Inchiesta urbanistica, il gip: “Ai migliori offerenti la pianificazione del territorio”. Pella: “A Marinoni il 70%-80% delle commesse”

Inchiesta urbanistica, il gip: “Ai migliori offerenti la pianificazione del territorio”. Pella: “A Marinoni il 70%-80% delle commesse”

“La pianificazione del territorio” di Milano, una vera e propria “spartizione”, era subappaltata “agli speculatori” dai pubblici ufficiali che “svendono le rispettive prerogative ai migliori offerenti”. Il giorno dopo l’ordinanza del gip di Milano, Mattia Fiorentini, che ha disposto sei arresti nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica dei pm di Milano, le difese si preparano a ricorrere al […] L'articolo Inchiesta urbanistica, il gip: “Ai migliori offerenti la pianificazione del territorio”. Pella: “A Marinoni il 70%-80% delle commesse” proviene da Il Fatto Quotidiano .

Alberto Zangrillo umiliato dal Genoa: "No all'abbonamento, persona non gradita"

Alberto Zangrillo umiliato dal Genoa: "No all'abbonamento, persona non gradita"

Una vicenda che ha del clamoroso, e che ha coinvolto Alberto Zangrillo , ex presidente del Genoa e attualmente membro del consiglio di amministrazione del club. Il professore genovese si è visto rifiutare la possibilità di acquistare un abbonamento per seguire la stagione 2025-2026 dalla tribuna del Ferraris. Lo ha raccontato lui stesso, confermando quanto accaduto e spiegando di aver presentato un esposto alla Procura in seguito all’episodio. Figura molto nota al pubblico per il suo ruolo di medico personale di Silvio Berlusconi e primario al San Raffaele di Milano, Zangrillo è anche un grande tifoso del Genoa, club che ha guidato da presidente in passato. Dopo aver lasciato quella carica, avrebbe voluto tornare sugli spalti da semplice sostenitore. Ma qualcosa si è messo di traverso. Secondo quanto riferito da Zangrillo al Corriere della Sera , infatti, si era recato al ticket office del Porto Antico per sottoscrivere l’abbonamento, ma è stato fermato . Un dirigente del club, Marco Trucco , lo avrebbe accompagnato in un’area riservata per comunicargli che il Genoa non gradiva la sua presenza: “Mi ha detto che ero persona non gradita. È stato umiliante”, ha dichiarato Zangrillo. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43577073]] Alla base del rifiuto potrebbe esserci il suo coinvolgimento, in qualità di testimone, in una controversia legale tra la nuova proprietà rossoblù e A-Cap, società americana creditrice dell’ex gruppo dirigente, i 777 Partners. A-Cap ha contestato invano l’ingresso dell’attuale azionista di maggioranza Dan Sucu, che ha rilevato la maggioranza tramite un aumento di capitale lo scorso dicembre. A questo punto, niente abbonamento: "Sono costretto, evidentemente. Chissà che un giorno non compri io il Genoa...".

ACADI-EGP lanciano l'allarme sul gioco: "Sta crollando il gettito per lo Stato e sono a rischio legalità e giocatori"

ACADI-EGP lanciano l'allarme sul gioco: "Sta crollando il gettito per lo Stato e sono a rischio legalità e giocatori"

Anche quest’anno una perdita di 300 milioni di euro per l’erario grazie alle restrizioni locali, senza che diminuiscano i giocatori patologici e mentre aumentano i volumi giocati su segmenti alternativi. “L’Associazione Concessionari di Apparecchi da Intrattenimento (ACADI) e l’Associazione Italiana Esercenti Giochi Pubblici (EGP-FIPE) esprimono forte preoccupazione per il progressivo e costante crollo del gettito derivante dagli apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro (AWP e VLT), che da anni rappresentano una delle principali voci di entrata del comparto del gioco pubblico. Non si tratta più soltanto di una crisi di settore, ma di una vera emergenza per la finanza pubblica e per la tenuta dell’intero sistema legale di offerta di gioco. Secondo i dati ufficiali del Rendiconto dello Stato, il Prelievo Erariale Unico (PREU) mostra un trend in costante discesa: nel solo 2024 si registra una perdita di oltre 260 milioni di euro, che diventano più di 1,5 miliardi rispetto al 2019, con ulteriori 300 milioni stimati in negativo per l’anno in corso. Nonostante questi numeri allarmanti, il bilancio dello Stato per il 2025 continua ad assumere proiezioni di entrata irrealistiche, ignorando le tendenze gestionali già aggiornate al primo semestre e disponibili presso l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Il rischio concreto è quello di continuare a costruire capitoli di bilancio su numeri virtuali, mentre nella realtà lo Stato perde risorse e l’intero presidio del gioco legale viene indebolito. Le ragioni di questa crisi sono evidenti. Negli ultimi dieci anni, le aliquote fiscali sugli apparecchi sono più che raddoppiate: basti pensare che il PREU sulle AWP è passato dal 13% al 24% delle somme giocate. Contestualmente, il montepremi è stato ridotto: per le AWP si è passati dal 75% al 65% delle somme giocate restituite in vincite. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: i giocatori si spostano verso altri prodotti di gioco legale con payout più attraenti oppure verso canali distributivi diversi, spesso non tracciati. Gli operatori faticano a sostenere l’offerta legale, anche a causa delle numerose limitazioni imposte dalle normative regionali e comunali, mai armonizzate a livello nazionale. Tali restrizioni, che colpiscono in modo selettivo la rete degli apparecchi, non riguardano invece altri prodotti legali e risultano evidentemente inapplicabili per i canali online, legali o, peggio, completamente illegali. Per fronteggiare questa situazione, proponiamo una soluzione concreta, immediatamente attuabile a partire dal primo bimestre contabile utile. È necessario riequilibrare l’offerta degli apparecchi aumentando il payout minimo e sostenendo fiscalmente gli operatori che investono nell’aggiornamento tecnologico delle macchine. Attraverso incentivi fiscali per chi installa software aggiornati, sarà possibile attribuire a questi operatori aliquote ridotte, calcolate a saldo dei periodi contabili, compensando l’incentivo con l’aumento della base imponibile derivante da una maggiore raccolta legale. Questo meccanismo genererebbe un gettito superiore a quello attuale e permetterebbe di destinare risorse aggiuntive anche alle regioni, per sostenere una più efficace lotta alle dipendenze comportamentali. Il rilancio della rete legale degli apparecchi non rappresenta solo una questione economica, ma anche un tema di sicurezza, legalità e salute pubblica. Senza interventi mirati, la discesa del gettito continuerà e lo Stato si ritroverà con entrate sovrastimate sulla carta ma ridotte nella realtà, privo degli strumenti per contrastare efficacemente le offerte di gioco irregolari e illegali. È quindi urgente avviare un percorso di riequilibrio dell’offerta degli apparecchi da gioco, che rappresentano tuttora il principale contribuente del comparto e il prodotto più diffuso sul territorio insieme alle lotterie. È altrettanto fondamentale accompagnare questo percorso con l’introduzione delle nuove tecnologie, a partire dall’intelligenza artificiale applicata alla tutela del giocatore. Le future concessioni dovranno includere strumenti in grado di rilevare automaticamente l’età apparente dell’utente, impedendo l’uso degli apparecchi da parte dei minori senza necessità di identificazioni nominative. Saranno inoltre previste funzionalità di autoesclusione e automisurazione del comportamento di gioco, già ampiamente testate con successo in altri Paesi. Queste misure rappresentano un approccio moderno, efficace e personalizzato alla prevenzione, ben più utile dei sistemi tradizionali basati su distanziamenti fisici o limitazioni orarie, la cui inefficacia è ormai documentata anche da numerosi studi scientifici italiani. Ribadiamo quindi la necessità di un intervento urgente e strutturale per salvaguardare il presidio legale del gioco pubblico, proteggere i cittadini e garantire risorse certe per la collettività.” - Così in una nota congiunta Geronimo Cardia ed Emmanuele Cangianelli, rispettivamente Presidente delle associazioni di categoria ACADI ed EGP-Fipe, entrambe aderenti a Confcommercio.

Migranti, furia del governo dopo la sentenza Ue: “Non è loro competenza”. L’Anm: “Nessuno remava contro”

Migranti, furia del governo dopo la sentenza Ue: “Non è loro competenza”. L’Anm: “Nessuno remava contro”

A Palazzo Chigi sono andati su tutte le furie per la sconfessione da parte della Corte di giustizia Ue della linea del governo sui “Paesi sicuri” alla base del protocollo Italia-Albania sui rimpatri accelerati dei richiedenti asilo. La sentenza dei giudici del Lussemburgo demolisce l’impianto normativo e così il governo si dice “sorpreso” dalla decisione […] L'articolo Migranti, furia del governo dopo la sentenza Ue: “Non è loro competenza”. L’Anm: “Nessuno remava contro” proviene da Il Fatto Quotidiano .