Ricerca, Quagliato (Centro Nazionale Rna): "CFBox innova la produzione di terapie avanzate"

Ricerca, Quagliato (Centro Nazionale Rna): "CFBox innova la produzione di terapie avanzate"

Roma, 15 ott. (Adnkronos Salute) - "E' un risultato tangibile, concreto e importante. CFBox è un prodotto di innovazione e semplificazione ottenuto in tempistiche molto brevi, nell'ambito del finanziamento del Centro nazionale sviluppo Terapie geniche e farmaci a Rna. Inoltre, rappresenta un risultato di collaborazione tra impresa e istituzione pubblica, in particolare l'Istituto di ricerca ospedale pediatrico Bambino Gesù". Lo ha detto Elena Quagliato, responsabile coordinamento operativo del Centro nazionale sviluppo Terapie geniche e farmaci a Rna, oggi a Rubbiano (Parma), alla presentazione di CFBox - il primo isolatore al mondo completamente automatizzato e personalizzabile per la produzione di terapie geniche e cellulari (Atmps) - messo a punto dalla collaborazione tra l'azienda Pbl e l'ospedale pediatrico Bambino Gesù (Opbg) grazie al finanziamento di oltre 3,8 milioni di euro del Pnrr da parte del Centro nazionale di Ricerca Rna e terapia genica. "Il Centro nazionale - aggiunge Quagliato - ha lavorato costantemente in questi 2 anni per riuscire ad ottenere risultati concreti e tangibili. Proseguiamo per arrivare alla fine del Pnrr, ma guardiamo oltre. Vogliamo che queste innovazioni diano i loro frutti e si possa continuare a collaborare insieme, unendo quelle che sono le competenze migliori italiane nell'ambito della terapia genica e della produzione delle terapie Rna. Vogliamo guardare oltre al finanziamento del Pnrr - rimarca - Stiamo cercando altri finanziamenti e investitori guardando ad altre imprese che possono essere interessate al Centro. L'obiettivo è quello di fornire dei prodotti che possano essere utilizzati dal sistema sanitario nazionale. In un'ottica di sostenibilità e di efficacia - conclude - vogliamo sviluppare una medicina personalizzata che guarda alla persona".

Antonio Beato, alle origini della fotografia di viaggio

Antonio Beato, alle origini della fotografia di viaggio

Venezia, 15 ott. (askanews) - L'Egitto, il Mediterraneo, il Medio Oriente: il Museo Fortuny di Venezia dedica una mostra ad Antonio Beato, protagonista e pioniere, insieme al fratello Felice, della fotografia di viaggio nell'Ottocento. Un percorso di andata e ritorno dentro i luoghi della storia, fissati in immagini che oggi appaiono ancora più forti e che dialogano con quelle di Fortuny. "Un grande viaggio - ha detto ad askanews Elisabetta Barisoni, dirigente responsabile del Museo - che Mariano Fortuny e sua moglie fecero quasi un secolo dopo i fratelli Felice Antonio Beato, e anche un viaggio attraverso i nostri archivi, la ricchezza degli archivi delle Collezioni civiche, la ricchezza di queste fotografie che ancora ci parlano molto dell'antico, della scoperta archeologica e anche, purtroppo, della cogente contemporaneità". Antonio Beato è stato uno dei primi fotografi europei a stabilirsi in modo permanente in Medio Oriente. Il suo lavoro, in particolare sull'Egitto, si colloca tra il 1860 e il 1880. "La mostra - ha aggiunto Marco Ferrari, docente e co-curatore - è una mostra di fotografia, ma non proprio solo di fotografia. Abbiamo cercato di mettere insieme questo racconto straordinario delle foto di Antonio Beato, fin dal percorso della sua formazione, all'interno di uno scenario più ampio. Quindi abbiamo tentato di dare una maggiore complessità storica, culturale e politica a questo sguardo fotografico che Beato ci propone". Insieme alle immagini di altri autori e in relazione a quelle successive di Fortuny, le fotografie di Beato tracciano una storia che oggi possiamo chiaramente riconoscere come sentimentale, ma anche politica, storica e del costume. "Ci mostra un palinsesto di immagini, di culture diverse - ha concluso Joao Magalh es Rocha, docente a Evora e anche lui curatore della mostra -. Anche di Mariano Fortuny nei molti album di viaggio che ha fatto con la sua moglie nel 1938 su Nilo, però Mariano aveva una mente come un atlante, lui raccoglieva immagini e dopo lavorava sui disegni, tessuti, scenografie. Invece le fotografie di Antonio e di Felice Beato sono fotografie di architetti, con molto più tempo, più pensate, più riflettute, anche un po' teatrali, perché si trovano dei motivi tecnici, come le persone che possono ampliare la profondità di campo, le ombre, eccetera". La mostra "Antonio Beato - Ritorno a Venezia", aperta al pubblico fino al 12 gennaio 2026, presenta stampe originali che provengono da importanti istituzioni internazionali, come gli Archivi Alinari, la Fondazione di Venezia e il Museo Egizio di Torino.

Conte sotto accusa, fronda nei 5 Stelle dopo le Regionali: la vice Appendino minaccia le dimissioni e chiede “autonomia” dal PD

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Più che “Travolti da un insolito destino”, Giuseppe Conte ed Elly Schlein sono attualmente travolti da un destino “comune”: la fronda interna. Se la vittoria alle Regionali in Toscana non ha ridotto il pressing sulla segretaria Dem, che resta nel mirino della minoranza “riformista” che le contesta di essersi buttato troppo a sinistra, schiacciandosi sulle […]

Crack Signa, condannato a due anni Renè Benko dai giudici di Innsbruck. L’imprenditore indagato anche in Italia e altri paesi

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L’ex magnate austriaco René Benko – arrestato in Austria lo scorso 23 gennaio e sotto inchiesta anche in altri paesi tra cui l’Italia – è stato condannato a due anni dalla Corte d’assise di Innsbruck per bancarotta fraudolenta nell’ambito del primo filone sul mega crack del gruppo Signa. Il Tribunale ha contestato al 48enne una […] L'articolo Crack Signa, condannato a due anni Renè Benko dai giudici di Innsbruck. L’imprenditore indagato anche in Italia e altri paesi proviene da Il Fatto Quotidiano .