
Il patriarca Landini difeso dalle femministe Schlein e Boldrini. Ma la Crusca le sbugiarda
A volte il silenzio è la forma più alta di intelligenza. Una massima sempre puntuale, ancor di più se l'utilizzo della parola viene declinato ad una serie di grotteschi arroccamenti, di sguscianti giustificazioni e di una mal riposta convinzione nell'avere una sorta di patente morale da usare a proprio piacimento. La sinistra italiana è caduta, per l'ennesima volta, nella sindrome del Marchese del Grillo, quella del «io so' io e voi non siete un cazzo». E il giorno dopo lo scivolone di Maurizio Landini e i roboanti silenzi dei leader della rive gauche, i leader (e presunti tali) hanno voluto dire la propria. Per comprendere al meglio la portata della vicenda, è necessario riavvolgere il nastro. Il segretario della Cgil si trovava negli studi della trasmissione televisiva «Di Martedì» per parlare della guerra in Medioriente, dell'ottimo rapporto tra Palazzo Chigi e l'inquilino della Casa Bianca e dell'oggettivo successo della mediazione voluta dal Presidente degli Stati Uniti. «Giorgia Meloni in realtà si è limitata a fare la cortigiana di Trump e non ha mosso un dito - ha spiegato Maurizio Landini ai telespettatori di La7 -. Per fortuna che c'erano i cittadini italiani che sono scesi in piazza e hanno difeso la dignità e l'onore di questo Paese». Un epiteto che ha suscitato l'immediata reazione del Presidente del Consiglio (che ha pubblicato un post nel quale evidenzia il significato del termine, un sinonimo di prostituta). La cortigiana era infatti una donna dai facili costumi, di alto livello, che offriva compagnia, intrattenimento e prestazioni sessuali a uomini di nobiltà o dell'alta borghesia, ricevendone denaro, favori o protezione. Fosse capitato qualcosa di simile ad una parlamentare di sinistra, non si conterebbero oggi le trasmissioni televisive, gli interminabili interventi di intellettuali, le interrogazioni parlamentari. Visto che, al contrario, l'offesa è stata rivolta al leader del centrodestra, tutto pare essere consentito. Almeno per l'universo progressista. «Meloni dovrebbe smetterla di fare la vittima ogni giorno e concentrarsi sulle vere vittime: Landini ha già chiarito il senso della sua frase – ha affermato il segretario del Partito Democratico, Elly Schlein -. Sono molto felice che la coalizione progressista abbia preso forma. Alle ultime regionali l'abbiamo presentata in tutta Italia e questo nel centrosinistra non succedeva da vent'anni: ovviamente non finisce qua, perché dobbiamo mettere in campo un progetto per il Paese». La seconda parte della dichiarazione è interessante, perché dimostra come la donna dai tre passaporti consideri noiosa, pedante e del tutto insignificante la richiesta di scuse (giunte, per altro, anche dai dem Pina Picierno e Filippo Sensi) mosse al vero e unico leader della sinistra italiana, Maurizio Landini. «Volgare e ignobile la strumentalizzazione politica della destra, e dei giornali della destra, sulle parole del segretario della Cgil Maurizio Landini – ha sottolineato il capogruppo al Senato di Avs, Peppe De Cristofaro –. È la solita tattica comunicativa per non parlare dei veri problemi del Paese. Meloni fa la vittima e sposta l'attenzione. La vera volgarità è l'uso politico di ogni parola per colpire chi non si allinea». Fanno ancora più scalpore le parole di Laura Boldrini, da sempre paladina della sorellanza tra donne. «Direi alla maggioranza di non strumentalizzare le parole di Landini, per nascondere altro, perché è evidente che c'è stato un equivoco. Non bisogna fare vittimismo». Da destra, Ilaria Cavo, deputata di Noi Moderati, ha evidenziato come la sinistra «non sia proprio in grado di ammettere un errore e a dire che la violenza verbale è da condannare nei confronti di ogni donna, anche e soprattutto della nostra premier. La segretaria del Pd Elly Schlein ha superato il segno». Le surreali discolpe della sinistra sono state infine smontate dal presidente onorario dell'Accademia della Crusca, Claudio Marazzini: «Su tutti i dizionari il termine cortigiana è definito come riportato da Meloni nel post che ha dedicato al leader della Cgil. Diciamo che questi sono gli scivoloni in cui si incorre non utilizzando correttamente la lingua. Direi che bisognava essere cauti: il fatto che un uomo progressista scivoli su di una buccia di banana è un guaio».