Bello Figo, sfregio all'Italia: "Tutto stupendo prima di venire qua"

Bello Figo, sfregio all'Italia: "Tutto stupendo prima di venire qua"

"Era tutto stupendo fin quando mi ritrovo a venire qua", in Italia. A dirlo è Paul Yeboah, in arte Bello Figo . Lo YouTuber e cantante ghanese racconta al podcast One More Time racconta la sua infanzia e non solo. "Siamo atterrati a Milano, mi guardo intorno ed era un mondo diverso. Non mi sono mai in realtà ambientato fino a un paio di anni fa". Arrivato in Italia nel 2004, "me ne restavo solo nella mia cameretta perché io poi di carattere sono timido e non uscivo mai, di amici non ne avevo. La cosa che mi ha aiutato tanto ad esprimermi è stata la musica. Ho iniziato a cantare e a scrivere le prime cose in inglese seguendo un po’ i miei idoli". E proprio grazie a canzoni come "Non pago affitto" e "Pasta col tonno" ha raggiunto la celebrità: "Facevo sentire alla gente che capitava: 'ce l’hai, c’è il flow'. Poi però arrivano le prime critiche sfidanti sul provare a farlo in italiano. Non parlavo bene in italiano quindi ho sempre tenuto in stand-by la cosa fino al 2010, 2011. La mia visione era importare i miei idoli americani in italiano. Non avevo filtri, precisione. Interpretavo il loro personaggio. Mi veniva male perché non avevo la possibilità come loro di andare in studio". [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44112880]] È da lì che nasce "Non pago affitto". "Era la fase in cui vivevo in casa con i miei. Non trovavo lavoro, i miei mi pagavano l’affitto, quindi effettivamente non lo pagavo. Inizialmente non parlavo di politica. Poi esce questo video sugli immigrati che si scontrano con gli italiani; quindi, decido di provare a parlarne anche se non c’entravo. Per me era simpatica". Poi qualcosa è cambiato: "Esce e mi chiamano per fare un’intervista in tv. La mia figura lì era quella del profugo, quello della canzone che loro dovevano giudicare, anche se non era vero. 'Vergogna… per colpa tua… sei un profugo '. Io ridevo perché non ero un profugo. Tornato a casa vedo mille meme e mi richiamano in tv, ma ho rifiutato perché, dopo quella trasmissione i media continuano ancora a utilizzare quello show. Lì mi sono sentito usato. Se entravo in un bar ero visto come quello lì che insulta gli italiani. La gestivo con un po’ di sorrisi. Mi dispiaceva, soffrivo perché non era mia intenzione creare una discussione nazionale". Ecco allora che è addirittura intervenuta la Digos: "La Digos mi è venuta in casa: 'abbiamo visto delle minacce alle tue serate'".

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