Madagascar, dopo le proteste di piazza l’esercito prende il potere: il colonnello Randrianirina nuovo presidente

Madagascar, dopo le proteste di piazza l’esercito prende il potere: il colonnello Randrianirina nuovo presidente

Nel Madagascar che per settimane ha visto le rivolte della “Gen Z”, i giovani malgasci infuriati col governo Rajoelina per le condizioni di vita nel Paese del sud-est dell’Africa, è arrivata una importate evoluzione politica. Michael Randrianirina, colonnello dell’esercito e capo del CAPSAT, l’unità d’élite che si è ammutinata unendosi ai manifestati antigovernativi la scorsa […]

Vigna Ada Wine Festival – Ottobrata 2025. Un brindisi d'autunno tra vino, natura e musica nello scenario suggestivo di Forte Antenne

Vigna Ada Wine Festival – Ottobrata 2025. Un brindisi d'autunno tra vino, natura e musica nello scenario suggestivo di Forte Antenne

L'Associazione di Promozione Sociale Park Fest è entusiasta di presentare la quinta edizione del Vigna Ada Wine Festival, nella sua edizione autunnale, dal 17 al 19 ottobre 2025, presso la splendida cornice del Forte Antenne (Via del Forte Antenne 12, 00199 Roma RM). Una festa che celebra il vino naturale nell'atmosfera dell'ottobrata romana Dopo il successo della Spring Edition, Vigna Ada torna a ottobre con tre giorni che intrecciano la magia dell'autunno romano con i calici dei vignaioli naturali. Un appuntamento che unisce convivialità, cultura e musica, invitando il pubblico a scoprire un modo autentico e umano di vivere il vino. I Vignaioli al Centro Protagonisti indiscussi saranno i produttori indipendenti, pronti a raccontare la loro filosofia e a condividere vini che parlano di territorio, biodiversità e artigianalità. Ogni assaggio sarà un incontro diretto tra chi fa il vino e chi lo ama. Degustazioni, Cibo Selezionato e Musica Il festival proporrà un'accurata selezione gastronomica, pensata per valorizzare i vini in degustazione con ingredienti stagionali e di qualità. Le serate saranno animate da dj set e live performance, riempiendo Forte Antenne di festa, incontro e bellezza. Domenica: il Market di Vigna Ada Per chiudere il festival in bellezza, la domenica si arricchisce di un market speciale: non solo degustazioni, ma anche l'occasione di portarsi a casa bottiglie e prodotti selezionati, direttamente dagli artigiani. Un piccolo bazar d'autunno, con sorprese tutte da scoprire e la possibilità di acquistare i vini delle cantine presenti a prezzi da fiera. Date e Orari • Venerdì 17 ottobre: dalle 18:00 alle 02:00 • Sabato 18 ottobre: dalle 18:00 alle 02:00 • Domenica 19 ottobre: dalle 12:00 alle 22:00 Ingresso Venerdì e Sabato — €15 Acquistabile su Xceed o direttamente all'evento Include bicchiere da degustazione ufficiale + 3 gettoni Mezzo calice: 1 gettone Calice intero: 2 gettoni Valore singolo gettone: €2,50 Domenica — Free Entry (per chi visita solo il market) Per degustare i vini è necessario acquistare il calice al costo di €5 e i gettoni dal valore di €2,50 Mezzo calice: 1 gettone Calice intero: 2 gettoni Contatti e Info Email: vignaadafestival@gmail.com Un invito aperto ad appassionati, curiosi e amanti del buon vivere: Vigna Ada non è solo un festival, ma un brindisi collettivo all'autunno, alla terra e alla bellezza di fare bene.

Svolta nelle indagini sulla morte del fondatore della catena Mango, Isak Andik: è il figlio Jonathan l’unico indagato per omicidio. Al momento dell’incidente fatale, i due stavano facendo un’escursione in montagna

Svolta nelle indagini sulla morte del fondatore della catena Mango, Isak Andik: è il figlio Jonathan l’unico indagato per omicidio. Al momento dell’incidente fatale, i due stavano facendo un’escursione in montagna

Non più testimone ma indagato: così la giudice titolare del tribunale d’istruzione n. 5 di Martorell ha modificato la posizione di Jonathan Andik nell’ambito dell’indagine per la morte di suo padre, Isak, fondatore della nota catena di abbigliamento Mango e morto lo scorso 14 dicembre mentre si trovava in montagna proprio assieme al figlio. I […] L'articolo Svolta nelle indagini sulla morte del fondatore della catena Mango, Isak Andik: è il figlio Jonathan l’unico indagato per omicidio. Al momento dell’incidente fatale, i due stavano facendo un’escursione in montagna proviene da Il Fatto Quotidiano .

Fratoianni e Bonelli, il loro paese dei balocchi ha la patrimoniale

Fratoianni e Bonelli, il loro paese dei balocchi ha la patrimoniale

Almeno ci hanno avvisato prima: vogliono metterci le mani nel portafogli. Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni , il Gatto e la Volpe della politica italiana. Come i personaggi di Pinocchio, promettono il Paese dei Balocchi; però, a differenza della famigerata coppia inventata dal genio di Carlo Collodi, non fanno giri di parole per tirare a fregarti: te lo dicono chiaro e tondo. I due intendono sposare l’idea di Mangiafuoco Sergio Landini: una patrimoniale, una polpetta al veleno da servire sul piatto di Elly Schlein per farla diventare proposta di coalizione, in modo da far scappare dal Pd anche gli ultimi elettori moderati. Secondo un report di Ubs, l’Unione Banche Svizzere, in Italia ci sono 62 miliardari in euro. Posseggono, insieme, poco meno di 200 miliardi ma il segretario della Cgil sostiene siano in realtà 240. Poco importa, è noto che i numeri non sono il forte del leader sindacale. Quel che conta, e che non funziona, però è il piano: «Bisogna raggiungere la giustizia sociale attraverso la giustizia fiscale, si può immaginare una tassa di scopo da dedicare, per esempio, alla sanità, dobbiamo ancora capire bene come articolare la super-gabella, ma l’importante è metterla in programma». Così l’estrema sinistra ha avanzato l’idea. Figurarsi, spennare i ricchi per dare ai poveri è la filosofia più antica e populista della storia della politica; infatti è di sinistra. Ha facile presa, trasuda ideologia e nasconde lo squallore dell’invidia con il sapore della vendetta. Però non si illuda chi spera di trarne vantaggio, o quantomeno di far piangere i ricchi. La super patrimoniale non sarebbe un una tantum, diventerebbe regola e non colpirebbe i 62 miliardari di cui sopra, che ci impiegherebbero cinque minuti a salvare le loro ricchezze e trasferirle altrove, con il risultato di restare dei nababbi loro ma rendere più povera l’Italia. La patrimoniale finirebbe per martellare il solito 5% di italiani che, secondo i dati dell’Osservatorio Itinerari Previdenziali, paga quasi la metà dell’intero gettito Irpef o, se va bene, il 15% che ne ha in carico oltre il 63% . Anche sulla destinazione del maltolto ci sarebbe poi da ridire. Il problema vero del nostro Welfare non sono i soldi, visto che abbiamo lo Stato Sociale più pesante del mondo in rapporto all’incidenza della spesa totale sul prodotto interno lordo (30%). Come noi, solo la Francia, che infatti sta vivendo un’apocalisse sociale e istituzionale per l’incapacità di rivedere i propri conti pubblici, e la Finlandia, dove però la spesa è mirata, il che significa che l’assistenza non è assistenzialismo e la previdenza non è privilegio. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44480764]] Alzare la tassazione oggi in Italia non è pensabile, visto che quella reale si aggira intorno al 47-48% , equivarrebbe a stringere il cappio intorno al collo di chi sta già soffocando. Il solo modo per scongiurare i tagli alla spesa sociale che Avs e Cgil non vogliono, è alzare il prodotto lordo, ovverosia aumentare la ricchezza del Paese, anziché ridurla. Sanità, pensioni, lotta agli stipendi bassi: sono parole chiave che la sinistra userà in questo anno e mezzo di campagna elettorale per provare a ingannare i cittadini promettendo il Paese dei Balocchi. Sono slogan che rilanciano principi giusti ma pronunciati da chi non ha gli strumenti tecnici e neppure ideologici per creare le condizioni per cui ci siano una migliore sanità, non ci si debba ritirare dal lavoro sempre più in là con gli anni e si arrivi a guadagnare paghe più alte. La patrimoniale è la soluzione di chi non sa far soldi né per sé né per il Paese che vorrebbe governare e si preoccupa solo di sottrarli agli altri.

Fratoianni e Bonelli, il loro paese dei balocchi ha la patrimoniale

Fratoianni e Bonelli, il loro paese dei balocchi ha la patrimoniale

Almeno ci hanno avvisato prima: vogliono metterci le mani nel portafogli. Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni , il Gatto e la Volpe della politica italiana. Come i personaggi di Pinocchio, promettono il Paese dei Balocchi; però, a differenza della famigerata coppia inventata dal genio di Carlo Collodi, non fanno giri di parole per tirare a fregarti: te lo dicono chiaro e tondo. I due intendono sposare l’idea di Mangiafuoco Sergio Landini: una patrimoniale, una polpetta al veleno da servire sul piatto di Elly Schlein per farla diventare proposta di coalizione, in modo da far scappare dal Pd anche gli ultimi elettori moderati. Secondo un report di Ubs, l’Unione Banche Svizzere, in Italia ci sono 62 miliardari in euro. Posseggono, insieme, poco meno di 200 miliardi ma il segretario della Cgil sostiene siano in realtà 240. Poco importa, è noto che i numeri non sono il forte del leader sindacale. Quel che conta, e che non funziona, però è il piano: «Bisogna raggiungere la giustizia sociale attraverso la giustizia fiscale, si può immaginare una tassa di scopo da dedicare, per esempio, alla sanità, dobbiamo ancora capire bene come articolare la super-gabella, ma l’importante è metterla in programma». Così l’estrema sinistra ha avanzato l’idea. Figurarsi, spennare i ricchi per dare ai poveri è la filosofia più antica e populista della storia della politica; infatti è di sinistra. Ha facile presa, trasuda ideologia e nasconde lo squallore dell’invidia con il sapore della vendetta. Però non si illuda chi spera di trarne vantaggio, o quantomeno di far piangere i ricchi. La super patrimoniale non sarebbe un una tantum, diventerebbe regola e non colpirebbe i 62 miliardari di cui sopra, che ci impiegherebbero cinque minuti a salvare le loro ricchezze e trasferirle altrove, con il risultato di restare dei nababbi loro ma rendere più povera l’Italia. La patrimoniale finirebbe per martellare il solito 5% di italiani che, secondo i dati dell’Osservatorio Itinerari Previdenziali, paga quasi la metà dell’intero gettito Irpef o, se va bene, il 15% che ne ha in carico oltre il 63% . Anche sulla destinazione del maltolto ci sarebbe poi da ridire. Il problema vero del nostro Welfare non sono i soldi, visto che abbiamo lo Stato Sociale più pesante del mondo in rapporto all’incidenza della spesa totale sul prodotto interno lordo (30%). Come noi, solo la Francia, che infatti sta vivendo un’apocalisse sociale e istituzionale per l’incapacità di rivedere i propri conti pubblici, e la Finlandia, dove però la spesa è mirata, il che significa che l’assistenza non è assistenzialismo e la previdenza non è privilegio. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44480764]] Alzare la tassazione oggi in Italia non è pensabile, visto che quella reale si aggira intorno al 47-48% , equivarrebbe a stringere il cappio intorno al collo di chi sta già soffocando. Il solo modo per scongiurare i tagli alla spesa sociale che Avs e Cgil non vogliono, è alzare il prodotto lordo, ovverosia aumentare la ricchezza del Paese, anziché ridurla. Sanità, pensioni, lotta agli stipendi bassi: sono parole chiave che la sinistra userà in questo anno e mezzo di campagna elettorale per provare a ingannare i cittadini promettendo il Paese dei Balocchi. Sono slogan che rilanciano principi giusti ma pronunciati da chi non ha gli strumenti tecnici e neppure ideologici per creare le condizioni per cui ci siano una migliore sanità, non ci si debba ritirare dal lavoro sempre più in là con gli anni e si arrivi a guadagnare paghe più alte. La patrimoniale è la soluzione di chi non sa far soldi né per sé né per il Paese che vorrebbe governare e si preoccupa solo di sottrarli agli altri.