
Tre indagati per l'omicidio del giostraio di Capena, sospetta faida familiare
C'è l'ombra della faida familiare dietro al pestaggio che ha provocato la morte del giostraio di Capena. La Procura di Tivoli ha iscritto nel registro degli indagati tre giovani, di età compresa tra i 20 e i 25 anni, con l'accusa di omicidio volontario. Una lite scoppiata durante la Sagra dell'uva si è trasformata in tragedia nel comune della provincia romana, dove Stefano 'Luigi' Cena, giostraio di 64 anni, è morto dopo nove giorni di coma in seguito a un violento pestaggio. I fatti risalgono alla notte tra il 5 e il 6 ottobre, nel pieno della tradizionale fiera sulla piazza principale del paese. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di Monterotondo e della stazione di Capena, tutto sarebbe iniziato nei pressi della giostra gestita dalla vittima. La miccia si sarebbe accesa per le proteste del giostraio che avrebbe chiesto a un gruppo di ragazzi, tra cui alcuni familiari della vittima e del fratello che aveva un'altra giostra poco distante, di pagare il biglietto per l'attrazione dell'ottovolante. Tra questi c'era anche una nipote dell'uomo, che aveva già fatto un giro poco prima insieme al fidanzato e ad alcuni amici senza pagare. Dalle parole si è presto passati ai toni accesi e poi ai fatti. La giovane avrebbe iniziato a discutere con una cugina, intervenuta in difesa dello zio. In pochi minuti il diverbio familiare si è allargato, trasformando la piazza del paese in un ring e coinvolgendo diversi presenti, che erano in preda ai fumi dell'alcol. Secondo le testimonianze, la situazione è degenerata rapidamente in una rissa. Nove le persone denunciate a piede libero quella sera, tra cui lo stesso Cena, che era ancora in vita, il figlio e il fratello, anch'essi giostrai. Ma le conseguenze dell'aggressione si sono rivelate successivamente fatali. La vittima è stata colpita violentemente alla testa e lasciata a terra priva di sensi. "Lo hanno colto alle spalle e gli hanno fracassato il cranio contro l'asfalto", raccontano alcuni testimoni vicini alla vittima. Dopo il ricovero in ospedale, le condizioni dell'uomo sono peggiorate, fino al decesso, avvenuto nove giorni più tardi. La Procura ha disposto l'autopsia per fare luce sulle cause precise della morte, mentre le indagini proseguono per chiarire le responsabilità individuali e di altri eventuali partecipanti all'aggressione. Restano ancora da definire i contorni esatti di quella notte e, soprattutto, chi abbia inferto i colpi letali. La vicenda sta assumendo sempre più i contorni di una vendetta familiare legata a vecchi rancori.