“Ho risposto al telefono dicendo: ‘Chi ca**o è?’ ed era il Papa, Giovanni Paolo II”: le confessioni di Paul Gascoigne

“Ho risposto al telefono dicendo: ‘Chi ca**o è?’ ed era il Papa, Giovanni Paolo II”: le confessioni di Paul Gascoigne

Paul Gascoigne, signore e signori. E abbiamo detto già tutto. Il più sregolato, folle, autentico campione del calcio di fine novecento torna a raccontare aneddoti e pazzie della sua carriera da calciatore e non solo. Intervistato da Good Morning Britain, e in vista dell’uscita del suo nuovo libro Eight, Gazza ha ricordato un paio di […] L'articolo “Ho risposto al telefono dicendo: ‘Chi ca**o è?’ ed era il Papa, Giovanni Paolo II”: le confessioni di Paul Gascoigne proviene da Il Fatto Quotidiano .

Verona: Moretti (Pd), 'rabbia e sconforto per morte Carabinieri'

Verona: Moretti (Pd), 'rabbia e sconforto per morte Carabinieri'

Roma, 14 ott. (Adnkronos) - "È una tragedia che ci lascia sgomenti ed una perdita enorme quella dei tre carabinieri che hanno sacrificato la propria vita compiendo fino all'ultimo il loro dovere al servizio del Paese. Un abbraccio alle loro famiglie". Lo dice l'eurodeputata del Pd Alessandra Moretti. "Mi auguro che siano assicurati presto alla giustizia i delinquenti che hanno organizzato l'esplosione causando la morte dei tre funzionari dello Stato ed il ferimento di tanti altri. Le case non possono essere occupate abusivamente ma vanno assegnate a chi ne ha diritto, nel rispetto delle leggi. C'è un sentimento di rabbia e di profonda frustrazione per questa vicenda che ci addolora tutti , ci stringiamo ai famigliari delle vittime", conclude Moretti.

Esplosione in un casolare vicino Verona, muoiono tre Carabinieri

Esplosione in un casolare vicino Verona, muoiono tre Carabinieri

Milano, 14 ott. (askanews) - Tre arresti in seguito alla tragedia che si è consumata nella notte con l'esplosione in un casolare nel Veronese, a Castel d'Azzano: una deflagrazione devastante ha causato la morte di tre carabinieri durante un'operazione di sgombero di un casolare occupato da tre fratelli. A perdere la vita nello svolgimento delle loro funzioni il Brigadiere Capo Qualifica Speciale Valerio Daprà, il Carabiniere Scelto Davide Bernardello e il Luogotenente Carica Speciale Marco Piffari. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il Capo della Polizia hanno fatto visita al Comando Generale come forma di vicinanza all'Arma a seguito del decesso dei tre militari in provincia di Verona. Il ministro ha annunciato i tre arresti e ha espresso vicinanza all'Arma. Piantedosi ha poi sottolineato alcuni aspetti della tragica esplosione: "La dinamica ci lascia attoniti. Era inimmaginabile che ci potesse essere un livello di aggressività di questo tipo, della quale sono rimasti vittime i poveri tre carabinieri", ha detto. "In passato si era, in qualche modo capito, che ci si trovava di fronte a delle persone che avrebbero in qualche modo opposto resistenze ma sembra che addirittura ci fosse stato un intervento di mediazione. L'Arma di Carabinieri aveva mandato degli esperti mediatori per parlare con gli occupanti e c'era stato un contatto che sembra potesse essere foriere di una composizione tranquilla. Quindi c'è stato apparentemente un atto veramente proditorio, quasi premeditato". Ma queste sono prime ricostruzioni, poi è giusto che gli inquirenti facciano il loro lavoro, ha aggiunto il titolare del Viminale. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha espresso sconcerto e dolore. Su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scritto: "Con profondo dolore apprendo della tragica scomparsa di tre Carabinieri e del ferimento di altri tredici tra militari dell'Arma, Vigili del Fuoco e Polizia... Il mio cordoglio e quello del Governo vanno ai familiari delle vittime". Il ministro della Difesa, Guido Crosetto ha manifestato la sua vicinanza al Comandante Generale dell'Arma, Generale Salvatore Luongo, "assicurando la piena e concreta vicinanza della Difesa in questo momento così doloroso".

Indice globale della fame, Cocchini (Cesvi): "A Gaza oltre 460 decessi legati a malnutrizione"

Indice globale della fame, Cocchini (Cesvi): "A Gaza oltre 460 decessi legati a malnutrizione"

Roma, 14 ott. - (Adnkronos) - “Gaza versa in uno stato di carestia drammatica indotta dall'uomo. Sono stati oltre 460 i decessi correlati alla malnutrizione, oltre 140 erano minori. 640mila persone vivono in condizioni di insicurezza alimentare catastrofica, di cui 320mila sono bambini”. Lo ha detto all'Adnkronos Giulio Cocchini, Coordinatore dell'Emergenza a Gaza per Cesvi, in occasione della pubblicazione del Ghi 2025, l'Indice Globale della Fame curata dalla Ong per l'edizione italiana e redatto da Welthungerhilfe (Whh), Concern Worldwide e Institute for International Law of Peace and Armed Conflict (Ifhv). Cocchini è tornato dalla sua sesta missione umanitaria a Gaza, una terra in cui “la produzione locale non è più possibile perché più dell'80% dei pozzi e il 70% delle serre sono fuori uso - riferisce - Dove il 70% dei pescherecci è stato distrutto”, dove “1 milione di persone vive con meno di sei litri d'acqua al giorno, necessari per la sopravvivenza” e dove “20 mila persone sono rimaste uccise o ferite nel tentativo di procurarsi il cibo”, racconta. Cesvi è presente nel territorio palestinese sin dal 1994. “Dal 2018 erano attivi progetti di gestione dei rifiuti e altri progetti interrotti completamente il 7 ottobre 2023 - illustra Cocchini - Dall'aprile del 2024 Cesvi ha ricominciato a operare nella Striscia in condizioni totalmente emergenziali con uno staff minimo, ma siamo riusciti a distribuire cibo terapeutico per i bambini malnutriti e più di 3mila kit alimentari. Poi ci siamo concentrati sulle attività di Wash (Water, Sanitation and Hygiene): abbiamo dato acqua a più di 100mila persone in modo regolare e costante, abbiamo installato centinaia di latrine e di serbatoi. Abbiamo distribuito kit igienici e contenitori per l'acqua e fatto vari interventi di riparazione e miglioramento del deflusso delle acque nere per evitare le inondazioni. Abbiamo inoltre rimosso le macerie e i rifiuti per migliorare leggermente la vivibilità dei rifugi usati dalle popolazioni sfollate”, dice. Dal racconto dell'operatore umanitario di Cesvi emerge l'operosità di donne e uomini instancabili, capaci di formare una catena umana silenziosa e invisibile che porta con sé un bagaglio pesante, “un sentimento di sgomento che non passa mai. C'è sempre un nodo alla gola per la situazione estremamente drammatica a cui si assiste”, riferisce Cocchini. Ma la soddisfazione è grande: “C'è un un sentimento di orgoglio per quello che stiamo facendo - riprende - e soprattutto di stima e gratitudine verso i colleghi e le colleghe di Cesvi, palestinesi e gazawi, che continuano a lavorare con un'efficienza e una competenza straordinarie. Nonostante siano esse stesse sfollate, con un livello di trauma e di stress che non possiamo neanche immaginare, ogni giorno lavorano e danno il loro contributo per la sopravvivenza e per il benessere della loro comunità”.

Emmi (Cesvi): "Fame usata come arma da guerra, colpite 140 milioni di persone"

Emmi (Cesvi): "Fame usata come arma da guerra, colpite 140 milioni di persone"

Roma, 14 ott. - (Adnkronos) - “L'indice globale della fame traccia uno scenario drammatico: nell'ultimo anno, guerre e conflitti armati hanno innescato 20 crisi alimentari e gettato in condizione di fame acuta oltre 140 milioni di persone. In diversi contesti la fame non è soltanto una conseguenza della violenza armata, ma è inflitta in maniera deliberata attraverso assedi, blocchi degli aiuti, distruzione delle infrastrutture agricole, quindi utilizzata come una vera e propria arma da guerra”. Lo ha detto all'Adnkronos Valeria Emmi, Head of strategy & advocacy di Cesvi, commentando i dati emersi dalla 20esima edizione dell'Indice Globale della Fame 2025 (Global Hunger Index – Ghi), tra i principali rapporti internazionali sulla misurazione della fame nel mondo, curato dalla Ong per l'edizione italiana e redatto da Welthungerhilfe (Whh), Concern Worldwide e Institute for International Law of Peace and Armed Conflict (Ifhv). Secondo l'Indice Globale della Fame, “sono sette i paesi che hanno raggiunto livelli di fame allarmante - illustra Emmi - tra questi Haiti, Somalia, Sud Sudan. Non sono menzionati con dati esatti e precisi la Palestina e il Sudan, ma vengono rappresentati come una forte criticità proprio perché la situazione è talmente critica da rendere impossibile il calcolo completo di tutti i punteggi del Ghi - spiega - Quando i sistemi di monitoraggio vengono indeboliti, in contesti di guerre e conflitti, i bisogni diventano invisibili. Questa è la drammaticità della situazione di Gaza o del Sudan”. Cesvi è presente nei Territori Palestinesi sin dal 1994, si legge in una nota. Dopo il 7 ottobre del 2023, quando il conflitto in Medioriente si è acceso ulteriormente, ha intensificato e rafforzato le sue attività per garantire l'accesso ai beni essenziali per la sopravvivenza come “l'installazione di latrine, la riabilitazione delle infrastrutture igienico sanitarie nei campi sfollati, l'accesso all'acqua potabile”, racconta Emmi. Attualmente la Ong “fornisce a Gaza City e nella parte sud della Striscia, tra i 50 e i 55 mila litri di acqua potabile a circa 4mila e 600 persone nei campi sfollati”. A causa del conflitto armato, a Gaza “la fame ha ucciso una persona al giorno - continua Emmi - Sono stati oltre 460 i decessi correlati alla malnutrizione, più di 260 nel solo 2025. Oltre 140 erano minori. Più di 320mila bambini sotto i 5 anni sono ora a rischio di malnutrizione acuta e oltre 20mila persone sono rimaste uccise o ferite nel tentativo di procurarsi del cibo e accedere agli aiuti. Secondo le proiezioni, nei prossimi mesi saranno circa 641 mila le persone che si troveranno in una condizione di catastrofe. Stiamo normalizzando la fame come arma da guerra - conclude - e questo non è accettabile”.