Sarah Jane Morris e Solis String Quartet celebrano Il Club dei 27

Sarah Jane Morris e Solis String Quartet celebrano Il Club dei 27

Milano, 16 ott. (askanews) - Sarah Jane Morris insieme ai Solis String Quartet celebra Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain, Amy Winehouse e Otis Redding con l'album Forever Young - Il Club dei 27" ossia gli artisti che hanno lasciato il mondo a 27 anni. "Abbiamo scelto il tema del 27 Club perché eravamo affascinati dalla varietà di artisti diversi che sono morti troppo giovani. Abbiamo chiamato il progetto Forever Young perché è così che li ricorderemo per sempre. Abbiamo sempre conosciuto la loro giovinezza solo nella musica e nella vita". La cantante e autrice britannica di musica jazz, rock e R&B, e il quartetto d'archi partenopeo tornano a lavorare insieme per dare nuova vita ad artisti straordinari che hanno segnato il mondo musicale universale. "Penso che tutto influenzi tutto. Penso che la musica sia in continua evoluzione ma anche che siamo saturi di musica. Bisogna guardare lontano per trovare la vera originalità. Ma in realtà, io prendo un po' da qui e un po' da lì per creare il mio sound. Sono stata influenzata da tutti questi fantastici generi musicali nel corso della mia vita, dalla musica delle township sudafricane alla musica latina, dal folk al soul all'R&B. Legatissima all'Italia, a 20 anni si è trasferita a Firenze per scappare da una difficile situazione familiare col padre in carcere e ha iniziato a lavorare con una band italiana che apriva i concerti di Gianna Nannini. "Abbiamo fatto il concerto di apertura del Piper Club a Roma. È stata la mia introduzione all'attività di cantante. Non ho mai preso lezioni di musica in vita mia. Quindi ho 66 anni e non ho mai studiato musica per un minuto. Tutto quello che faccio viene dal mio istinto e dal mio orecchio. Quindi non sono un musicista convenzionale".

Salis, il'ira del centrodestra per il post della vergogna: "Orrore e sconcerto"

Salis, il'ira del centrodestra per il post della vergogna: "Orrore e sconcerto"

Il post pubblicato su Instagram dall'europarlamentare di Avs, Ilaria Salis ha scatenato una tempesta politica e sociale poche ore dopo la tragica morte di tre carabinieri a Verona. Nel messaggio, Salis ha messo in relazione l'attentato con la crescente crisi abitativa e la povertà in Italia, sottolineando come “alla radice di questi gesti disperati e terribili ci sia una questione sistemica: la negazione di un diritto fondamentale, che genera sofferenza e disagio in fasce sempre più ampie della popolazione”. L'europarlamentare ha poi aggiunto che, se la politica continuerà a non affrontare le cause profonde della crisi, “dovrà considerarsi corresponsabile, insieme a quel capitalismo che ha trasformato la casa da bene essenziale a bene speculativo, di ciò che di orribile accade”. Le parole di Salis hanno immediatamente provocato reazioni politiche dure e unanimi. Il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha parlato di “dichiarazioni vergognose”, affermando che le dichiarazioni di Salis “rappresentano la persona che è” e costituiscono un esempio di irresponsabilità politica capace di generare “altro orrore e altra violenza”. Gasparri ha inoltre chiamato direttamente a rispondere della vicenda i leader politici Fratoianni e Bonelli, sottolineando che chi ha scelto di candidare Salis “ha una responsabilità gravissima” e che tale responsabilità ricade sulle figure che ne hanno supportato la candidatura. Sul fronte della Lega, il deputato ed ex carabiniere Anastasio Carrà ha condannato le dichiarazioni definendole “sconcertanti” e aggiungendo: “Uccidere in maniera premeditata tre servitori dello Stato non può trovare alcuna giustificazione. Chi, come Salis, cerca di aizzare chi si sente marginalizzato verso atti estremi, agisce in maniera irresponsabile e oltre ogni limite”. Carrà ha ribadito il suo ruolo istituzionale e professionale, sottolineando il rispetto dovuto ai membri delle forze dell'ordine che “stavano semplicemente svolgendo il proprio lavoro”. Anche Gianni Berrino, senatore e capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Giustizia, ha espresso “forte sconcerto” per il post, evidenziando l'inaccettabilità della banalizzazione della morte di servitori dello Stato da parte di una rappresentante politica. Secondo Berrino, è necessaria una presa di posizione chiara da parte di Salis e del partito Avs, per ristabilire rispetto verso le vittime e le loro famiglie, tutelare il valore delle istituzioni e dimostrare responsabilità politica. Il post di Salis arriva in un momento in cui la questione abitativa e la povertà sono tornate al centro del dibattito pubblico in diverse città italiane, da Sesto San Giovanni a Castel d'Azzano. La rappresentante di Avs, in maniera azzardata e poco appropriata, voleva evidenziare come alcuni problemi strutturali, come la carenza di alloggi accessibili e l'aumento delle disuguaglianze, possano creare disagio e frustrazione sociale. Tuttavia, l'accostamento diretto tra queste condizioni e un gesto criminale ha scatenato forti reazioni politiche, che hanno accusato la Salis di irresponsabilità e di un'inopportuna banalizzazione della tragedia. La vicenda mette in luce un tema più ampio, quello del linguaggio politico e della responsabilità dei rappresentanti istituzionali nel commentare eventi drammatici. La linea di confine tra analisi sociale e giustificazione di atti criminali è diventata oggetto di dibattito tra le forze politiche. Le dichiarazioni hanno aperto anche una riflessione sul ruolo dei partiti nella gestione dell'immagine dei propri rappresentanti. Gasparri e Berrino hanno sottolineato la necessità di atti di trasparenza e responsabilità, mentre la Lega ha insistito sulla difesa dei valori istituzionali e del rispetto per le forze dell'ordine. Dall'altra parte, Salis e Avs potrebbero trovarsi a dover chiarire pubblicamente il significato delle affermazioni, per evitare ulteriori tensioni politiche e mediatiche. La vicenda rischia di alimentare una polarizzazione già accentuata nel dibattito pubblico, tra chi enfatizza le cause sociali alla base della disperazione e chi sottolinea la centralità della responsabilità individuale e istituzionale in caso di violenza.

Femminicidio di Pamela Genini: Soncin non risponde al gip

Femminicidio di Pamela Genini: Soncin non risponde al gip

AGI - Gianluca Soncin , fermato con l'accusa di avere ucciso l'ex fidanzata Pamela Genini , si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio davanti al gip Tommaso Perna che si è svolto nel carcere di San Vittore. Soncin ha scelto la strada del silenzio di fronte all' accusa di omicidio aggravato da premeditazione, stalking, crudeltà e futili motivi . L'accusa, rappresentata dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo, ha chiesto la convalida del fermo e la misura cautelare del carcere. Pamela, 29 anni, è l'ultima donna vittima di femminicidio . Una violenza da parte del suo ex , cui aveva detto di voler interrompere la relazione, vista in tempo reale dai dirimpettai di quel terrazzino in via Iglesias nel quartiere Gorla di Milano in cui tutto si è consumato. L'allarme, seppure dato subito dai vicini al 112 , anche perché Pamela aveva chiesto aiuto a un altro suo ex, non ha potuto evitare la morte della donna . Gianluca Soncin, 52 anni, ha infierito su di lei con il suo coltello per ben 24 volte anche mentre la polizia faceva irruzione al civico 33, forzando il portoncino di ingresso e poi la porta dell'appartamento del femminicidio . Poi all'arrivo degli agenti sul terrazzino , si è autoinferto due coltellate ed è stato ricoverato all' ospedale Niguarda . La sua auto è parcheggiata dalla tarda serata di ieri nella strada del delitto .