Marche, Matteo Ricci: sono sereno, ora torno alla campagna elettorale

Marche, Matteo Ricci: sono sereno, ora torno alla campagna elettorale

Roma, 30 lug. (askanews) -"Sono molto soddisfatto, ho risposto a ogni domanda e ho raccontato tutto ciò che so rispetto ai fatti contestati e rispetto alla mia attività da sindaco. Ho ribadito la mia assoluta estraneità ai fatti e, anzi, ho apportato un contributo ulteriore per l'accertamento della verità. Ringrazio i magistrati per il loro lavoro, sono molto sereno e determinato. E adesso torno a quello che ho sempre fatto: fare campagna elettorale tra la gente e per la gente". Lo ha detto un Matteo Ricci sorridente, candidato del centrosinistra nelle Marche, al termine dell'interrogatorio davanti ai Pm che indagano sugli affidi del comune di Pesaro durante il periodo della sua amministrazione.

Le idee outfit più sensuali con i due pezzi che non avevamo ancora considerato di abbinare nell'estate 2025

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Flirtavano da tempo, ma nessuno se n’era accorto. Nell’estate 2025 tra body e pantaloni larghi scocca finalmente la scintilla: due pezzi glamour e versatili che, insieme, conquistano la scena. Il risultato? Outfit perfettamente bilanciati, sospesi tra comodità e sensualità. Da […] L'articolo Body e pantaloni larghi, la coppia che scoppia quest’estate: 5 look comodi e sexy sembra essere il primo su iO Donna .

Elly senza pace, scoppia la grana Puglia: il caso Taranto e il cortocircuito green

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Ci mancava solo Taranto a rovinare definitivamente l'estate del Nazareno. La crisi è scoppiata con le dimissioni del sindaco, ad appena 50 giorni dall'elezione: Pietro Bitetti, civico di area Pd, grande amico di Michele Emiliano. Le motivazioni riflettono il clima: «Inagibilità politica». Una divisione che lacera i dem: da una parte ci sono coloro che vogliono firmare con il governo l'accordo per vendere l'Ilva, dall'altra una parte del partito che si oppone. Una sorta di nuovo caso Milano, ma al centro del conflitto stavolta c'è il più grande impianto siderurgico d'Europa alimentato a carbone. I fatti: il passo indietro del sindaco (ha 20 giorni per ripensarci) arriva dopo un incontro teso con alcuni rappresentanti di comitati civici e ambientalisti sul piano per l'ex Ilva. All'uscita dal Palazzo comunale, Bitetti trova ad accoglierlo una protesta minacciosa nei suoi confronti: volano parole grosse, insulti, atteggiamenti ritenuti minacciosi. Si manifesta, dunque, quella "inagibilità politica" che lo porta alle dimissioni. Il Pd lo difende; interviene Antonio Misiani, responsabile economia della segreteria: «Le minacce e le intimidazioni degli estremisti sono del tutto inaccettabili». Il patatrac avviene alla vigilia di due scadenze importanti: il consiglio comunale che viene rinviato e l'incontro col governo in agenda domani, durante il quale dovrà essere discussae approvata la bozza dell'accordo di programma. È un passaggio decisivo per stabilire un sistema di produzione meno inquinante rispetto agli altoforni alimentati a carbone (il ministro Urso lo conferma). Gli ambientalisti, il M5S e parte del Pd ritengono troppo debole la proposta del governo e quindi attaccano il governatore Michele Emiliano e il sindaco Pietro Bitetti. Sul tema interviene anche Michele Riondino, regista tarantino e simpatizzante dei gruppi ecologisti: «Ci descrivono come balordi e violenti, dicono che abbiamo minacciato di morte il sindaco. La verità è che siamo armati solo di megafono». Se a Taranto divampa l'incendio politico, a Bari non è ancora in vista la soluzione che darebbe il via libera alla candidatura di Antonio Decaro. L'eurodeputato ha avvisato per tempo Roma: «Convincete Emiliano e Vendola a non entrare nel prossimo consiglio regionale. In caso contrario, io resto a Bruxelles». Antefatto: il Presidente in carica e il suo predecessore di Avs, Nichi Vendola, hanno comunicato da settimane la loro volontà di candidarsi alle regionali. Sono cominciati i lazzi: «faranno da balia a Decaro». Decaro, che ebbe già Emiliano come predecessore al Comune di Bari, non ne vuole sapere. Al Nazareno non sanno come gestire la situazione: «Avete mai provato a convincere Michele di non fare una cosa?», dice chi lo conosce bene. Non si vedono schiarite all'orizzonte, se non qualche rassicurazione sulla durata del supplizio. Il governatore ha già prenotato un seggio parlamentare; la sua permanenza in Consiglio Regionale potrebbe durare un anno. A Palazzo Madama c'è un sostenitore della pace: il capogruppo Francesco Boccia. Se Decaro dovesse decidere di restare al Parlamento Europeo, toccherebbe a lui.

**Mo: Schlein a Meloni, 'presto per Stato Palestina? Rischia di non restare più nulla'**

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Roma, 30 lug. (Adnkronos) - Basta con "l'ipocrisia" per cui "parlate del fatto che prima dovrebbe esistere uno Stato e fingete di non vedere che lo stanno radendo al suolo quello Stato, occupato illegalmente contro il diritto internazionale". Lo dice Elly Schlein nella replica durante il question time alla Camera in cui il Pd ha interrogato il governo sul riconoscimento dello Stato di Palestina. "Il riconoscimento della Palestina come Stato democratico e sovrano entro i confini del '67 con Gerusalemme, con capitale condivisa, è oggi un contributo concreto al processo di pace ed è necessario per difendere la prospettiva dei due popoli e dei due Stati di fronte al primo governo israeliano che la nega apertamente, esattamente come la negano i terroristi di Hamas". "Noi lo abbiamo chiesto anche da una piazza gremita di 300.000 persone che non vogliono che l'Italia sia in alcun modo complice dei crimini del governo di estrema destra Netanyahu che vanno fermati immediatamente. Ma le vostre parole non bastano, servono fatti concreti. Il Parlamento italiano ha assunto questo impegno nel 2015, quello europeo nel 2014. Eppure il governo italiano in sede Onu si è astenuto, tradendo la nostra tradizione diplomatica e ha persino votato contro la sospensione dell'accordo tra Ue e Israele mettendo il nostro paese dalla parte sbagliata in questa discussione". "Ora -chiede la segretaria del Pd- come voterete con la sospensione dei programmi Horizon che pure è una risposta insufficiente, una reazione tardiva, timida, ma come voterete? Voterete contro anche questa volta per non irritare Trump e Netanyahu? L'Italia non merita di vedere la propria politica estera piegata alla vostra subalternità ideologica". "Quale credibilità avrà il diritto internazionale in qualsiasi parte del mondo, se la comunità internazionale e l'Unione Europea oggi restano a guardare mentre per i palestinesi ogni norma di diritto internazionale viene violato? Noi -prosegue Schlein- vi chiediamo ancora il riconoscimento e sappiamo che non basta, perché serve un cessate il fuoco immediato, portare tutti gli aiuti umanitari necessari coi camion, molto meno rischiosi e più efficaci dei lanci aerei, serve la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani di cui Netanyahu si è disinteressato, così come serve un embargo totale di armi, sanzioni al governo di estrema destra di Netanyahu e serve mettere in campo tutte tutti gli strumenti di pressione per fermarli, a partire dall'interrompere quell'accordo di collaborazione militare con il nostro Paese. "Serve riconoscere la Stato di Palestina perché mentre Meloni dice che è troppo presto, anche con Gaza rasa al suolo e 60.000 morti, la verità è che dopo sarà troppo tardi e rischia di non esserci più niente da riconoscere".