Giorgia Meloni, elogi anche dal britannico "Times": la Caporetto della sinistra italiana

Giorgia Meloni, elogi anche dal britannico "Times": la Caporetto della sinistra italiana

Dopo gli Stati Uniti e la Francia, tocca alla Gran Bretagna elogiare Giorgia Meloni . E per le opposizioni è una specie di Caporetto , dal momento che la premier finisce in prima pagina addirittura sul Times , uno dei più prestigiosi giornali al mondo. Con un editoriale che invita il primo ministro britannico Keir Starmer (laburista) a "prendere esempio" dalla leader di Fratelli d'Italia. Più smacco di così, per la nostra sinistra, non si potrebbe. La presidente del Consiglio, già celebrata da giornali come Figaro e Time , viene definita dall'editoriale firmato da Edward Lucas (osservatore speciale delle cose italiane, visto che ha casa sul Lago di Como ) "schietta" e "grintosa", "la prima leader italiana eletta da decenni a fare una figura seria sulla scena internazionale", oltre a godere di una "popolarità interna" senza pari tra i grandi Paesi europei. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43524369]] L'editorialista britannico si dice stupito e ammirato anche per le "gru e impalcature" che abbondano nei paesi nella zona del lago che fino a poco tempo fa "sembravano destinati allo spopolamento e al declino". L'articolo arriva circa un mese dopo un podcast di Times Radio che etichettava Meloni come la " superstar politica d'Europa ". Per il quotidiano britannico, oggi in Italia "i treni sono puntuali e puliti" (chissà, magari qualcuno nel Pd proverà a trovare in queste prove la conferma del pericolo-fascismo...). E il Paese, nota anche, "spende solo l'8,4% del reddito nazionale per la sanità (noi spendiamo un terzo in più) e ottiene risultati migliori". [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43524446]] Secondo Lucas, "considerando il potere d'acquisto, gli italiani sono ora più ricchi dei britannici. E vivono anche più a lungo. Milano, capitale commerciale del Paese, e la Lombardia, la sua regione prosperano, con le Olimpiadi invernali di febbraio che offrono ulteriore stimolo e visibilità". Ultimamente, nota Lucas, " soldi e persone si stanno trasferendo in Italia. Un regime fiscale leggero alletta i super-ricchi". Il quotidiano britannico, di proprietà della News Corp di Rupert Murdoch , ricorda che "l'ultima indagine del Fmi sull'economia italiana ne elogia la disciplina fiscale; non un punto di forza tradizionale". E oggi "ogni immobile adibito a locazione turistica ora espone pubblicamente il proprio codice fiscale Cin, introdotto a gennaio, che rende gli affitti turistici visibili al Fisco". [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43546824]] Per il Times, "se la sua coalizione, ben affiatata, manterrà la rotta fino alle elezioni del dicembre 2027, avrà guidato il governo più longevo della storia italiana (che è già al quinto posto). In un Paese in cui la politica era un tempo una scelta tra pagliacci imbroglioni e tecnocrati inariditi , la sua schiettezza e la sua grintosa storia di fondo sono ben accette. Nessun altro leader di un grande Paese in Europa può eguagliare la sua popolarità interna". Inoltre, ha una posizione "vivacemente amichevole nei confronti della squadra di Donald Trump ". Niente di tutto ciò, continua, "rende l'Italia perfetta. La crescita economica (sebbene migliore di quella della Germania) raggiunge a malapena l'1%. Le disparità regionali sono marcate (..). I grandi progetti edilizi sono lenti e costosi. L'opacità, legata alla Cina e alla mafia, a volte a entrambe, circonda alcuni flussi finanziari. I fondi Ue che sostengono la ripresa dell'Italia non dureranno per sempre. Permangono preoccupazioni persistenti sulle ambizioni a lungo termine di Meloni e sulla ripulitura del passato fascista da parte del suo partito". Eppure, conclude, "da un punto di vista britannico, trovo un conforto perverso nella svolta dell'Italia. Il suo malessere sembrava inevitabile, frutto di istituzioni screditate, una stretta demografica, debiti enormi, un divario tra Nord e Sud e cittadini che non vedevano sbocchi per i propri talenti. Ma il pessimismo era eccessivo. Se l'Italia può riprendersi, perché non possiamo farlo noi?".

"Mi dimetto e ricandido". Calabria, Occhiuto non si fa fermare

"Mi dimetto e ricandido". Calabria, Occhiuto non si fa fermare

"Ma perché quando qualcuno cerca di fare qualcosa di buono in questa Regione, tanti altri, che godono solo per il fallimento della Calabria, vorrebbero fermarlo? È quello che sta succedendo oggi in Calabria". Lo dice il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, in un video pubblicato sui social. ''Ho deciso di portarvi qui, di farvi vedere questo cantiere, il cantiere della metropolitana di Catanzaro. Ma avrei potuto portarvi in tanti altri luoghi della Calabria: a Sibari, nell'ospedale della Sibaritide, a Vibo, nell'ospedale di Vibo, a Palmi, nei cantieri degli aeroporti, in quelli della statale 106, per farvi vedere quante opere si stanno realizzando e quante opere oggi si vorrebbero fermare". "Chi vorrebbe fermarle, la magistratura? No, io non ce l'ho con la magistratura. Non cambio idea - prosegue Occhiuto - ho sempre detto che in una Regione complicata come la Calabria i magistrati devono fare il loro lavoro serenamente. D'altra parte, io ho chiarito ogni cosa, non ho nulla da temere dall'inchiesta giudiziaria. Sapete con chi ce l'ho? Ce l'ho con tutti questi politici di secondo piano, tutti questi che in politica non hanno mai realizzato nulla per la Calabria in tanti anni. Ce l'ho con questi odiatori, con queste persone arrabbiate con la vita, che tifano per il fallimento della Calabria, che quasi sono contenti quando si parla male della Calabria. Ce l'ho con questi che utilizzano l'inchiesta giudiziaria come una clava per indebolire o per uccidere politicamente il presidente della Regione: non sarà così". "Però - prosegue il governatore - devo considerare anche quello che sta succedendo nella mia amministrazione. Guardate, io penso che in un Paese civile nessuno debba dimettersi perché riceve un avviso di garanzia, nessuno. Però nella mia amministrazione oggi sta succedendo che è tutto bloccato: nessuno si assume la responsabilità di firmare niente, tutti pensano che questa esperienza sia come quelle precedenti. Negli ultimi 30 anni in Calabria nell'ultimo anno o nell'ultimo anno e mezzo di legislatura i presidenti venivano coinvolti in un'inchiesta giudiziaria, poi magari venivano archiviati, finiva tutto quanto in niente, però venivano decapitati politicamente, e si fermava la legislatura. Anzi, per un anno si parlava soltanto di questo. La Calabria non se lo può consentire. La Calabria ha avviato un percorso che finalmente la sta facendo diventare una Regione che non è più in ginocchio rispetto alle altre Regioni d'Italia. E allora ho deciso di dimettermi, ma ho deciso anche di ricandidarmi, ho deciso di dire ai calabresi: siate voi a scrivere il futuro della Calabria, siate voi a dire se la Calabria si deve fermare o se questo lavoro deve proseguire. Tra qualche settimana, quindi, si andrà a votare, e saranno i calabresi - conclude Occhiuto - a decidere il futuro della Calabria, non altri".