere sulla totale inattendibilità del testimone che sorregge l'intero impianto accusatorio, un malavitoso chiamato Massimo Sparti che nel 1982 ottenne la scarcerazione grazie a un tumore rivelatosi inesistente. Invitano quindi a riflettere su uno scenario più scomodo e che fu scoperto ai tempi della commissione Mitrokhin: «Nella relazione finale presentata dai membri del centro-destra veniva dato atto delle acquisizioni occorse durante i lavori che portavano a collocare l'attentato in un inconfessabile scenario di crisi internazionale - che aveva portato a emersione le pericolose contraddizioni di quella "diplomazia" coltivata all'epoca dai governi italiani parallelamente a quella ufficiale (il cosiddetto Lodo Moro) – e a individuare le responsabilità materiali nell'organizzazione eversiva guidata dal terrorista venezuelano noto con il nome di Carlos». Nella lettera vengono poi richiamate le scoperte effettuate nel 2019 dai periti della Corte d'Assise di Bologna, durante il processo Cavallini (il Dna di una donna mai identificata), che sembrano confermare le rivelazioni del presidente emerito Cossiga che, prima di morire, dichiarò che la valigia esplose nella stazione di Bologna mentre veniva trasportata il reale obiettivo: «Nella perizia esplosivistica... viene spiegato che i resti della donna non identificata sono quelli che in assoluto contengono le maggiori tracce dell'esplosivo militare utilizzato nella strage. Tali residui umani quindi provengono con certezza dalle macerie della stazione di Bologna. Atteso il quantitativo di esplosivo rinvenuto, essi appartenevano a una donna molto vicina alla valigia con l'esplosivo». Pelizzaro, Paradisi, Biscotti e Cutonilli quindi invitano a non fare mistero delle perplessità sulla verità giudiziaria della strage di Bologna, diffuse anche negli ambienti politici, perché la parola fine non è stata ancora scritta.