Tennis, ancora Sinner contro Alcaraz al Six Kings Slam di Riyadh

Tennis, ancora Sinner contro Alcaraz al Six Kings Slam di Riyadh

Riyadh, 16 ott. (askanews) - Da Riyadh a Riyadh: un anno dopo Jannik Sinner è di nuovo in finale al Six Kings Slam, ancora grazie a una vittoria in semifinale su Novak Djokovic. Stavolta è stato un successo netto per l'azzurro che ha chiuso con il punteggio di 6-4, 6-2 in poco più di un'ora di gioco. La settima vittoria consecutiva di Jannik con Nole (esibizioni comprese). Ora tornerà in campo sabato per la finale e ancora una volta sfiderà proprio Carlos Alcaraz che gli ha tolto la prima posizione nel ranking mondiale. In conferenza stampa, Sinner si è detto "motivato" a giocare "il suo miglior tennis", mentre Alcaraz si è detto determinato a "vincere il trofeo", aggiungendo che "non ci si può sentire in colpa" per "aver perso contro uno come Jannik".

Meghan Markle, sotto i riflettori di New York con un make-up fatto da sola? Ecco i prodotti utilizzati

Meghan Markle, sotto i riflettori di New York con un make-up fatto da sola? Ecco i prodotti utilizzati

La duchessa ha documentato i suoi giorni trascorsi nella Grande Mela per il Project Healthy Minds' World Mental Health Day Festival con un reel postato sui social. Tra le varie immagini c'è anche quella in cui la reale è seduta davanti allo specchio mentre applica il rossetto. Il marchio dei prodotti utilizzati? Quello fondato da una sua cara amica

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Attentato a Ranucci, Meloni condanna: “Grave atto, libertà d’informazione è valore irrinunciabile”

Attentato a Ranucci, Meloni condanna: “Grave atto, libertà d’informazione è valore irrinunciabile”

La premier ha espresso piena solidarietà a Sigfrido Ranucci per l'attentato subito nella notte, quando la sua auto e quella della figlia sono state fatte esplodere mentre erano parcheggiate davanti all'abitazione del giornalista, a Pomezia. "La libertà e l'indipendenza dell'informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere", ha scritto. Continua a leggere

“È colpevole”. La bomba dell'avvocato Taormina, che rifiuta di difendere Sempio

“È colpevole”. La bomba dell'avvocato Taormina, che rifiuta di difendere Sempio

La vicenda giudiziaria legata all'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di Garlasco, si arricchisce di un nuovo capitolo. Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, si trova ora senza un legale dopo la revoca del mandato al suo storico difensore, Massimo Lovati, noto per la lunga esperienza in casi di risonanza nazionale. La decisione, ufficializzata il 14 ottobre, è arrivata dopo settimane di tensioni e controversie: le frequenti apparizioni pubbliche di Lovati avevano infatti generato imbarazzo per il suo assistito, rendendo la collaborazione ormai insostenibile. Secondo quanto riportato dalla trasmissione “Ignoto X” su La7, Sempio avrebbe provato a contattare, attraverso un intermediario, il noto penalista Carlo Taormina. Taormina, professore e avvocato di grande prestigio, divenuto famoso per la difesa in casi di forte clamore mediatico come l'omicidio di Cogne, il caso Marta Russo e Ustica, ma il legale sembra abbia declinato l'offerta. Il rifiuto, riportano le fonti, sarebbe stato motivato dalla ferma convinzione del legale riguardo la colpevolezza di Sempio. Pur non ritenendolo l'autore materiale del delitto, Taormina lo considera presente sulla scena del crimine insieme a Stasi, principale indagato per l'omicidio. Il contatto non è stato diretto: né Sempio né l'avvocato Angela Taccia, che ha affiancato Lovati fino alla recente separazione, hanno parlato con Taormina personalmente. La trattativa sarebbe stata gestita da una terza persona che, per conto del Sempio, avrebbe sondato il terreno. Nonostante la cortesia del rifiuto, la decisione di Taormina appare definitiva e netta, chiudendo una possibile strada difensiva di grande rilevanza mediatica e legale. La notizia ha suscitato commenti anche fuori dall'ambito giudiziario. Selvaggia Lucarelli, nota giornalista e opinionista, ha espresso perplessità sul percorso scelto da Sempio, evidenziando l'importanza di affidarsi a un legale rigoroso e credibile, capace di gestire la pressione mediatica senza essere travolto. “Serve un avvocato esperto nel campo della prova scientifica, in grado di confrontarsi con la macchina mediatica senza esserne né affascinato né stritolato. Soprattutto, serve un nome credibile, visto che con le macchiette hanno già dato abbastanza”, ha scritto sul social X. Al momento, la ricerca di un nuovo difensore non ha ancora portato a una scelta definitiva. Tra i nomi che circolano come possibili candidati, emergono professionisti noti per la loro esperienza in processi complessi, tra cui l'avvocato Franco Coppi, penalista con una lunga carriera nella difesa scientifica e tecnica. In parallelo, si fa strada l'ipotesi di un inserimento nel team difensivo della genetista forense Angela Baldi, esperta nella gestione di prove scientifiche e analisi del Dna, considerata un possibile supporto strategico nella fase investigativa e processuale. Il caso di Garlasco, già al centro di numerose perizie e di un lungo iter giudiziario, continua a essere sotto i riflettori: la presenza del Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi ha riacceso il dibattito sull'identità dell'autore del delitto, portando alla riapertura di indagini e all'attenzione costante dei media. Sempio ha sempre ribadito la propria innocenza, ma la sua posizione processuale resta delicata e richiede una difesa solida, capace di affrontare non solo gli aspetti legali, ma anche l'ampio interesse mediatico che la vicenda continua a suscitare. In questo contesto, la scelta del nuovo avvocato sarà cruciale. Non si tratta solo di individuare un legale competente, ma anche di assicurarsi che il suo ruolo possa bilanciare la pressione dei media, gestire le complesse prove scientifiche e garantire un'efficace strategia difensiva. Fino a oggi, il percorso sembra incerto: la revoca di Lovati, il rifiuto di Taormina e l'assenza di nomi ufficiali testimoniano le difficoltà che Sempio e il suo entourage stanno affrontando. La prossima mossa potrebbe essere determinante per il futuro del caso.

Sigfrido Ranucci, la solidarietà bipartisan della politica dopo la bomba. “Gesto gravissimo”

Sigfrido Ranucci, la solidarietà bipartisan della politica dopo la bomba. “Gesto gravissimo”

Numerose le manifestazioni di solidarietà che stanno arrivando in queste ore al conduttore di “Report” Sigfrido Ranucci, vittima di un gravissimo atto intimidatorio la scorsa notte presso la sua abitazione a Pomezia. Giorgia Meloni è stata tra i primi ad esprimere vicinanza al giornalista per quanto accaduto. "La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime piena solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito. La libertà e l'indipendenza dell'informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere". È quanto si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi. Sul profilo X del ministero della Difesa, il ministro Crosetto ha scritto: "Un gesto gravissimo, vile, inaccettabile. Un ordigno ha fatto esplodere l'auto di Sigfrido Ranucci, davanti alla sua abitazione. Per fortuna nessuno è rimasto ferito, ma resta la gravità estrema di un atto che colpisce non solo un giornalista, ma la libertà stessa di informare e di esprimersi. A lui e alla sua famiglia la mia piena solidarietà e vicinanza". Solidarietà al giornalista è stata espressa anche dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che in un messaggio su X ha affermato che “quanto successo a Pomezia è di una gravità inaudita e inaccettabile. Totale solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia". "Esprimo ferma condanna per il grave atto intimidatorio subito dal giornalista Sigfrido Ranucci e dalla sua famiglia, ai quali rivolgo la mia piena solidarietà. Non esiste motivazione che possa giustificare questa violenza". Così il vicepremier Antonio Tajani sui social. "Rivolgo a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia la solidarietà mia personale e del Senato della Repubblica per il gravissimo atto intimidatorio accaduto nella notte. Una vicenda davvero inquietante che condanniamo con forza e sulla quale ci auguriamo che la giustizia faccia rapidamente il suo corso individuando quanto prima i colpevoli". È quanto ha scritto sui suoi canali social il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana., ha espresso “la più ferma condanna per il grave gesto messo in atto ai danni del giornalista Sigfrido Ranucci e della sua famiglia, a cui rivolgo la mia piena solidarietà. La libertà di stampa è un pilastro fondamentale della democrazia che deve essere sempre difeso e tutelato". Il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia ha espresso “con le senatrici e i senatori del Pd la nostra vicinanza a Sigrifido Ranucci. Lui, la sua famiglia, la sua casa sono stati oggetto di un grave e vile attentato. Siamo convinti che Ranucci non si lascerà intimidire nel suo lavoro ma è evidente che siamo di fronte ad un gesto che vuole colpire la libertà di stampa e di informazione. Ci auguriamo che le forze dell'ordine assicurino alla giustizia i responsabili ma esprimiamo ancora di più la nostra preoccupazione per lo stato della libertà dell'informazione nel nostro Paese”. Secondo Boccia “la ricerca della verità e il racconto della realtà in un Paese democratico non devono essere mai a rischio e le istituzioni e la politica devono essere garanti di questo diritto. Alla Rai, a Sigfrido e alla sua famiglia, alla redazione di Report giunga la nostra solidarietà”. "Stanotte hanno fatto esplodere le auto di Sigfrido Ranucci e di sua figlia, davanti alla loro casa: un ordigno che avrebbe potuto uccidere. Ci auguriamo che le indagini siano veloci e che si sappia subito la verità su quanto accaduto, su chi ha commesso l'attentato. Il dovere più urgente che abbiamo, soprattutto la politica, è stare al fianco di Ranucci, senza se e senza ma". È quanto ha affermato Nicola Fratoianni di Avs. "Ogni mezza frase, ogni parola a metà – ha proseguito - può suonare come tentativo di delegittimazione. E abbiamo purtroppo imparato dal passato recente di questo Paese che non esiste bersaglio più semplice che un uomo lasciato solo. Con Ranucci, con la sua famiglia e con tutta la redazione di Report". Il leader di Azione, Carlo Calenda, ha manifestato la "solidarietà di tutta la comunità” del partito da lui guidato “a Sigfrido Ranucci. Atto molto preoccupante anche nelle modalità che non si vedevano da tempo". Solidarietà al giornalista anche dal M5s. "Siamo sconvolti. L'attentato contro Sigfrido Ranucci è un colpo diretto al cuore della nostra democrazia, all'idea stessa di un Paese libero e civile. In questo momento così difficile siamo vicini con tutto il cuore a Sigfrido, alla sua famiglia e alla redazione di Report. Ci auguriamo che i responsabili di questo gesto vile vengano individuati al più presto e che la politica tutta, senza distinzione, sappia far quadrato e schierarsi dalla parte della verità e della libertà. Oggi più che mai, stare accanto a Sigfrido Ranucci e a chi lavora con lui è un dovere morale e civile. Chi tocca Sigfrido Ranucci tocca tutti noi". Così gli esponenti pentastellati in commissione di vigilanza Rai. Sempre in ambiente Rai ha fatto sentire la propria voce anche il sindacato Unirai, liberi giornalisti Rai: "Sgomento e indignazione per il gravissimo atto intimidatorio che ha colpito Sigfrido Ranucci e la sua famiglia, davanti alla loro abitazione. Un gesto vile e disumano, che avrebbe potuto provocare una tragedia e che colpisce nel modo più odioso possibile: portando la violenza nella vita privata di un uomo e dei suoi affetti più stretti”. “A Ranucci e ai suoi cari- ha proseguito il sindacato- va la solidarietà piena e sincera di Unirai e dei suoi iscritti. Ci auguriamo che le autorità facciano rapidamente piena luce sull'accaduto e che i responsabili siano individuati e puniti con la massima severità. Davanti a simili atti di barbarie, non ci sono colori né appartenenze: c'è solo la condanna, netta, di chi crede nei valori umani e civili che tengono insieme un Paese". Per l'esecutivo dell'Usigrai quanto accaduto al giornalista di “Report” è un “attentato spaventoso che ci riporta indietro agli anni più bui. Siamo vicini a Sigfrido Ranucci alla sua famiglia dopo che nella notte la sua auto è esplosa davanti a casa. Pochi minuti prima era passata lì davanti la figlia". "Siamo certi che né Sigfrido né i colleghi di Report si lasceranno intimorire. Saremo sempre al loro fianco - ha continuato l'Usigrai - affinché possano continuare liberamente il loro lavoro d'inchiesta. Abbiamo denunciato in questi mesi come la Rai abbia ridotto lo spazio a disposizione di Report e sopratutto il clima d'odio e insofferenza per le inchieste della redazione. In prima serata su Rai1 si è arrivati addirittura - da parte della seconda carica dello Stato - a definire i colleghi di Report "calunniatori seriali", senza che né il conduttore né l'azienda prendessero le distanze. Una campagna d'odio contro il giornalismo d'inchiesta che deve finire". Il presidente facente funzioni Antonio Marano e l'intero Cda Rai esprimono massima e convinta solidarietà a Sigfrido Ranucci per "il violento e vile attentato di cui è stato vittima e respinge con forza e determinazione ogni tentativo di intimidire chi svolge il proprio lavoro al servizio del pubblico". "Non saranno certo le intimidazioni, che condanniamo in qualunque forma si presentino, a fermare il nostro dovere di informare e continuare a raccontare la realtà nella quale viviamo - si sottolinea ancora -. Una realtà troppo spesso "avvelenata" dall'incapacità di costruire dialoghi costruttivi, che ci impegneremo ancora di più a promuovere, contro ogni violenza, contro ogni sterile contrapposizione". La presidente dei deputati di Italia Viva Maria Elena Boschi, vicepresidente della Commissione di vigilanza Rai, ha espresso “massima solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia. Un ordigno esploso sotto casa di un giornalista deve allarmare tutte le cittadine e i cittadini democratici, perché è un colpo inferto alla libertà di stampa e al nostro diritto di essere informati". La Boschi ha evidenziato che "chi cerca di far tacere con la violenza il giornalismo libero e d'inchiesta mina i nostri principi costituzionali. Mi auguro che le autorità facciano piena luce sull'accaduto e che tutte le forze politiche reagiscano di fronte a un episodio che non può e non deve essere sottovalutato". In una nota la presidente della commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia, ha spiegato che “in questi momenti le parole sembrano sempre troppo piccole di fronte a gesti così gravi e vili. A Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia va tutta la solidarietà e la più profonda vicinanza. Pensare che chi dedica la propria vita alla ricerca della verità debba essere colpito in questo modo fa male. Ma siamo certi che nulla potrà fermare la sua voce, né spegnere la luce che il lavoro di Report accende ogni giorno. Chi ha scelto la via della minaccia e della paura dovrà essere trovato e affrontare le proprie responsabilità. A Sigfrido, alla sua famiglia, e a tutti coloro che credono nel valore della libertà e del coraggio, va oggi il pensiero più sincero. Non siete soli". Massimiliano Capitanio, commissario Agcom e già segretario della Vigilanza Rai, ha dichiarato che “attaccare la libertà di espressione è un atto di vile terrorismo. Esprimo la più profonda solidarietà a Sigfrido Ranucci. Nel dibattito quotidiano serve una forte iniezione di democrazia". Il presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli ha evidenziato che “l'autobomba fatta esplodere sotto la casa di Sigrido Ranucci rappresenta un inquietante salto di qualità degli attacchi contro il giornalismo d'inchiesta e la libertà di informazione. A lui, alla sua famiglia, alla redazione di Report va tutta la nostra solidarietà e vicinanza. Siamo certi che saranno rafforzate le misure di protezione: c'è una parte delle istituzioni che protegge il giornalismo, mentre un'altra fomenta irresponsabilmente l'odio". Per Bartoli "c'è un attacco concentrico all'autonomia dei giornalisti e il ritorno delle bombe ci riporta ad anni bui della storia italiana. Dopo gli insulti, le accuse di faziosità, le campagne di diffamazione, le aggressioni in piazza, adesso si alza il tiro: come ai tempi di Cosa Nostra, come ai tempi delle Brigate Rosse. Chi non china la testa viene colpito. Il Consiglio nazionale dell'Ordine intraprenderà ogni azione per denunciare minacce, violenze e intimidazioni e per contrastare questo clima di caccia al giornalismo che rischia di riportarci agli anni più bui della Repubblica".