Attentato a Sigfrido Ranucci, i rilievi davanti all’abitazione del giornalista dopo l’esplosione: le immagini

Attentato a Sigfrido Ranucci, i rilievi davanti all’abitazione del giornalista dopo l’esplosione: le immagini

La Direzione distrettuale antimafia di Roma indaga sull’esplosione che nella tarda serata di ieri ha distrutto le auto del giornalista Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, e della figlia, parcheggiate all’esterno dell’abitazione di famiglia a Pomezia. Il fascicolo, affidato al pm Carlo Villani e coordinato dall’aggiunto Ilaria Calò, ipotizza il reato di danneggiamento aggravato dal metodo […] L'articolo Attentato a Sigfrido Ranucci, i rilievi davanti all’abitazione del giornalista dopo l’esplosione: le immagini proviene da Il Fatto Quotidiano .

Il Ministero della Cultura presenta le nuove risorse per teatro, infanzia e giovani

Il Ministero della Cultura presenta le nuove risorse per teatro, infanzia e giovani

(Agenzia Vista) Roma, 16 ottobre 2025 Il Ministero della Cultura, con un decreto del Ministro Alessandro Giuli, stanzia 224 mila euro per sostenere i centri di produzione teatrale per l'infanzia e la gioventù, favorendo la crescita culturale e la coesione sociale nei piccoli centri e tra le nuove generazioni. Il provvedimento è stato presentato con un video informativo. Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

Omicidio di Paolo Taormina: l'urlo degli studenti in strada a Palermo

Omicidio di Paolo Taormina: l'urlo degli studenti in strada a Palermo

AGI - "È questo il futuro?". Un gruppo di studenti incede fino al teatro Massimo, vicino al luogo in cui è stato ucciso nella notte tra sabato e domenica il 21enne Paolo Taormina con un colpo di pistola alla testa, scandendo la domanda delle domande. Si uniscono al corteo dei coetanei che si è già radunato dietro striscioni eloquenti: "Non sparate ai sogni. Basta sangue, vogliamo giustizia". "Le nostre vite contano". Viene urlato il nome di Paolo e quello dei tre giovani uccisi ancora a colpi di pistola a Monreale, ad aprile scorso. "Ogni giovane ucciso è futuro rubato", gridano i circa duemila studenti che marciano lungo via Maqueda e nelle strade del centro, occupando uno spazio che balordi violenti, coetanei di questi ragazzi motivatissimi e determinati oggi in strada, tentano di fare proprio con i proiettili. "È tempo di cambiare il sistema educativo", scrivono sui cartelli, cercando di fare capire ai 'grandi' che i blitz, gli eserciti e le forze dell'ordine non bastano. "Le pallottole volano e le istituzioni dormono", accusano altri. "Il sole non si spegne se gli spari", prova a dare coraggio uno striscione. Ma al di la' delle parole ci sono le voci, gli sguardi, i corpi e le vite di questa valanga di emozioni e testarde ragioni in movimento. "Paolo dove sei", ripete ad alta voce un gruppo di loro. "Paolo siamo noi", rispondono tutti gli altri. E promettono, dopo questa ennesima manifestazione che arriva il giorno dopo il partecipatissimo funerale in cattedrale: "Non ci fermeremo" perché "le nostre vite contano".

Omicidio di Paolo Taormina: l'urlo degli studenti in strada a Palermo

Omicidio di Paolo Taormina: l'urlo degli studenti in strada a Palermo

AGI - "È questo il futuro?". Un gruppo di studenti incede fino al teatro Massimo, vicino al luogo in cui è stato ucciso nella notte tra sabato e domenica il 21enne Paolo Taormina con un colpo di pistola alla testa, scandendo la domanda delle domande. Si uniscono al corteo dei coetanei che si è già radunato dietro striscioni eloquenti: "Non sparate ai sogni. Basta sangue, vogliamo giustizia". "Le nostre vite contano". Viene urlato il nome di Paolo e quello dei tre giovani uccisi ancora a colpi di pistola a Monreale, ad aprile scorso. "Ogni giovane ucciso è futuro rubato", gridano i circa duemila studenti che marciano lungo via Maqueda e nelle strade del centro, occupando uno spazio che balordi violenti, coetanei di questi ragazzi motivatissimi e determinati oggi in strada, tentano di fare proprio con i proiettili. "È tempo di cambiare il sistema educativo", scrivono sui cartelli, cercando di fare capire ai 'grandi' che i blitz, gli eserciti e le forze dell'ordine non bastano. "Le pallottole volano e le istituzioni dormono", accusano altri. "Il sole non si spegne se gli spari", prova a dare coraggio uno striscione. Ma al di la' delle parole ci sono le voci, gli sguardi, i corpi e le vite di questa valanga di emozioni e testarde ragioni in movimento. "Paolo dove sei", ripete ad alta voce un gruppo di loro. "Paolo siamo noi", rispondono tutti gli altri. E promettono, dopo questa ennesima manifestazione che arriva il giorno dopo il partecipatissimo funerale in cattedrale: "Non ci fermeremo" perché "le nostre vite contano".

Omicidio di Paolo Taormina: l'urlo degli studenti in strada a Palermo

Omicidio di Paolo Taormina: l'urlo degli studenti in strada a Palermo

AGI - "È questo il futuro?". Un gruppo di studenti incede fino al teatro Massimo, vicino al luogo in cui è stato ucciso nella notte tra sabato e domenica il 21enne Paolo Taormina con un colpo di pistola alla testa, scandendo la domanda delle domande. Si uniscono al corteo dei coetanei che si è già radunato dietro striscioni eloquenti: "Non sparate ai sogni. Basta sangue, vogliamo giustizia". "Le nostre vite contano". Viene urlato il nome di Paolo e quello dei tre giovani uccisi ancora a colpi di pistola a Monreale, ad aprile scorso. "Ogni giovane ucciso è futuro rubato", gridano i circa duemila studenti che marciano lungo via Maqueda e nelle strade del centro, occupando uno spazio che balordi violenti, coetanei di questi ragazzi motivatissimi e determinati oggi in strada, tentano di fare proprio con i proiettili. "È tempo di cambiare il sistema educativo", scrivono sui cartelli, cercando di fare capire ai 'grandi' che i blitz, gli eserciti e le forze dell'ordine non bastano. "Le pallottole volano e le istituzioni dormono", accusano altri. "Il sole non si spegne se gli spari", prova a dare coraggio uno striscione. Ma al di la' delle parole ci sono le voci, gli sguardi, i corpi e le vite di questa valanga di emozioni e testarde ragioni in movimento. "Paolo dove sei", ripete ad alta voce un gruppo di loro. "Paolo siamo noi", rispondono tutti gli altri. E promettono, dopo questa ennesima manifestazione che arriva il giorno dopo il partecipatissimo funerale in cattedrale: "Non ci fermeremo" perché "le nostre vite contano".