Proteste a Valencia per la partita di basket con una squadra israeliana

Proteste a Valencia per la partita di basket con una squadra israeliana

Valencia, 15 ott. (askanews) - Manifestanti filopalestinesi hanno protestato a Valencia prima di una partita di basket di Eurolega in programma tra il Valencia Basket e la squadra israeliana Hapoel Tel Aviv. Una manifestazione che ricalca quella di Udine, in occasione della partita di calcio tra Italia e Israele. Il Valencia basket ha poi annunciato che la partita si svolgerà a porte chiuse per motivi di sicurezza. In Spagna in particolare il governo del primo ministro Pedro Sanchez ha definito le azioni di Israele un "genocidio" e a settembre ha chiesto che le squadre israeliane fossero escluse dagli sport internazionali.

Rovere (Poste): "I lavoratori senior trasmettono esperienza a nuove generazioni"

Rovere (Poste): "I lavoratori senior trasmettono esperienza a nuove generazioni"

Roma, 15 ott. (Adnkronos/Labitalia) - “Innanzi tutto si può guardare a un dato positivo di questo dato demografico, che è la longevità: questa ci permetterà di essere tutti più dinamici e attivi in età che prima vedevano le persone avvicinarsi alla pensione. In questa generazione di persone, gli over 55, che presto sarà la più numerosa, c'è tantissimo talento, esperienza, preziose competenze e quella cultura del lavoro che deve essere trasmessa alle giovani generazioni. Chi l'azienda l'ha vissuta, passando anni in lavori da manuali a quelli più intellettuali e lavorando fianco a fianco nei diversi ruoli, può trasmettere questa missione e questi valori ai più giovani". E' quanto ha dichiarato Silvia Maria Rovere, presidente di Poste Italiane e presidente di turno del Consorzio Elis, a margine della presentazione del progetto ‘GenerAzione Talento', il nuovo progetto che valorizza i lavoratori senior del Consorzio Elis. “Questo progetto presentato oggi, ‘GenerAzione talento', è vero che ha un focus sugli over 55 ma in un'ottica di collaborazione intergenerazionale per rendere le aziende più competitive, resilienti e attente a includere esperienze e professionalità all'interno dei gruppi. Per aziende che hanno una storia come Poste Italiane credo sia importante trasmettere la missione di lungo periodo. Questo senso fa la differenza e può essere condivisa da tutte le generazioni all'interno dell'azienda, per esempio in Poste ne abbiamo 4. Il dinamismo e l'approccio delle generazioni più giovani è importante tanto quanto l'esperienza dei lavoratori senior", ha concluso.

Ricerca, Quintarelli (Bambino Gesù): "CFBox automatizza produzione terapia genica"

Ricerca, Quintarelli (Bambino Gesù): "CFBox automatizza produzione terapia genica"

Roma, 15 ott. (Adnkronos Salute) - "CFBox rappresenta una grande innovazione tecnologica che consente di automatizzare in modo completamente robotizzato la produzione di una terapia genica: è estremamente importante per il settore. Il nuovo CFBox permette" di realizzare "prodotti con tempistiche sempre più accorciate per un numero sempre maggiore di pazienti grazie anche a una riduzione" degli operatori coinvolti. Così Concetta Quintarelli, responsabile del Laboratorio di Terapia genica dei tumori dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù (Opbg), intervenendo alla presentazione di CFBox, il primo isolatore al mondo completamente automatizzato e personalizzabile per la produzione di terapie geniche e cellulari (Atmps) che si è svolta oggi a Rubbiano in provincia di Parma. Nel corso dell'evento sono state descritte le novità portate, a livello internazionale dal macchinario robotizzato, nato dalla collaborazione tra l'azienda Pbl e l'Opbg, con oltre 3,8 milioni di euro di finanziamento dal Centro nazionale di ricerca Rna e terapia genica, e pensato per rivoluzionare la produzione di terapie avanzate, rendendola più sicura, accessibile e facilmente scalabile su tutto il territorio italiano. "E' stata estremamente importante - illustra Quintarelli - la collaborazione tra gli enti del Centro nazionale di Terapia genica, l'ospedale pediatrico Bambino Gesù e Pbl. Ognuno ha portato la propria esperienza nel settore: l'Opbg, con il professor Locatelli e le terapie basate su cellule geneticamente modificate e la Pbl, un'industria all'avanguardia per la robotizzazione. Grazie all'investimento nel Centro nazionale di Terapia genica - conclude - questi 2 attori si sono messi insieme per elaborare lo strumento che sta rivoluzionando e rivoluzionerà il settore delle biotecnologie".

I minori entrano in carcere arrabbiati col mondo. Nel podcast ‘Cattivi’ li abbiamo fatti parlare

I minori entrano in carcere arrabbiati col mondo. Nel podcast ‘Cattivi’ li abbiamo fatti parlare

Dal penale al sociale è stato lo slogan che ha accompagnato le battaglie politiche e sintetizzato l’approccio culturale della nostra associazione Antigone negli ultimi decenni. La reazione delle politiche penali deve lasciare il campo alla prevenzione delle politiche sociali, intese nella maniera più ampia e integrata possibile. Se davvero accadesse questo, il carcere si svuoterebbe […] L'articolo I minori entrano in carcere arrabbiati col mondo. Nel podcast ‘Cattivi’ li abbiamo fatti parlare proviene da Il Fatto Quotidiano .

Eredità Agnelli, spunta la bozza di donazione a Edoardo il giorno prima della morte

Eredità Agnelli, spunta la bozza di donazione a Edoardo il giorno prima della morte

Tra le carte dell’inchiesta sull’eredità Agnelli emerge una bozza di atto notarile del 14 novembre 2000 con cui l’Avvocato avrebbe donato al figlio Edoardo la nuda proprietà del 25% della Dicembre, la holding di famiglia. Meno di 24 ore dopo, la tragedia. Al link qui sotto è possibile scaricare e consultare il documento integrale. Domani in edicola il racconto completo dei misteri dell'eredità contesa della famiglia Agnelli. 1 Bozza Atto di Donazione quote Dicembre da Gianni a Edoardo.pdf Continua a leggere

Otto italiani su 10 tifano per la sovranità sul cibo

Otto italiani su 10 tifano per la sovranità sul cibo

Dal palco del ventitreesimo Forum Coldiretti dell’agricoltura, che si è aperto ieri a Roma parte una sfida mondiale per il futuro dell’agrifood. Il modello italiano al centro del nuovo mondo uscito dalla fine della globalizzazione. La sfida per il futuro dell’agricoltura e dell’alimentazione, non soltanto nel nostro Paese, si gioca tutto in una prospettiva glocal: autosufficienza italiana nella produzione delle derrate alimentari strategiche, pronti però a trasferire il nostro modello di sviluppo agricolo nei Paesi africani nell’ambito del Piano Mattei. Esportando sementi, piantine, tecnologie e competenze per accompagnare un intero continente sulla strada dell’autosufficienza alimentare. «Noi crediamo nel dialogo, non nella divisione», ha affermato il segretario generale della Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, aprendo i lavori del Forum. Anche perché, ha aggiunto, «una società che si chiuda in visioni contrapposte smarrisce la speranza e la direzione del futuro. Dopo ottant’anni torniamo a parlare di guerra atomica come se fosse normale: segno che abbiamo perso la bussola. Servono parole e azioni disarmate per ritrovare un cammino comune». Che l’autosufficienza sia diventata un’emergenza con cui fare i conti quotidianamente non lo dice soltanto la Coldiretti, che pure sul tema ha speso infinite energie negli ultimi decenni, lo dicono le persone comuni. Secondo il rapporto Coldiretti-Censis “Mangiare bene, malgrado tutto”, il 79% degli italiani considera l’autosufficienza nella produzione di cibo una priorità strategica per il Paese, come l’energia, per garantire la fornitura di prodotti in quantità adeguata e a prezzi sostenibili. La sovranità alimentare ha smesso di essere il cavallo di battaglia dei soli produttori agricoli per diventare un valore condiviso. Con l’export in parte inceppato per la tempesta tariffaria, l’agroalimentare sta trainando il made in Italy sui mercati mondiali e per ora è al riparo dall’offensiva commerciale scatenata dalla Cina. «Noi continuiamo a pensare che l’internazionalizzazione resti centrale per il nostro modello, sui vecchi e sui nuovi mercati», ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, «anche se per restare competitivi dobbiamo fare i conti con costi dell’energia che sono comunque mediamente superiori a quelli degli altri grandi Paesi Ue come Spagna, Francia e Germania. Contenere il costo dell’energia significa restare competitivi sui mercati mondiali ma anche frenare gli aumenti sul mercato interno che colpiscono i consumatori». Prandini ha difeso il valore e la portata della filiera agroalimentare tricolore, «talvolta sminuita, anche se nel complesso vale oltre 700 miliardi di euro» ha aggiunto, richiamando il confronto in atto in Europa sulla Politica agricola comune, «con un piano finanziario illustrato da Ursula von der Leyen assolutamente inaccettabile. Mentre gli Usa da una parte, la Cina, l’India, il Brasile dall’altra investono ingenti risorse sull’agricoltura l’Europa le taglia, pensando di scaricare sugli stati membri l’onere di finanziare la politica agricola. Non è una visione inaccettabile soltanto perché i Paesi più indebitati come il nostro non potranno più investire», ha tuonato Prandini, «ma perché così cesserà la visione comunitaria della Pac. Sarebbe una scelta miope. Anziché competere nel mondo torniamo alla competizione fra europei». Se questo è lo scenario su cui si trova a giocare una partita che per il nostro Paese sarà comunque vitale, Coldiretti non rinuncia a svolgere il ruolo di stimolo e di ispirazione che ha sempre interpretato. «Non accetteremo mai le distorsioni generate da un’Europa governata dalle burocrazie che nulla c’entrano con le sfide che dobbiamo giocare e che si trovano a giocare i settori vitali per l’economia. A cominciare proprio dall’agricoltura», ha concluso il numero uno di Coldiretti. Un tema che ha trovato il supporto incondizionato del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ha chiuso la prima giornata del Forum. «Se a questa fase storica l’Ue partecipa con una mentalità burocratica perde in partenza. E se la burocrazia smarrisce la connessione con la realtà e diventa autoreferenziale, com’è accaduto in passato, non perdono solo i settori produttivi. È la stessa Europa a uscirne sconfitta».

Venerdì a Padova i funerali di Stato dei carabinieri morti nell'esplosione

Venerdì a Padova i funerali di Stato dei carabinieri morti nell'esplosione

AGI - I funerali di Stato dei tre carabinieri deceduti nell'esplosione di un casolare a Castel d'Azzano (Verona) si celebreranno venerdì alla Basilica di Santa Giustina di Padova. La camera ardente del brigadiere capo Valerio Dapra', 56 anni, del carabiniere scelto Davide Bernardello, 36 anni, e del luogotenente Marco Piffari, 56 anni, sarà allestita al comando della Legione Veneto dei Carabinieri. I ricoverati ancora in prognosi riservata Intanto tre persone sono ancora ricoverati in Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona nell'ospedale di Borgo Trento: due militari dell'Arma dei carabinieri e la donna che ha azionato la deflagrazione. Per tutti la prognosi è ancora riservata. Per quanto riguarda i due carabinieri, uno è ricoverato in Terapia intensiva Cardio toraco vascolare. L'altro si trova al Centro grandi ustionati. Dopo la notte si evidenzia una minore intensità di pericolo per il paziente ustionato, anche per il carabiniere in Terapia intensiva c'è un progressivo miglioramento ma rimane intubato. La donna è ricoverata in Terapia intensiva generale. E' il paziente più grave dei tre, resta intubata e si prosegue nel supporto farmacologico e respiratorio La fiaccolata Domani, annuncia la Città di Castel d'Azzano sui canali social, si terrà una "fiaccolata silenziosa e veglia di preghiera per Valerio, Davide e Marco, carabinieri venuti a mancare durante lo svolgimento del loro servizio il 14 ottobre 2025". La partenza è alle 18 con partenza da Piazza Pertini

Consorzio Elis, ecco 'GenerAzione Talento' per valorizzare lavoratori senior

Consorzio Elis, ecco 'GenerAzione Talento' per valorizzare lavoratori senior

Roma, 15 ott. (Adnkronos/Labitalia) - In occasione dell'appuntamento autunnale con il Ceo Meeting, alla presenza di oltre 300 top manager di grandi aziende italiane, è stato presentato oggi ufficialmente 'GenerAzione Talento', il progetto di semestre del consorzio di aziende Elis, sotto la presidenza di turno di Silvia Maria Rovere, presidente di Poste Italiane. Al centro dell'iniziativa, la valorizzazione dei lavoratori senior come risorsa strategica per la crescita delle imprese e la competitività del Paese. All'evento è intervenuto la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, che ha sottolineato: "La sfida del lavoro, oggi, è quella di tenere insieme le diverse generazioni puntando sullo sviluppo e l'aggiornamento delle competenze negli anni. Sotto la spinta della digitalizzazione e della sfida della sostenibilità, il mondo del lavoro si trasforma velocemente ma può, anzi deve, restare uno dei luoghi dell'inclusione e della partecipazione alla vita del Paese. In questa direzione vanno i progetti per la formazione delle competenze digitali di base, l'investimento di un milione di euro per la formazione attraverso il Fondo Nuove Competenze e la previsione che gli incentivi all'autoimpiego del decreto Coesione possano essere utilizzati per imprese avviate da under 35 insieme a lavoratori adulti per un miglior passaggio generazionale del know how”. Le aziende del Consorzio Elis - insieme ad altre realtà interessate - sono invitate a collaborare nello studio approfondito del fenomeno e nella definizione di azioni concrete finalizzate a valorizzare il patrimonio di competenze, esperienze e senso di appartenenza del personale senior, promuovendo al contempo la collaborazione tra generazioni. "Con GenerAzione Talento - ha dichiarato Silvia Rovere, presidente di turno del consorzio Elis e presidente di Poste Italiane - vogliamo garantire al Sistema Paese le competenze e la competitività che sono i pilastri di un'economia di successo. I lavoratori over 55 sono una risorsa strategica per il futuro delle imprese. Un patrimonio di esperienze e valori che deve essere riconosciuto in modo sistemico. La transizione demografica in atto, da una società giovane e in espansione a una società sempre più anziana, longeva e con bassi livelli di natalità, impone un profondo ripensamento dei modelli organizzativi, economici e sociali. Solo adottando un approccio che migliori le relazioni tra le generazioni in azienda potremo affrontare con efficacia questa trasformazione. Il nostro obiettivo è contribuire, insieme alle istituzioni, alla costruzione di un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo, in grado di rispondere alle sfide del presente e del futuro”, ha concluso. Il progetto 'GenerAzione Talento' si sviluppa lungo quattro linee di azione: ascoltare, condividere, sperimentare e costruire. Le prime due saranno al centro dei prossimi sei mesi di lavoro. La fase di ascolto si concretizzerà in uno studio demografico del gruppo di ricercatori guidato dal professore Francesco Billari, docente di demografia e rettore dell'università Bocconi, e dal professore Vincenzo Galasso, direttore del dipartimento di scienze sociali e politiche e docente di economia del medesimo Ateneo. Verrà analizzato un campione di lavoratori over 55 delle aziende che aderiscono al progetto, con l'obiettivo di comprenderne a fondo bisogni e aspirazioni. Parallelamente, la fase di condivisione permetterà alle aziende di mettere a fattore comune eventuali esperienze, maturate precedentemente all'interno delle proprie organizzazioni, per estrarre modelli d'intervento promettenti e per confrontarli con sperimentazioni avvenute in altri contesti e nazioni. Questa fase sarà guidata dalla professoressa Raffaella Sadun, docente di Business Administration presso Harvard Business School. “Ogni strategia di sviluppo delle persone - osserva Pietro Cum, amministratore delegato Elis - dovrebbe partire da un principio semplice: non dimenticare chi ha già dato tanto. In azienda ci sono generazioni che hanno contribuito con competenza, e spesso con dedizione e passione, alla crescita dell'organizzazione di cui fanno parte. I dati ci confermano che rappresentano una parte fondamentale del nostro capitale umano. Ma al di là dei numeri, è la visione che conta. Il lavoro deve restare, in ogni fase della carriera, uno spazio di crescita professionale e umana”. Sulla base dei risultati che emergeranno dalle prime due fasi, la cui conclusione è prevista per aprile 2026, il progetto entrerà nella fase di sperimentazione, con l'obiettivo di tradurre gli elementi di analisi in azioni concrete. Le aziende saranno chiamate a sviluppare e testare nuove iniziative dedicate al personale senior, volte a valorizzarne le competenze, favorire la partecipazione attiva e promuovere forme di collaborazione intergenerazionale. Parallelamente, il progetto entrerà nella fase di costruzione, durante la quale le esperienze maturate e i modelli più efficaci verranno condivisi con le istituzioni, stimolando un dialogo costruttivo e multilaterale su possibili proposte per interventi normativi e politiche innovative. In questo modo, GenerAzione Talento si propone non solo come iniziativa aziendale, ma come leva strategica a supporto dell'intero sistema Paese. Nel suo intervento, il presidente Inps, Gabriele Fava, ha osservato: “l tema della valorizzazione dei lavoratori over 55 non riguarda solo le generazioni dei ‘diversamente giovani' ancora attive e con tanta voglia di fare, ma riguarda tutti noi, perché tocca il cuore del patto generazionale, quel legame tra chi ha costruito e chi deve costruire. Un progetto in linea con la direzione che stiamo portando avanti all'Inps: un welfare generativo, costruito attorno al ciclo di vita di ogni persona. Oggi dobbiamo valorizzare i lavoratori senior come risorsa strategica per la competitività del Paese: il bonus Giorgetti, va in questa direzione. Allo stesso tempo aprire più spazi ai giovani e alle donne. Non esiste un conflitto tra generazioni: esiste un'alleanza possibile”. Fava ha concluso il proprio intervento annunciando l'ingresso di Inps nel Consorzio Elis. Negli ultimi dieci anni, il numero di persone in attività lavorativa con più di cinquant'anni in Italia è raddoppiato. Nel secondo trimestre del 2025, questa fascia ha raggiunto i 9,2 milioni di persone, rappresentando il gruppo più numeroso nel mercato del lavoro. Seguono 8,7 milioni di occupati tra i 35 e i 49 anni, poco più di 4 milioni nella fascia 25-34 anni e appena 1 milione di giovani sotto i 25 anni. Questa fotografia del mondo del lavoro riflette pienamente l'evoluzione demografica dell'Italia. Con un'età media di 46,8 anni, il nostro Paese è il più anziano d'Europa, superando la media UE di 44,75 anni. A questo dato si aggiunge un altro elemento rilevante: l'Italia è tra i Paesi con l'aspettativa di vita più alta al mondo, pari a 81,4 anni per gli uomini e 85,2 per le donne. A fronte di una popolazione sempre più longeva, il numero delle nascite continua a calare: nel 2024 si è registrato un tasso di 1,18 figli per donna, tra i più bassi a livello globale. Un valore ben lontano dal tasso di sostituzione generazionale, fissato a 2,1 figli per donna, sotto il quale – in assenza di significativi flussi migratori – la popolazione è destinata a ridursi. Le proiezioni dell'Ocse, contenute nell'Employment Outlook 2025, confermano questo trend: senza interventi strutturali, entro il 2060 il numero di lavoratori in Italia potrebbe diminuire del 34% contro una media Ocse dell'8,1%. In questo scenario, diventa sempre più urgente valorizzare pienamente tutte le risorse disponibili, a partire dai lavoratori senior, e ripensare i modelli organizzativi e di sviluppo del capitale umano.