
Kiev ha elogiato il presidente Trump per aver ridotto la scadenza di 50 giorni fissata per porre fine alla guerra
Hamas: 'Dall'inizio della guerra quasi 60.000 vittime'. L'Olanda dichiara Ben-Gvir e Smotrich 'personae non gratae'
Match di campionato che vede protagoniste due squadre in cerca di punti per allontanarsi dalla zona retrocessione
La nuova guidance per la seconda metà dell’anno non convince a livello di margini e flusso di cassa. Titolo affonda ancora e analisti preparano nuova sforbiciata a stime
Nella puntata di Filorosso andata in onda lunedì 28 luglio su Rai 3 e condotta da Monica Moreno , il delitto di Garlasco è stato il perno assoluto del dibattito, ma più delle analisi tecniche a fare notizia è stato il durissimo scontro tra Massimo Lovati , legale di Andrea Sempio , e Antonio De Rensis , difensore di Alberto Stasi . Un confronto dai toni accesi che ha mostrato come il fragile equilibrio tra le parti sia ormai saltato del tutto. Già, la "pax" tra i due ora è morta e sepolta. Gli atteggiamenti e i toni concilianti che avevano mostrato fino a ieri definitivamente archiviati. A far esplodere la tensione è stata la questione della consulenza sull’impronta 33 , che secondo la difesa Stasi potrebbe essere stata lasciata da una mano sudata e leggermente insanguinata. Lovati ha spiegato di aver ipotizzato l’estromissione della difesa di Stasi “in un momento di rabbia”, aggiungendo: "Non mi sembra giusto che da chi ho sempre difeso a spada tratta mi venga lanciata una bomba così colma di fango come hanno fatto i consulenti. Quando ho capito che è una bomba vuota, allora mi è passato tutto”, ha picchiato subito durissimo. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43533308]] De Rensis ha provato a smorzare i toni con ironia: "Quello che ha detto Massimo è stato un atto d’amicizia, ma purtroppo non credo che riuscirà a estromettere la difesa di Stasi", rivendicando la solidità della consulenza, firmata da tre esperti. Lovati però non ha digerito la ricostruzione: " Non si può sostenere che sotto una fotografia c’è sangue e sudore . La sua collega parla di catinella di sudore... Ma la finiamo o no? Delle vostre consulenze tecniche non me ne frega niente, perché non siete neanche parte nel processo, non serve estromettervi". De Rensis ha replicato: " Addirittura? Adesso questo lo vedremo . C’è il concorso, ci sono ipotesi future. Vedremo. Poi i nostri consulenti hanno scritto ma non hanno fatto alcun proclama", lamentando poi le accuse di altri esperti: "Hanno detto che Iuliano e Caprioli hanno confuso il muro con le impronte. Non possiamo ridurla così, noi avvocati dobbiamo avere l’umiltà di rispettare il lavoro di tutti". [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43542055]] Lovati ha quindi puntato il dito contro il paradosso processuale: "Quello che mi dà fastidio è che processualmente il mio correo ‘finto’. Si vede accusato dal suo correo, Stasi, ed è una cosa assurda. Ma si può fare una roba del genere? State perdendo il lume della ragione". Una frase su cui la conduttrice Manuela Moreno ha ironizzato, chiedendo se davvero i due imputati si stessero accusando a vicenda. De Rensis ha chiuso il confronto con toni più cauti: "Io faccio solo il gioco di Alberto Stasi e mi piace, perché lo riteniamo innocente. Il lume della ragione lo abbiamo ancora , io qualche colpo potrei anche perderlo, ma al momento ancora no", ha concluso. Ma ora, come detto, è guerra aperta.
La FIMI torna a minacciare il Comune di Sanremo di boicottare il Festival se continuano a non cedere a livello economico. Il Sindaco della città ligure prende tempo e chiede riserbo. Continua a leggere
Le RC Lens a officialisé ce mardi le prêt avec option d’achat de son attaquant Goduine Koyalipou au Levante, champion de deuxième division espagnole la saison dernière et qui évoluera donc désormais (…)
Mostrando come l'atteggiamento di parte della società israeliana nei confronti dei massacri a Gaza stia cambiando
Il centrale siciliano ha firmato per la società catanese.
Il centrale torna nella sua terra: “la Sicilia è casa mia, sono entusiasta”.
BERGAMO (ITALPRESS) – Quattro persone arrestate e cinque deferite in stato di libertà: è questo il bilancio dell'operazione “Yolcu” condotta dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Bergamo e coordinata dalla Procura della Repubblica di Bergamo. Tutti cittadini di etnia curda residenti in provincia e responsabili a vario titolo del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina con l'aggravante della transnazionalità, nonchè del reato di riciclaggio. Durante la mattinata, effettuate anche perquisizioni e sequestri (da completare eventualmente), presso le abitazioni e le pertinenze degli indagati, tra cui tre veicoli utilizzati per il trasporto dei clandestini. L'indagine avviata nel 2023, dopo che un numero sempre maggiore di cittadini turchi si è presentato presso il locale Ufficio Immigrazione per richiedere asilo politico, ha consentito di ricostruire e accertare l'esistenza di una organizzazione dedita alla gestione di un flusso illecito di persone lungo la cosiddetta “Tratta Balcanica”. In particolare, il gruppo criminale ha pianificato e attuato l'ingresso irregolare di numerosi migranti provenienti dal Kurdistan turco in Italia, con l'obiettivo di proseguire poi il viaggio verso altri paesi europei. Gli investigatori hanno riscostruito i viaggi relativi ad un centinaio di migranti e il modus operandi del gruppo criminale: agganciare i clandestini in Turchia per farli arrivare a Sarajevo via aereo da Istanbul dove, grazie ad altre cellule dell'organizzazione, venivano trasportati su furgoni e camion sino al confine bosniaco-croato prima e da qui, in ultimo, fino al confine italo sloveno. Un'ultima parte di viaggio particolarmente pericolosa ed insidiosa: per eludere i controlli della Polizia, infatti, i migranti – spesso donne e bambini – erano costretti ad attraversare in pieno inverno zone boschive e montane a piedi lungo percorsi non tracciati. E' una volta raggiunta l'Italia che entrano in gioco i soggetti indagati. I migranti infatti venivano proprio trasportati dagli indagati o nella Provincia di Bergamo in attesa di future destinazioni o direttamente in altri paesi del nord Europa in particolare Austria, Germania, Francia e Svizzera, anche grazie alla collaborazione di un soggetto svizzero. I migranti pagavano direttamente in Turchia somme di denaro che, tramite intermediari e passaggi tra conti correnti turchi e italiani, i trafficanti ricevevano direttamente in contanti su Bergamo a mano di alcuni gestori di locali di rivendita di kebab. I quattro soggetti arrestati sono stati posti a disposizione dell'Autorità Giudiziaria per le successive fasi processuali e sono in corso attività volte all'arresto di altri complici fuori dal territorio italiano, mentre le indagini proseguono al fine di identificare eventuali ulteriori ramificazioni della rete criminale.(ITALPRESS). Foto: Ufficio stampa Questura di Bergamo
Roma, 29 lug. (askanews) - Ufficiali militari cambogiani attraversano il valico di frontiera di O'Smach - nelle immagini Afptv - per incontrare i loro omologhi tailandesi, poche ore dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco tra i due Paesi. I comandanti militari di Thailandia e Cambogia hanno deciso di rinunciare al dispiegamento di truppe nei pressi del confine comune, fatta eccezione per i contingenti normalmente presenti nell'area.
Riccardo Calafiori si fa male in amichevole, Arsenal in apprensione e Nazionale Italiana in allerta per settembre: nuovo infortunio per il difensore contro il Newcastle. Continua a leggere
Bergamo, smantellata organizzazione dedita a immigrazione clandestina.. Articolo Bergamo, smantellata organizzazione dedita a immigrazione clandestina su Live Sicilia .