Si cambia ancora: dal 1° gennaio 2027, l’età pensionabile salirà automaticamente di 90 giorni. Un adeguamento legato all’aspettativa di vita, ma che rischia di penalizzare migliaia di lavoratori prossimi all’uscita. Tutte le novità

Si cambia ancora: dal 1° gennaio 2027, l’età pensionabile salirà automaticamente di 90 giorni. Un adeguamento legato all’aspettativa di vita, ma che rischia di penalizzare migliaia di lavoratori prossimi all’uscita. Tutte le novità

Tre mesi, tanto basta per infiammare il dibattito sulle pensioni, sia politico che sociale. Dal 1° gennaio 2027, infatti, senza interventi, l’età per andare in pensione salirà automaticamente di 90 giorni, seguendo l’aumento dell’aspettativa di vita. Un piccolo scatto sulla […] L'articolo Pensione a 67 anni… più tre mesi! Le ragioni dell’aumento, la delusione dei lavoratori sembra essere il primo su iO Donna .

**Manovra: Salvini, 'giusto che banche se hanno di più diano di più'**

**Manovra: Salvini, 'giusto che banche se hanno di più diano di più'**

Roma, 17 ott. (Adnkronos) - "Non vogliamo fare l'esproprio proletario, perché siamo in Unione sovietica: le banche chiuderanno quest'anno con profitti per oltre 50 miliardi di euro, distribuendo dividendi milionari ai loro dirigenti e ai loro azionisti, se invece di 50 miliardi di euro guadagneranno solo 45 e daranno una parte di quello che stanno incassando per famiglie e imprese e sanità penso che sia una cosa utile. Chi ha di più deve dare di più in un momento di difficoltà". Lo ha affermato il vicepremier Matteo Salvini, ospite di 'Skytg24 live in Roma'.

Djokovic si inchina a Sinner: “Un treno in corsa, spacca la palla. Mi ha preso a calci nel c… Scusate tifosi, è colpa a sua”

Djokovic si inchina a Sinner: “Un treno in corsa, spacca la palla. Mi ha preso a calci nel c… Scusate tifosi, è colpa a sua”

Come “un treno in corsa“. Nella lunga lista di elogi profusi in questi anni nei confronti di Jannik Sinner, questa metafora forse ancora mancava. L’autore è Novak Djokovic, che ha descritto così il gioco del numero 2 al mondo dopo essere stato preso a pallate nella semifinale del torneo-esibizione Six Kings Slam. Partite che contano […] L'articolo Djokovic si inchina a Sinner: “Un treno in corsa, spacca la palla. Mi ha preso a calci nel c… Scusate tifosi, è colpa a sua” proviene da Il Fatto Quotidiano .

Sui migranti il fallimento della sinistra. L'ha capito perfino Soumahoro: Schlein faccia autocritica

Sui migranti il fallimento della sinistra. L'ha capito perfino Soumahoro: Schlein faccia autocritica

Signore e signori è successo: incredibile a dirsi. Dopo anni, anzi decenni, di retorica a sinistra sull'accoglienza (senza e senza ma) arriva come un drone dal cielo la «bomba». Già, perché dopo tonnellate di melassa buonista spalmata in ogni dove, succede che il primo a dire una cosa di buon senso non è un dirigente del Partito Democratico né uno dei tanti opinionisti progressisti, ma l'onorevole Aboubakar Soumahoro. Proprio lui, l'ex attivista dei campi, divenuto simbolo di un disprezzabile radicalismo umanitario, ieri alla Camera ha detto ciò che la sinistra non ha mai avuto il coraggio di dire (Marco Minniti ha sempre fatto eccezione): non si può affrontare il tema dell'immigrazione dicendo che dobbiamo fare spazio a tutti qui. Le sue parole, pronunciate all'evento «Il diritto di restare» il 16 ottobre, segnano un punto di svolta. Soumahoro spiega che la vera soluzione è investire nei Paesi d'origine, creare lavoro in Africa, consentire alle persone di costruire la propria vita dove sono nate. E, soprattutto, offrire a chi è già arrivato in Europa la possibilità e la dignità di tornare a casa. Un discorso che avrebbe potuto fare un ministro di centrodestra, ma non lo ha fatto nessuno a sinistra. La segretaria del Pd Elly Schlein - che pure parla spesso di diritti e di accoglienza - non ha mai osato dire che accogliere tutti non è possibile. Soumahoro invece sì. Ha parlato di «diritto di restare» e di «diritto di rientro», introducendo un principio di realismo che mancava da anni nel dibattito progressista. Allora dobbiamo parlare chiaro: se persino Soumahoro riconosce che l'immigrazione va gestita con equilibrio, che non si può trasformare l'Italia nel terminale permanente delle migrazioni globali, allora qualcosa si è rotto nella retorica della sinistra. Per anni hanno insultato che chiunque mettesse in dubbio la bontà dell'accoglienza illimitata. Oggi scopriamo che proprio uno dei simboli di quell'accoglienza dice che bisogna cambiare strada: investire in Africa, creare sviluppo, dare strumenti per restare o per tornare. È la conferma che la politica dei porti aperti, delle sanatorie e delle illusioni è stata un fallimento epocale. Non ha risolto nulla, ha solo moltiplicato le tensioni e la disperazione. E allora due cose debbono accadere, la prima a sinistra e la seconda a destra. Dalle parti di Elly Schlein e del campo largo deve partire un ampio e doloroso percorso di autocritica, per costruire finalmente un progetto politico realista in materia. Dalle parti di Giorgia Meloni occorre spingere l'acceleratore (penso ai centri in Albania, che sono la strada giusta), perché non c'è motivo di agire con timidezza. È talmente evidente, che l'ha capito anche Soumahoro.