"Inesistenza politica", Bertinotti impietoso: che mazzata a Schlein e Conte

"Inesistenza politica", Bertinotti impietoso: che mazzata a Schlein e Conte

“Penso che non ci siano leader attrezzati a guidare una cosa che non esiste o quasi. Il centrosinistra non è una soggettività politica capace di rappresentare, oggi, un'alternativa necessaria a questa destra e quindi non ce la si può prendere con la sua leader”, Elly Schlein. Lo ha detto l'ex Presidente della Camera Fausto Bertinotti intervenendo a “Realpolitik” il programma di Rete 4 condotto dal giornalista Tommaso Labate. “Che vuol dire ‘campo largo'? Ma vi pare una definizione politica? - ha continuato l'ex sindacalista e leader del Prc - Il termine ‘campo largo' è la definizione che corrisponde a una inesistenza politica”. “Si può mettere fine alla guerra anche senza essere pacifisti” Rispondendo a una domanda su Donald Trump, come fautore dell'accordo che ha messo fine al conflitto israelo-palestinese, Bertinotti ha dichiarato che “si può mettere fine a una guerra anche senza essere pacifisti”. Quanto alla possibilità di una pace duratura tra i due popoli, l'ex Presidente della Camera ha detto di “non credere” alla fine della guerra “perché manca uno dei due protagonisti” all'appello, cioè il popolo palestinese, affinché si possano creare le condizioni per avere “due popoli per due stati”. “Meloni? Infastidita dalle piazze, ma non le teme” Circa la vicinanza politica tra la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Trump, sovente criticata dalla sinistra, Bertinotti ha tagliato corto: “Non so se sia maleducato, ma non mi interessa”. Riguardo all'eventualità che la premier possa essere “infastidita” dalle piazze Pro Pal, l'ex Presidente della Camera sembra avere le idee molto chiare: “Io penso che sia infastidita, ma non preoccupata. Perché lei sa che questo Paese è diviso in due: nella parte alta c'è la rappresentanza politica, in quella sotto il popolo, che non si vede. Ogni tanto nasce qualcosa che spezza questa separazione, come il movimento Pro Pal”.  “Tuttavia, come abbiamo visto dalla Elezioni regionali in Toscana, questo movimento non ha un'influenza diretta sul voto. - ha concluso Bertinotti - Quando si reca al seggio un italiano su due vuol dire che c'è una crisi di consenso della democrazia”.

"Inesistenza politica", Bertinotti impietoso: che mazzata a Schlein e Conte

"Inesistenza politica", Bertinotti impietoso: che mazzata a Schlein e Conte

“Penso che non ci siano leader attrezzati a guidare una cosa che non esiste o quasi. Il centrosinistra non è una soggettività politica capace di rappresentare, oggi, un'alternativa necessaria a questa destra e quindi non ce la si può prendere con la sua leader”, Elly Schlein. Lo ha detto l'ex Presidente della Camera Fausto Bertinotti intervenendo a “Realpolitik” il programma di Rete 4 condotto dal giornalista Tommaso Labate. “Che vuol dire ‘campo largo'? Ma vi pare una definizione politica? - ha continuato l'ex sindacalista e leader del Prc - Il termine ‘campo largo' è la definizione che corrisponde a una inesistenza politica”. “Si può mettere fine alla guerra anche senza essere pacifisti” Rispondendo a una domanda su Donald Trump, come fautore dell'accordo che ha messo fine al conflitto israelo-palestinese, Bertinotti ha dichiarato che “si può mettere fine a una guerra anche senza essere pacifisti”. Quanto alla possibilità di una pace duratura tra i due popoli, l'ex Presidente della Camera ha detto di “non credere” alla fine della guerra “perché manca uno dei due protagonisti” all'appello, cioè il popolo palestinese, affinché si possano creare le condizioni per avere “due popoli per due stati”. “Meloni? Infastidita dalle piazze, ma non le teme” Circa la vicinanza politica tra la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Trump, sovente criticata dalla sinistra, Bertinotti ha tagliato corto: “Non so se sia maleducato, ma non mi interessa”. Riguardo all'eventualità che la premier possa essere “infastidita” dalle piazze Pro Pal, l'ex Presidente della Camera sembra avere le idee molto chiare: “Io penso che sia infastidita, ma non preoccupata. Perché lei sa che questo Paese è diviso in due: nella parte alta c'è la rappresentanza politica, in quella sotto il popolo, che non si vede. Ogni tanto nasce qualcosa che spezza questa separazione, come il movimento Pro Pal”.  “Tuttavia, come abbiamo visto dalla Elezioni regionali in Toscana, questo movimento non ha un'influenza diretta sul voto. - ha concluso Bertinotti - Quando si reca al seggio un italiano su due vuol dire che c'è una crisi di consenso della democrazia”.

The Prestige, firma Nolan (con magica apparizione)

The Prestige, firma Nolan (con magica apparizione)

THE  PRESTIGE Sky  Suspense ore  21 Con Hugh  Jackman, Christian Bale   e Scarlett  Johansson. Regia di  Christopher Nolan. Produzione  USA  2006. Durata: 2 ore LA TRAMA A Londra  alla fine dell'800   si scatena  la  rivalità  tra due  prestigiatori. Robert  e  Alfred  da ragazzi  erano amici e i  trucchi  da  palcoscenico un simpatico  gioco. Ora da  adulti  sono  diventati   feroci  nemici. Si  rubano i  segreti e  anche le  donne.  Quando  una di esse  muore  durante uno  spettacolo  di Robert, Alfred  dà a lui  la  colpa. Avanti  così  fino a un'aggressione   durante  uno  spettacolo.  Non può  che   finire  male  per entrambi. PERCHE'  VEDERLO Perché Nolan   anche  qualche anno  prima   dei successi   del "Cavaliere  oscuro"   era  già  un  regista di  prima   fila  a Hollywood. Cast  di  gran  livello  con   tutti  al  meglio (Michael Caine e  Andy Serkis). Magica  apparizione  di  David  Bowie  nei  panni   del mitico Tesla.

Eredità Agnelli, il mistero della data del testamento

Eredità Agnelli, il mistero della data del testamento

La data riportata su quel documento dattiloscritto in quattro pagine e mai validato da Gianni Agnelli, è quella del 14 novembre del 2000, il giorno prima che il figlio Edoardo si togliesse la vita lanciandosi nel vuoto da un viadotto sull'autostrada Torino-Savona. Un testamento che ridisegnerebbe le volontà dell'Avvocato che, tra quelle righe, avrebbe voluto includere nell'eredità anche il suo primogenito, al quale aveva già in un testamento olografo del 1998, destinato il 25% della Dicembre società semplice, la cassaforte di famiglia. Quel documento rimasto sempre e soltanto una bozza, rinvenuto dalla Guardia di Finanza durante una perquisizione nello studio dell'avv. Franzo Grande Stevens nell'ambito dell'indagine per frode fiscale e truffa ai danni dello Stato che ha coinvolto John, Lapo e Ginevra Elkan, riporta in seconda pagina queste parole: "Il signor Giovanni Agnelli dona al signor Edoardo Agnelli - che accetta - la nuda proprietà e l'usufrutto generale vitalizio di una quota di 5 miliardi della Dicembre Società Semplice".