Liam Payne è morto un anno fa, i due indagati per omicidio restano in carcere e il processo non ha ancora una data: “Le indagini vanno a rilento”

Liam Payne è morto un anno fa, i due indagati per omicidio restano in carcere e il processo non ha ancora una data: “Le indagini vanno a rilento”

Esattamente un anno fa, il 16 ottobre 2024, moriva a Buenos Aires Liam Payne. I due accusati di aver fornito cocaina all’ex star degli One Direction rimangono in carcere mentre la lunga e complicata indagine argentina si trascina, senza un processo in vista. Le autorità stanno ancora esaminando 800 ore di filmati di telecamere di […] L'articolo Liam Payne è morto un anno fa, i due indagati per omicidio restano in carcere e il processo non ha ancora una data: “Le indagini vanno a rilento” proviene da Il Fatto Quotidiano .

Mafie, 'focus TikTok': Fondazione Magna Grecia presenta uno studio pioniere

Mafie, 'focus TikTok': Fondazione Magna Grecia presenta uno studio pioniere

Roma, 16 ott. (Adnkronos) - Il volto della criminalità organizzata è in continua evoluzione e le mafie contemporanee hanno abbracciato l'era digitale trasformando radicalmente le proprie strategie comunicative e di reclutamento grazie alle piattaforme social, che sono diventate un terreno fertile per la costruzione di un “immaginario mafioso" che non solo normalizza, ma talvolta giunge a glorificare la criminalità, esercitando un'influenza preoccupante soprattutto sulle giovani generazioni. Per questo motivo la Fondazione Magna Grecia ha sentito l'urgenza di proseguire la sua indagine scientifica in questo campo tramite un secondo studio che, a due anni dal primo, prevede un focus specifico sull'uso di TikTok da parte delle mafie. “Siamo convinti infatti che la ricerca rappresenti uno strumento imprescindibile per comprendere e contrastare un fenomeno che muta con rapidità, adattandosi ai linguaggi e alle tecnologie del nostro tempo”, ha detto il presidente della Fondazione, Nino Foti. Il Rapporto è stato curato da Marcello Ravveduto, professore di Digital Public History presso l'Università di Salerno e presentato al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite il 15 ottobre, alla presenza del procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, di Antonio Nicaso, esperto di fenomeni criminali e docente alla Queen University del Canada e del presidente della Commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo. Sono intervenuti Antonello Colosimo, presidente della Corte dei conti in Umbria e Saverio Romano, presidente della Commissione parlamentare per la semplificazione. Lo Studio è unico nel suo genere perché sceglie di addentrarsi nei meandri di TikTok, piattaforma che più di tutte ha in sé una grandissima forza virale. Può contare infatti su strumenti tipici dell'industria dell'intrattenimento digitale: musica, coreografie, hashtag, montaggi accattivanti che trasformano la mafia in un prodotto mediatico seducente, accessibile, apparentemente privo di conseguenze. Ma anche per la sua portata quantitativa. Sono stati analizzati quasi 6.300 tra profili utente (1.489), video (1.455), commenti (1.385), emoji (1.053), tracce musicali (695), brand (130) e hashtag (76) ed è stato fatto un raffronto – per la prima volta – con le mafie internazionali. Un Rapporto quanto mai necessario dunque se si pensa che “oggi la mafia usa il linguaggio di un brand e, al pari di un brand, si fa pubblicità e si vende. E lo fa evocando il potere non tanto e non più con la violenza, quanto piuttosto secondo le logiche popolari del mercato”, ha spiegato Marcello Ravveduto. Si è brandizzata insomma, creando un nuovo spazio di comunicazione, che viene definito “mafiosfera”, in cui ha acquisito la capacità di suggestionare un pubblico sempre più ampio. “Nella mafiosfera infatti tutto si trasforma in intrattenimento e la mentalità mafiosa accede a una vetrinizzazione che la normalizza, la priva della violenza e la rende sempre più familiare al grande pubblico”. Sempre più “pop”. In questo contesto assume un ruolo fondamentale la figura del “mafiofilo”, che - a volte in modo consapevole, altre meno – “veste” il prodotto “mafia” con codici visivi e sonori distintivi (musica neomelodica e trap, immagini di lusso ostentato, abiti griffati) in cui la gravità morale delle storie narrate si dissolve a favore della spettacolarizzazione e le organizzazioni criminali, facendo perdere di vista il confine tra ciò che è lecito e ciò che non lo è, raccontano di un successo facile, trasgressivo e alla portata di tutti. Diventano performative e attrattive soprattutto per i giovani. “Le mafie ormai non sono più soltanto denaro, trame e violenza: oggi si muovono tra server, blockchain, social media e flussi digitali. E chi vuole combatterle deve diventare un cacciatore di flussi, lettore di sequenze nascoste, interprete dei mondi digitali visibili e invisibili”, ha detto Antonio Nicaso, a cui è stata la prefazione dello Studio. E ha lanciato una possibile nuova strategia nel contrasto alle mafie che sono sempre più ibride e algoritmiche: “follow the flow”, segui i flussi. “Non si tratta più di affrontare strutture rigidamente gerarchiche e territorialmente circoscritte, ma di comprendere fenomeni complessi in cui l'innovazione tecnologica, la circolazione globale delle informazioni e la fluidità delle reti sociali modificano radicalmente il modo in cui il crimine organizzato si struttura, comunica e riproduce sé stesso,” ha concluso. Ecco perché “per contrastare le mafie nel dominio digitale è fondamentale svecchiare i protocolli d'indagine, aggiornandoli alle nuove sfide tecnologiche e criminali, e dotarsi di personale altamente qualificato dal punto di vista informativo”, ha commentato Nicola Gratteri. “Solo attraverso un approccio professionale e competente è possibile raccogliere, analizzare e utilizzare i dati in maniera efficace. Parallelamente, è necessario omologare la strategia normativa, garantendo coerenza e continuità nell'azione di contrasto, evitando discontinuità che possano indebolire la capacità dello Stato di fronteggiare questo tipo di minacce” Per il presidente della Commissione antimafia, Chiara Colosimo, “La criminalità organizzata ha sempre dimostrato di stare al passo con i tempi, e noi dobbiamo avere la prontezza di rispondere alle nuove forme di comunicazione. La mafia, la 'ndrangheta e la camorra veicolano attraverso i social media un messaggio deviante e distruttivo, soprattutto per le nuove generazioni, che va contrastato e combattuto utilizzando tutti gli strumenti digitali a nostra disposizione. Bisogna assolutamente evitare l'effetto fascinazione. Proprio per questo – ha concluso - la Commissione antimafia da me presieduta ha voluto lanciare un segnale forte e concreto su questa tematica firmando un protocollo d'intesa con TikTok perché la lotta alle mafie passa anche attraverso i canali digitali e richiede la collaborazione di tutti, istituzioni e aziende comprese. Antonello Colosimo ha evidenziato la “forte versatilità raggiunta dalle organizzazioni criminali nel rendersi duttili, utilizzando proprio le piattaforme digitali, la cui facilità di utilizzo e la diffusione pressocché universale offre loro mercati e bacini di utenza non immaginati”. Ma il Rapporto dimostra che, oltre che investire su strumenti normativi e tecnologici, urge sviluppare anche un nuovo paradigma interpretativo. In un'epoca in cui la criminalità muta forma, linguaggio e strategie comunicative, “comprendere e definire la mafiosfera diventa un compito urgente per le scienze della comunicazione, chiamate non solo ad analizzare ma anche a intervenire criticamente nello spazio simbolico che costituisce oggi uno dei terreni principali dello scontro tra mafie e antimafia”, ha detto Ravveduto. Questa urgenza non riguarda solamente l'Italia e l'Europa, ma tutte le realtà nazionali e continentali che devono applicare paradigmi innovativi per l'interpretazione di fenomeni mafiosi e similari. Dello stesso parere il presidente della Fondazione Magna Grecia Foti secondo cui “conoscere come i clan criminali sfruttino strumenti di comunicazione globale significa offrire alle istituzioni, alle Forze dell'ordine, ma anche al mondo della scuola e alla società civile, strumenti interpretativi e critici per promuovere un'assunzione di responsabilità collettiva: se le mafie hanno imparato a usare la tecnologia per diffondere fascinazione e consenso, noi dobbiamo usarla per costruire libertà, legalità e fiducia”. La Fondazione continuerà pertanto a investire in questo impegno, convinta che la conoscenza non sia soltanto la prima forma di difesa, ma anche lo strumento attraverso cui sviluppare senso critico, coltivare pensiero creativo ed emanciparsi da idee precostituite. Solo così sarà possibile contrastare l'ignoranza e la violenza, e costruire una società capace di leggere i segni del presente per aprirsi a un futuro più giusto e consapevole.

Alimentazione: Qu (Fao), 'diritto fondamentale, pace ne è un prerequisito'

Alimentazione: Qu (Fao), 'diritto fondamentale, pace ne è un prerequisito'

Roma, 16 ott. (Adnkronos) - "La fame non conosce confini e la sfida della sicurezza alimentare richiede unità fra i popoli e le nazioni, e i leader devono unirsi nella convinzione che l'alimentazione è un diritto fondamentale e la pace ne è un prerequisito". Lo ha detto il direttore generale della Fao Qu Dongyu, parlando all'evento per la Giornata Mondiale dell'Alimentazione in occasione dell'80esimo anniversario dell'istituzione della Fao, aggiungendo che "la presenza del Papa nell'80simo anniversario della Fao riguarda non solo il cibo ma è un invito a essere uniti: la sua attività pone al centro ciò che facciamo. Dobbiamo costruire una società più giusta dove i poveri siano al centro della nostra attività". "Questa convinzione rinforza il mandato della Fao per un mondo libero dalla fame, dalla malnutrizione e dal bisogno - prosegue il direttore generale - Da 80 ani riconosciamo che la sicurezza alimentare non può essere raggiunta se non mettiamo al centro la dignità umana. Il cibo nutre non solo il corpo, ma anche l'anima, la dignità dell'uomo. Il principio della Fao è di non lasciare indietro nessuno. Alla Fao riconosciamo che la fame è sia causa che conseguenza della povertà e dev'essere affrontata attraverso un approccio globale e lungimirante. L'unico modo possibile è affrontare le condizioni economiche sociali e umane. La Fao è nata condividendo l'idea di lavorare insieme per sconfiggere la fame e dobbiamo dunque essere uniti". "Sappiamo che il mondo produce abbastanza cibo per tutti - afferma Qu - Ciò nonostante in molti soffrono la fame. Gli effetti dei conflitti, oltre alle malattie e alle carestie, distruggono i progressi e nessuno può farcela da solo. Dobbiamo rafforzare il ruolo di chi produce cibo, riconoscendo anche il ruolo delle donne nella produzione alimentare. Dobbiamo anche guardare al futuro rendendo l'agricoltura qualcosa di più attraente per i giovani. Anche i popoli indigeni sono fondamentali e dobbiamo sostenerli per investire nella sicurezza alimentare di tutta l'umanità. I piccoli produttori coltivano la maggior parte del cibo che consumiamo ma li lasciamo ai margini". "Per celebrare questo evento storico - conclude - trasformiamo le parole in azioni anche grazie all'inaugurazione del museo per l'Alimentazione e l'Agricoltura presso la Fao, grazie alla leadership del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Insieme possiamo condividere e collaborare per un futuro migliore per tutti gli abitanti di questo piccolo pianeta".

Trasporto aereo: Ferrante, 'Italia guida innovazione e investe su capitale umano'

Trasporto aereo: Ferrante, 'Italia guida innovazione e investe su capitale umano'

Roma, 16 ott. (Adnkronos) - "Il controllo del traffico aereo è oggi al centro di una trasformazione profonda fondata su digitalizzazione, interoperabilità e sostenibilità ambientale. In questo scenario, l'Italia guida un percorso di innovazione coerente con obiettivi e programmi europei, grazie al lavoro congiunto di Enav, Enac, Aeronautica Militare e del ministero". Così il sottosegretario al Mit Tullio Ferrante di Forza Italia intervenendo a ERM2025, il meeting europeo promosso dalla Federazione mondiale dei controllori di volo e ospitato per la prima volta in Italia da Anacna, l'Associazione nazionale degli assistenti e controllori della navigazione aerea. "In un più ampio quadro di crescita del traffico aereo europeo - prosegue - anche quello italiano registra un trend positivo significativo. In questo contesto, i controllori di volo sono chiamati a garantire prima di tutto la sicurezza dei voli e la puntualità di volumi di traffico sempre più complessi. Per tale ragione, nonostante l'evoluzione tecnologica, l'elemento umano resta insostituibile: controllori di volo e piloti continuano a rappresentare il cuore del sistema, assicurando ogni giorno la sicurezza di milioni di passeggeri. Mit e Governo tengono pertanto alta l'attenzione sul tema del ricambio generazionale, che vede in Anacna un interlocutore prezioso per far conoscere e appassionare le nuove generazioni a una professione che rappresenta un'eccellenza del nostro Paese". "Stiamo anche portando avanti progetti strategici come il Free Route Airspace, le torri digitali e remote, le piattaforme Coflight, 4-Flight e Aman per l'elaborazione dei dati di volo e la gestione del traffico, confermando il nostro impegno per una mobilità aerea avanzata. Accanto all'innovazione e agli investimenti sul capitale umano è essenziale garantire regole e procedure che tutelino sempre la sicurezza dei cittadini e dello spazio aereo. L'Italia continuerà a essere protagonista del futuro del trasporto aereo europeo", conclude.

Terremoto, Castelli: "Cambio passo ricostruzione grazie a opera ingegneri"

Terremoto, Castelli: "Cambio passo ricostruzione grazie a opera ingegneri"

Ancona, 15 ott. (Adnkronos/Labitalia) - “In occasione del Congresso nazionale degli ingegneri la struttura commissariale si trova a casa, perché questa categoria professionale è sempre stata protagonista di un'evoluzione che, dopo le incertezze dei primi anni, ha condotto la ricostruzione a registrare finalmente un cambio di passo”. A dirlo all'Adnkronos/Labitalia Guido Castelli, commissario straordinario di governo alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del Centro Italia del 2016 e del 2017, a margine del 69° Congresso nazionale degli ordini degli ingegneri d'Italia, in corso ad Ancona. “La nostra - spiega - è una ricostruzione che non si limita a riparare i danni ma che vuole riprofilare il patrimonio pubblico, privato e gli edifici di culto in maniera tale che sia più sicuro, che sia meritevole dell'applicazione delle più innovative indicazioni dell'ingegneria sismica e, più in generale, che sia anche utile a migliorare qualitativamente e energeticamente il nostro patrimonio”. “Tutto questo - sottolinea il commissario straordinario Curcio - vuol dire incrociare l'ingegneria italiana che attraverso la ricostruzione ha realizzato un vero e proprio laboratorio di ingegneria pubblica innovativa. Siamo qui al 69° Congresso nazionale proprio per condividere gli esiti di questo lavoro fatto insieme ma soprattutto per porci nuovi obiettivi”. “La ricostruzione post-sisma nell'Appennino Centrale non è solo un intervento di riparazione: è un progetto che integra rigenerazione urbana, innovazione tecnologica, governance multilivello, partecipazione sociale”. “Un modello - spiega - che parte dalle aree interne per parlare a tutto il Paese. Un laboratorio di rinascita, sostenibilità e futuro. Dove la ricostruzione diventa prevenzione. Dove le comunità non solo tornano ma si reinventano per restare. Nel cuore dell'Italia c'è un luogo che ha vissuto la ferita del sisma. Ma da quella ferita è nata una visione. Qui non si ricostruiscono solo edifici, si rigenerano comunità. Qui si sperimenta, si innova, si previene. E' il Laboratorio Centro Italia. E' il Modello Appennino. Il cratere si rigenera. E l'Italia guarda avanti”. Al 31 maggio 2025 le richieste di contributo per la ricostruzione ammontano a 34.148, +10% rispetto al 2024, per un importo complessivo di oltre 15,8 miliardi di euro. Ad oggi per la ricostruzione privata sono stati concessi 10,77 miliardi di euro, con liquidazioni per oltre 6 miliardi di euro che equivalgono, negli ultimi 3 anni, a oltre il 60%”. Questi i numeri del cratere 2016 che ha coinvolto 600mila abitanti, e che vede 20mila cittadini fuori casa che usufruiscono di una forma di assistenza abitativa, resi noti da Guido Castelli. “Sono stati conclusi 12.737 cantieri su 22.223 autorizzati - sottolinea - e attualmente sono 8.694 i cantieri in corso. Per la ricostruzione pubblica sono stati stanziati oltre 4,6 miliardi di euro per oltre 3.500 interventi”.