Edilizia: Geometri, con meno di 2 mld Stato può sostenere riqualificazione e rigenerazione energetica

Edilizia: Geometri, con meno di 2 mld Stato può sostenere riqualificazione e rigenerazione energetica

Roma, 14 ott. (Adnkronos/Labitalia) - La rigenerazione energetica degli edifici e la riqualificazione edilizia rappresentano una leva strutturale fondamentale per la crescita economica, la sostenibilità ambientale e il benessere sociale. La recente analisi del centro studi della Fondazione Geometri Italiani - presentata durante il convegno 'Sviluppo economico e sostenibilità ambientale: tra cambio di rotta e strategie in evoluzione', organizzato in collaborazione con il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati e Cassa Geometri – e basata su due metodologie rigorose e complementari, evidenzia come lo Stato possa continuare a sostenere questi processi con un costo relativamente contenuto, meno di 2 miliardi annui, e che produce effetti moltiplicatori significativi sull'economia nazionale. Lo studio ha adottato la metodologia della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, che analizza l'impatto completo dell'investimento, e il modello analitico Ance, basato su un'analisi dettagliata dei costi e dei ricavi fiscali e contributivi. Entrambe le metodologie concordano su un quadro positivo: con una spesa media annua di circa 14 miliardi di euro per bonus fiscali, lo Stato ottiene ritorni significativi che riducono il costo netto dell'intervento a meno di 2 miliardi annui. La simulazione stima: un valore aggiunto economico che supera i 16 miliardi di euro (metodologia Fondazione Commercialisti); Un saldo fiscale netto positivo per lo Stato compreso tra 320 milioni e 1,2 miliardi di euro (modello analitico Ance), a seconda che si considerino solo gli effetti diretti o si includano anche gli effetti indotti; Il gettito fiscale e contributivo complessivo deriva da imposte dirette, Iva, contributi previdenziali, e si accompagna a una forte attivazione di salari e consumi interni. Un aspetto fondamentale evidenziato nello studio riguarda l'importanza dei moltiplicatori economici, che misurano l'effetto moltiplicativo degli investimenti in edilizia sull'intera economia nazionale. Nel caso specifico dei bonus edilizi, ogni euro investito nella riqualificazione edilizia e nella rigenerazione energetica degli edifici genera una ricaduta di circa 3,3 euro complessivi. Questo effetto deriva dalla somma di impatti diretti sui cantieri, indiretti sulle imprese fornitrici e indotti dai consumi delle famiglie e dei lavoratori coinvolti. L'adozione di questi incentivi non si limita quindi a sostenere il settore edilizio, ma si traduce in un importante stimolo per l'economia italiana, con conseguenti aumenti di valore aggiunto, occupazione e gettito fiscale che superano in molti casi il costo diretto per lo Stato. Il modello analitico Ance dettaglia la composizione dei costi degli interventi, che include materiali, manodopera, progettazione e oneri di sicurezza. Circa il 34% dei costi è destinato a salari e stipendi netti, che generano un consistente gettito fiscale e contributivo (Inps, Inail, Irpef) stimato oltre i 3,3 miliardi di euro. Il gettito Iva, oltre a essere generato direttamente sulle spese per i lavori, si estende indirettamente ai consumi indotti dai redditi, con un'incidenza stimata del 15,2%, arrivando a produrre ulteriori centinaia di milioni in entrate per lo Stato. Gli interventi con aliquote più elevate, ipotizzate al 55% e 65% per le famiglie in povertà energetica, comportano un costo fiscale aggiuntivo per lo Stato inferiore ai 2 miliardi di euro annui complessivi e significativamente inferiore rispetto ai 13 miliardi spesi all'avvio del Superbonus 110%. Inoltre, il gettito derivante dagli interventi al 36% potrebbe parzialmente compensare le minori entrate dagli interventi maggiormente agevolati destinati alle famiglie vulnerabili, contribuendo a un bilanciamento sostenibile nel bilancio pubblico. Infine, le risorse eventualmente necessarie per sostenere in modo dedicato le famiglie in povertà energetica potrebbero essere integrate con strumenti complementari, come il sostegno alle comunità energetiche, per migliorare ulteriormente l'efficacia complessiva delle politiche di sostenibilità. Nel quadro di un orizzonte di policy stabile, lo studio della Categoria delinea un insieme di strategie operative che potrebbero essere attuate dal 2025 al 2030 e oltre. Programmazione stabile e pluriennale: garantire una coerenza temporale e normativa, evitando instabilità che possono generare bolle speculative come quelle del Superbonus. Sistema di monitoraggio e verifiche: attuare controlli trasparenti e periodici sui costi, i risultati energetici e gli effetti sociali, per ridurre rischi di abusi. Semplificazione normativa e amministrativa: semplificare i processi di accesso agli incentivi, specialmente nei condomini, e rendere più accessibili le procedure di cessione del credito. Focus sulle fasce vulnerabili: adottare misure di sostegno che prevedano incentivi fiscali mirati, sconti in fattura, accesso facilitato al credito e politiche di accompagnamento. Gestione trasparente e condivisa: coinvolgere professionisti qualificati e istituzioni con modelli di controllo condiviso, per evitare abusi e uso distorto delle risorse. Questi approcci, condivisi e adottati in modo coordinato, consentirebbero di realizzare un rinnovamento edilizio, sostenibile e socialmente equo, riducendo i rischi di bolle speculative.

A Milano presidio contro la partita Italia-Israele sotto la sede della Figc: “La tregua non cancella il genocidio”

A Milano presidio contro la partita Italia-Israele sotto la sede della Figc: “La tregua non cancella il genocidio”

“La tregua non cancella gli anni di genocidio”, Lo dicono le attiviste e gli attivisti che hanno partecipato al presidio sotto la sede della Figc di Milano per chiedere il boicottaggio del match di qualificazione ai Mondiali Italia-Israele che si giocherà tra pochissimo a Udine. “I vertici del calcio, così come il governo – attaccano […] L'articolo A Milano presidio contro la partita Italia-Israele sotto la sede della Figc: “La tregua non cancella il genocidio” proviene da Il Fatto Quotidiano .

Omicidio Giulia Cecchettin, Filippo Turetta rinuncia all'Appello

Omicidio Giulia Cecchettin, Filippo Turetta rinuncia all'Appello

Colpo di scena nel caso dell'omicidio di Giulia Cecchettin: Filippo Turetta, condannato all'ergastolo in primo grado per il delitto, rinuncia al processo d'Appello. Il giovane ha inviato alla Procura generale, alla Procura ordinaria, alla Corte d'Assise e alla Corte d'Appello una lettera scritta a mano, nella quale comunica la sua decisione di rinunciare all'Appello dicendosi "sinceramente pentito", e cercando di dimostrare che non sta cercando sconti di pena.

Edilizia: Geometri, con meno di 2 mld Stato può sostenere riqualificazione e rigenerazione energetica

Edilizia: Geometri, con meno di 2 mld Stato può sostenere riqualificazione e rigenerazione energetica

Roma, 14 ott. (Adnkronos/Labitalia) - La rigenerazione energetica degli edifici e la riqualificazione edilizia rappresentano una leva strutturale fondamentale per la crescita economica, la sostenibilità ambientale e il benessere sociale. La recente analisi del centro studi della Fondazione Geometri Italiani - presentata durante il convegno 'Sviluppo economico e sostenibilità ambientale: tra cambio di rotta e strategie in evoluzione', organizzato in collaborazione con il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati e Cassa Geometri – e basata su due metodologie rigorose e complementari, evidenzia come lo Stato possa continuare a sostenere questi processi con un costo relativamente contenuto, meno di 2 miliardi annui, e che produce effetti moltiplicatori significativi sull'economia nazionale. Lo studio ha adottato la metodologia della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, che analizza l'impatto completo dell'investimento, e il modello analitico Ance, basato su un'analisi dettagliata dei costi e dei ricavi fiscali e contributivi. Entrambe le metodologie concordano su un quadro positivo: con una spesa media annua di circa 14 miliardi di euro per bonus fiscali, lo Stato ottiene ritorni significativi che riducono il costo netto dell'intervento a meno di 2 miliardi annui. La simulazione stima: un valore aggiunto economico che supera i 16 miliardi di euro (metodologia Fondazione Commercialisti); Un saldo fiscale netto positivo per lo Stato compreso tra 320 milioni e 1,2 miliardi di euro (modello analitico Ance), a seconda che si considerino solo gli effetti diretti o si includano anche gli effetti indotti; Il gettito fiscale e contributivo complessivo deriva da imposte dirette, Iva, contributi previdenziali, e si accompagna a una forte attivazione di salari e consumi interni. Un aspetto fondamentale evidenziato nello studio riguarda l'importanza dei moltiplicatori economici, che misurano l'effetto moltiplicativo degli investimenti in edilizia sull'intera economia nazionale. Nel caso specifico dei bonus edilizi, ogni euro investito nella riqualificazione edilizia e nella rigenerazione energetica degli edifici genera una ricaduta di circa 3,3 euro complessivi. Questo effetto deriva dalla somma di impatti diretti sui cantieri, indiretti sulle imprese fornitrici e indotti dai consumi delle famiglie e dei lavoratori coinvolti. L'adozione di questi incentivi non si limita quindi a sostenere il settore edilizio, ma si traduce in un importante stimolo per l'economia italiana, con conseguenti aumenti di valore aggiunto, occupazione e gettito fiscale che superano in molti casi il costo diretto per lo Stato. Il modello analitico Ance dettaglia la composizione dei costi degli interventi, che include materiali, manodopera, progettazione e oneri di sicurezza. Circa il 34% dei costi è destinato a salari e stipendi netti, che generano un consistente gettito fiscale e contributivo (Inps, Inail, Irpef) stimato oltre i 3,3 miliardi di euro. Il gettito Iva, oltre a essere generato direttamente sulle spese per i lavori, si estende indirettamente ai consumi indotti dai redditi, con un'incidenza stimata del 15,2%, arrivando a produrre ulteriori centinaia di milioni in entrate per lo Stato. Gli interventi con aliquote più elevate, ipotizzate al 55% e 65% per le famiglie in povertà energetica, comportano un costo fiscale aggiuntivo per lo Stato inferiore ai 2 miliardi di euro annui complessivi e significativamente inferiore rispetto ai 13 miliardi spesi all'avvio del Superbonus 110%. Inoltre, il gettito derivante dagli interventi al 36% potrebbe parzialmente compensare le minori entrate dagli interventi maggiormente agevolati destinati alle famiglie vulnerabili, contribuendo a un bilanciamento sostenibile nel bilancio pubblico. Infine, le risorse eventualmente necessarie per sostenere in modo dedicato le famiglie in povertà energetica potrebbero essere integrate con strumenti complementari, come il sostegno alle comunità energetiche, per migliorare ulteriormente l'efficacia complessiva delle politiche di sostenibilità. Nel quadro di un orizzonte di policy stabile, lo studio della Categoria delinea un insieme di strategie operative che potrebbero essere attuate dal 2025 al 2030 e oltre. Programmazione stabile e pluriennale: garantire una coerenza temporale e normativa, evitando instabilità che possono generare bolle speculative come quelle del Superbonus. Sistema di monitoraggio e verifiche: attuare controlli trasparenti e periodici sui costi, i risultati energetici e gli effetti sociali, per ridurre rischi di abusi. Semplificazione normativa e amministrativa: semplificare i processi di accesso agli incentivi, specialmente nei condomini, e rendere più accessibili le procedure di cessione del credito. Focus sulle fasce vulnerabili: adottare misure di sostegno che prevedano incentivi fiscali mirati, sconti in fattura, accesso facilitato al credito e politiche di accompagnamento. Gestione trasparente e condivisa: coinvolgere professionisti qualificati e istituzioni con modelli di controllo condiviso, per evitare abusi e uso distorto delle risorse. Questi approcci, condivisi e adottati in modo coordinato, consentirebbero di realizzare un rinnovamento edilizio, sostenibile e socialmente equo, riducendo i rischi di bolle speculative.

Lo zio di Giulia Cecchettin: “Turetta rinuncia all’appello? Solo strategia difensiva, mi sento preso in giro”

Lo zio di Giulia Cecchettin: “Turetta rinuncia all’appello? Solo strategia difensiva, mi sento preso in giro”

Dopo la notizia della lettera scritta da Filippo Turetta e inviata ai magistrati, in cui il 24enne dice di voler rinunciare al processo d'appello "perché sinceramente pentito" per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, Alberto Camerotto, zio della vittima, esprime a Fanpage.it la sua perplessità riguardo a questa scelta: "Credo sia una mossa da calcolatore inesperto". Continua a leggere

Dopo la nomina “per errore” il Nobel Parisi scrive al ministero della Salute e rifiuta: “Grazie, ma non è il mio campo”

Dopo la nomina “per errore” il Nobel Parisi scrive al ministero della Salute e rifiuta: “Grazie, ma non è il mio campo”

Ringrazia il ministero della Salute per l’invito ma declina: “Non è il mio campo”. È lo stesso fisico Giorgio Parisi a risolvere il pasticcio del ministero guidato da Orazio Schillaci. Il premio Nobel della Fisica, infatti, era stato nominato per sbaglio (nel luglio scorso) presidente della Commissione antidoping del ministero. Alla base vi sarebbe stato […] L'articolo Dopo la nomina “per errore” il Nobel Parisi scrive al ministero della Salute e rifiuta: “Grazie, ma non è il mio campo” proviene da Il Fatto Quotidiano .

Dazi: D'Alema, 'autosufficenza prospettiva senza senso, guardare a grandi mercati del mondo'

Dazi: D'Alema, 'autosufficenza prospettiva senza senso, guardare a grandi mercati del mondo'

Roma, 14 ott. (Adnkronos) - "Diventare autosufficienti? Noi in Italia produciamo tre volte e mezzo il vino" che viene consumato, "essere autosufficienti vuol dire che o chiudiamo o diventiamo tutti ubriachi. E' una prospettiva senza senso. Noi dobbiamo guardare ai grandi mercati del mondo. E anche per l'Europa quella ricetta" ovvero quello di Donald Trump "è fallimentare. Il 90% della popolazione mondiale tenderà a concentrarsi in luoghi che non sono nè l'Europa nè gli Stati Uniti e con questo 90% del mondo noi dobbiamo collaborare, aprirci, costruire legami perchè io non credo che questi mondi vogliano essere dei mondi chiusi". Lo ha detto Massimo D'Alema intervenendo al Forum internazionale di Coldiretti. "Mi impressiona che in questo clima di nuova guerra fredda - e non solo fredda perché in alcuni luoghi è calda - si assista a una sorta di militarizzazione dell'informazione. Io sono stato invitato in Cina insieme ad altre personalità con i governi che rappresentano l'80 per centro del genere umano. I governi europei non sono venuti perchè c'era Putin, salve che era stato ricevuto negli Usa con tutti gli onori qualche settimana prima... Se noi entriamo nell'ordine di isolare l'80 per cento del mondo, la vedo difficile. Quella non è stata solo una parata militare, sono successe tante cose che un giornalismo curioso avrebbe dovuto raccontare". "La Cina non è la variante asiatica dell'Unione Sovietica ma una nazione di grande storia e cultura. Tutta questa roba va presa molto sul serio. Grandi paesi come l'Italia ma l'Europa in generale debbono negoziare, sennò ti fregano, difendere i propri interessi ma nello spirito di una collaborazione che sarà inevitabile con quest'altra parte del mondo".