Milly Carlucci e la solidarietà a Sigfrido Ranucci dopo l’attentato: “Un abbraccio a lui, alla sua famiglia e a Report”

Milly Carlucci e la solidarietà a Sigfrido Ranucci dopo l’attentato: “Un abbraccio a lui, alla sua famiglia e a Report”

Anche Milly Carlucci e l’intero gruppo di lavoro di Ballando con le stelle hanno manifestato la loro piena solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci per il grave attentato subito qualche giorno fa, quando una bomba è stata fatta esplodere sotto la sua automobile. Al conduttore di Report è arrivato l’abbraccio pubblico della collega Rai in diretta su Rai1. Continua a leggere

Gaza, consegnati altri due ostaggi. Netanyahu: "Ora disarmiamo Hamas"

Gaza, consegnati altri due ostaggi. Netanyahu: "Ora disarmiamo Hamas"

Hamas ha restituito in serata i corpi di altri due ostaggi deceduti durante la prigionia a Gaza. Mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che guerra “finirà quando saranno applicati i termini dell'accordo che erano stati accettati” e che “ciò include, innanzitutto, il ritorno di tutti i nostri ostaggi”. A recuperare i resti dei due corpi rivenuti ieri è andata, come negli altri casi, la Croce Rossa. “La chiusura prolungata del valico blocca l'ingresso delle attrezzature specializzate necessarie per localizzare le persone disperse sotto le macerie e comporterà notevoli ritardi nel recupero e nella consegna delle salme'”, ha sottolineato Hamas in una nota. L'ufficio stampa di Gaza ha accusato Israele di aver violato il cessate il fuoco 47 volte da quando la tregua è entrata in vigore all'inizio di ottobre, uccidendo 38 palestinesi e ferendone altri 143.”Tra queste violazioni figurano crimini di fuoco diretto contro i civili, bombardamenti e attacchi deliberati, nonché l'arresto di numerosi civili”, si legge nella dichiarazione. Le autorità di Gaza hanno chiesto “alle Nazioni Unite e alle parti garanti dell'accordo di intervenire per proteggere la popolazione civile disarmata”. Nel frattempo il premier Netanyahu ha affermato che il valico di Rafah, al confine con l'Egitto e punto di ingresso cruciale per gli aiuti nella Striscia di Gaza, verrà riaperto solo dopo che Hamas avrà consegnato i corpi di tutti gli ostaggi deceduti dopo il rapimento avvenuto a seguito dell'attacco del 7 ottobre 2023. Lunedì il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance sarà in visita in Israele insieme all'inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff e all'ex consigliere senior Jared Kushner per discutere i progressi dell'accordo di pace e della restituzione da parte di Hamas degli ostaggi uccisi a Gaza. Vance discuterà anche dell'avanzamento alla seconda fase del piano presentato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che riguarda il disarmo del gruppo terroristico e l'istituzione di un'autorità alternativa per l'amministrazione della Striscia di Gaza. I diplomatici britannici ammettono che la questione dello smantellamento delle armi di Hamas sarà la più difficile e stanno contribuendo con idee tratte dal processo in Irlanda del Nord, dove gli armamenti controllate dall'Ira e dai protestanti sono stati messi fuori uso anche attraverso un organismo di verifica indipendente. È probabile che Hamas dia le armi solo a un organismo guidato dai palestinesi, per garantire che le connotazioni di resa siano ridotte al minimo, ma potrebbero essere utilizzate terze parti per verificarlo per conto di Israele. È molto probabile che il processo inizi con gli armamenti pesanti e i lanciamissili, rinviando la questione molto più spinosa delle armi personali possedute dai miliziani del movimento islamico. Il Regno Unito appoggia l'ingresso dell'ex primo ministro britannico Tony Blair in un consiglio di amministrazione, ribattezzato Consiglio della pace nel piano di Trump e destinato a supervisionare il lavoro di un comitato composto da 15 tecnocrati palestinesi. L'ex premier laburista ha ottenuto l'influente sostegno dell'attuale primo ministro iracheno Mohammed Shia' al-Sudani: “Tony Blair è una persona gradita e un amico, avendo contribuito alla decisione di andare in guerra con il presidente americano George W. Bush all'epoca e di rovesciare il regime di Saddam Hussein. Gli auguriamo sicuramente successo in questa missione”.  Il ruolo di Blair nel Consiglio della pace, che sarà presieduto da Trump, sarà reso noto entro la seconda settimana di novembre, quando l'Egitto ospiterà a Il Cairo un'importante conferenza sulla ricostruzione di Gaza, cercando di riunire un pool di donatori internazionali. Il Regno Unito ritiene che l'entità dei fondi richiesti, superiori a 67 miliardi di dollari, sia così elevata che sarà necessario ricorrere anche a finanziamenti privati, oltre che ai donatori degli Stati del Golfo Persico. Downing Street ha sottolineato che l'obiettivo finale è arrivare a costituire uno Stato palestinese, che alla fine dovrà essere visto come un'unica entità comprendente la Cisgiordania e Gerusalemme Est. Il Ministro degli Esteri dell'Autorità Nazionale Palestinese Varsen Aghabekian ha affermato che l'Anp ha imparato dai propri errori e che ora è uno Stato in divenire. Intanto è in preparazione una mozione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sostenuta dall'Unione europea e dagli Stati Uniti, per conferire a una forza di stabilizzazione internazionale poteri per controllare la sicurezza a Gaza durante la ricostruzione. L'Egitto punta a guidare la task force. Gli Usa stanno facendo pressioni affinché abbia un mandato Onu senza essere una vera e propria forza di mantenimento della pace delle Nazioni Unite e agisca con gli stessi poteri concessi alle truppe internazionali che operano ad Haiti per combattere le bande armate. Turchia, Indonesia e Azerbaigian hanno promesso di inviare soldati per la task force. Non si prevede, al momento, il coinvolgimento di truppe europee, ma la Gran Bretagna ha inviato alcuni consiglieri a una piccola cellula gestita dagli americani in Israele per sovrintendere all'attuazione della seconda fase del piano di pace. Il Regno Unito ha già addestrato un contingente della polizia palestinese, ma la proposta assegna alla forza internazionale la responsabilità principale. Se la task force si dimostrerà efficace, Israele si ritirerà ulteriormente seppure ha tuttavia insistito sul fatto che manterrà un'ampia “zona cuscinetto” per proteggersi da nuovi attacchi di Hamas.