Due operai morti in altrettanti incidenti sul lavoro

Due operai morti in altrettanti incidenti sul lavoro

Un operaio 48enne è morto in una cava dopo essere stato travolto da uno smottamento che ha investito, per cause in corso di accertamento, l’escavatore sul quale si trovava. Come riportato dalla stampa locale, è accaduto nel pomeriggio di ieri, lunedì 13 ottobre, alle 15.00, in un’azienda di contrada Fonte Lepre a Corridonia, nel Maceratese. […] Articolo Due operai morti in altrettanti incidenti sul lavoro su Radio Bruno .

“Duce, duce”: cori per Mussolini e saluti romani degli studenti all’Istituto Ruiz di Roma – Video

“Duce, duce”: cori per Mussolini e saluti romani degli studenti all’Istituto Ruiz di Roma – Video

“Duce, duce”. Cori e saluti romani in onore di Benito Mussolini in classe. Oggi, 14 ottobre, è stato diffuso un video nel quale si vedono alcuni studenti dell’Istituto Superiore Vincenzo Ruiz di Roma mentre urlano “Duce” e fanno il saluto romano. “Questo è inaccettabile, nelle scuole non c’è spazio per chi esalta il periodo più […] L'articolo “Duce, duce”: cori per Mussolini e saluti romani degli studenti all’Istituto Ruiz di Roma – Video proviene da Il Fatto Quotidiano .

Mattarella: “Scintilla di speranza in Medio Oriente. Va rilanciata soluzione due popoli due Stati”

Mattarella: “Scintilla di speranza in Medio Oriente. Va rilanciata soluzione due popoli due Stati”

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione dopo aver accolto Papa Leone XIV al Quirinale, ha rilanciato la soluzione due popoli due Stati per il Medio Oriente. “In Medio Oriente, alla ferita atroce dell’attacco terroristico del 7 ottobre 2023, ha fatto seguito una reazione che ha superato non soltanto criteri di proporzionalità, ma […] L'articolo Mattarella: “Scintilla di speranza in Medio Oriente. Va rilanciata soluzione due popoli due Stati” proviene da Il Fatto Quotidiano .

Garlasco, in aula l’ex pm Venditti accusato di corruzione: “Mai preso un euro al di fuori dello stipendio”

Garlasco, in aula l’ex pm Venditti accusato di corruzione: “Mai preso un euro al di fuori dello stipendio”

Nell'udienza di oggi al Tribunale del Riesame Mario Venditti, ex procuratore di Pavia accusato di corruzione, ha rilasciato dichiarazioni spontanee: "Ho la vita rovinata, non ho mai preso un euro al di fuori dello stipendio". Nega quindi l'accusa di aver preso soldi da Andrea Sempio per far chiudere le indagini su di lui e sul delitto di Garlasco nel 2017. Continua a leggere

Esplosione uccide carabinieri, chi sono i tre fratelli del casolare occupato: "Gesto volontario e premeditato"

Esplosione uccide carabinieri, chi sono i tre fratelli del casolare occupato: "Gesto volontario e premeditato"

“Si tratta di un gesto volontario e premeditato”. Sono queste le parole utilizzate dal procuratore capo di Verona, Raffaele Tito, riferendosi alla tragica esplosione che, la notte tra il 13 e il 14 ottobre 2025, ha scosso Castel d'Azzano, nel Veronese. Tre carabinieri – Marco Piffari, luogotenente carica speciale, Davide Bernardello, carabiniere scelto, e Valerio Daprà, brigadiere capo qualifica speciale – hanno perso la vita durante un'operazione di sgombero di un casolare occupato dai fratelli Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi. Altri undici tra militari, poliziotti e vigili del fuoco sono rimasti gravemente feriti. La tragedia si è consumata in pochi secondi, ma la storia che ha portato a quell'evento è lunga e segnata da anni di conflitto, difficoltà economiche e diffidenza verso le istituzioni. I fratelli Ramponi erano noti alle autorità locali per i loro problemi finanziari e ipotecari. Nel 2014 avevano sottoscritto un mutuo garantito dall'ipoteca sulla loro casa e sui terreni circostanti, ma hanno sempre sostenuto di non aver mai firmato i documenti e che le loro firme fossero state contraffatte. Nonostante le loro contestazioni, la giustizia civile aveva confermato l'esproprio, e la sentenza di sgombero era diventata definitiva. Il drammatico epilogo non è stato improvviso. Già nel 2024, i fratelli Ramponi avevano opposto resistenza all'arrivo dell'ufficiale giudiziario. In quell'occasione, avevano saturato l'interno del casolare con gas e minacciato di esplodere l'edificio pur di non lasciare la loro casa. Franco e Maria Luisa si erano arrampicati sul tetto, mentre la polizia, i carabinieri e i vigili del fuoco intervenivano con grande cautela per evitare il peggio. Solo grazie alla mediazione e all'intervento coordinato delle forze dell'ordine, la situazione si era risolta senza vittime. Nei mesi successivi, i fratelli avevano più volte minacciato di ricorrere a misure estreme se fosse stato necessario lasciare l'abitazione, creando un clima di costante tensione nel quartiere. I vicini raccontano di aver sempre percepito la disperazione e il senso di ingiustizia dei Ramponi. Avrebbero vissuto senza corrente, senza gas, in condizioni simili a quelle di una grotta, temendo di perdere tutto ciò che possedevano. Il 13 ottobre, le forze dell'ordine sono intervenute per eseguire un'ordinanza di liberazione emessa dal tribunale civile l'11 ottobre. L'operazione era stata preparata con attenzione: erano stati coinvolti mediatori, vigili del fuoco, polizia locale e carabinieri, consapevoli della resistenza che avrebbero potuto incontrare. Ma nulla ha potuto fermare l'atto estremo dei fratelli. Secondo le prime ricostruzioni, l'interno del casolare sarebbe stato riempito di bombole di gas e l'esplosione sarebbe stata innescata con una bottiglia molotov. Il crollo ha travolto i militari e gli agenti presenti, provocando la morte immediata di Piffari, Bernardello e Daprà. Il procuratore Tito ha sottolineato che, pur trattandosi di un episodio pianificato, la violenza e l'intensità dell'esplosione hanno reso la dinamica difficile da prevedere. “Ho visto i carabinieri portati via dalle macerie – ha aggiunto – e mi ha colpito profondamente. Questa non è mafia, questa è una tragedia immane e imprevedibile”. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha espresso dolore e sgomento, definendo la vicenda “una tragedia senza precedenti” e sottolineando l'impegno delle forze dell'ordine nel tentativo di mediazione. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha proclamato tre giorni di lutto regionale. I cittadini e le comunità locali si sono stretti attorno alle famiglie dei carabinieri caduti, rendendo omaggio al loro sacrificio. Franco, Dino e Maria Luisa erano agricoltori e allevatori con una lunga storia di difficoltà economiche. Oltre al mutuo contestato, i fratelli vivevano in una casa fatiscente, senza i servizi più elementari. Nonostante gli sforzi delle istituzioni per offrire soluzioni alternative, il rifiuto di abbandonare l'abitazione ha alimentato un conflitto che, purtroppo, si è concluso in tragedia. Questa vicenda mette in luce una realtà complessa: la disperazione economica può trasformarsi in resistenza estrema, e anche le operazioni più pianificate possono rivelarsi rischiose quando le persone si sentono intrappolate e senza vie d'uscita. La morte dei tre carabinieri è una perdita immensa per l'Arma e per l'intera comunità. Castel d'Azzano piange, ma la tragedia invita anche a riflettere: occorrono strumenti di prevenzione più efficaci e interventi tempestivi in situazioni di disagio sociale ed economico, per evitare che la disperazione sfoci in violenza. Gli inquirenti continueranno le indagini per chiarire ogni dettaglio, ma il ricordo dei tre caduti rimarrà indelebile.

Milano? La politica torni a parlare dei problemi della città

Milano? La politica torni a parlare dei problemi della città

Non ne possiamo più. Dei cortei. Degli assalti ai monumenti. Delle vetrine vandalizzate. Dei vomitatori di odio. Delle strade paralizzate. Dei sabati in ostaggio. Dei pro-Pal che anche nel giorno in cui si celebra la pace in Medio Oriente - e i poveri ostaggi israeliani tornano a casa dopo 738 giorni di prigionia- scendono in piazza e fanno il loro circo costringendo la polizia all’ennesimo sforzo sovrumano per impedire lo scempio e l’assalto alla sede del comune. Milano ha bisogno di dire basta. E di andare avanti. Soprattutto di risolvere problemi che questa amministrazione ha messo da parte nella foga di partecipare allo scontro ideologico in corso e dire la sua su Trump, Gaza e le imprese della Flotilla. Ieri è andata in scena l’ennesima giornata surreale. Piazza Scala ribattezzata piazza Gaza coperta di striscioni palestinesi e kefiah per chiedere lo stop al gemellaggio con Tel Aviv (perché vero che c’è la pace ma ci sono stati due anni di guerra e Netanyahu è brutto e cattivo). E il consiglio comunale che dibatteva e si divideva, prima sull’ordine del giorno contro Israele, e poi su un secondo ordine del giorno a firma piddina per chiedere il gemellaggio con Gaza. Il tutto mentre una manciata di manifestanti assaltavano la povera statua di Leonardo prima di provare a sfondare il nobile portone di Palazzo Marino e marciare compatti verso Buenos Aires al grido di battaglia “blocchiamo tutto”. Ma cosa bloccano che non sia già stato bloccato. Milano non ha mai vissuto una paralisi più grave. E non solo perché c’è l’inchiesta urbanistica che incombe sui nuovi e vecchi cantieri edilizi ma perché chi sta al governo della città ha smesso di occuparsi dei problemi della città. Le buche in strada, le baby gang, le periferie abbandonate, il Seveso che esonda e allaga le strade, le tasse da pagare, le famiglie che avevano comprato casa e non possono entrarci perché ci sono le inchieste, gli affitti che lievitano mentre studenti, anziani, lavoratori perdono potere d’acquisto e non sanno come arrivare a fine mese. Un anziano, nel milanese, si è buttato giù dal balcone perché l’ufficiale giudiziario bussava alla sua porta e il poveretto, con la sua pensioncina e i suoi modi gentili, non riusciva a saldare le bollette arretrate. Qualcuno si è accorto di lui o ha affrontato il problema? Per carità... Però abbiamo dibattuto settimane del Leoncavallo che dopo 30 annidi occupazione abusiva è stato messo alla porta e ha bisogno di una sede per organizzare i suoi festini della canapa e i suoi concertini senza scontrino. Il famoso scollamento della politica dalla vita reale. Persino l’Ambrogino vogliono sacrificare alla causa pro-Pal. Non più il premio dei milanesi benemeriti. Ma il premio perla Flotilla. Vi sembra possibile? La città si è rotta le balle, se non tutta, una buona parte. Bene che la politica la intercetti, e corregga il tiro, se non vuole pagare pegno alle prossime elezioni.

Esplosione in un casolare: morti tre carabinieri, quindici i feriti

Esplosione in un casolare: morti tre carabinieri, quindici i feriti

"Una cosa che mi ha colpito moltissimo è stato vedere i carabinieri in divisa con il lenzuolo sopra, sulla faccia. E devo dire che mi vengono le lacrime agli occhi" ha dichiarato Raffaele Tito, Procuratore di Verona. Erano da poco passate le 3 di notte in questo casolare del veronese, quando una task force composta da carabinieri delle forze speciali e poliziotti, coadiuvati dai vigili del fuoco, ha fatto irruzione per una perquisizione alla ricerca di bottiglie molotov e bombole di gas. All'apertura della porta, l'esplosione, in un ambiente saturo di gas, è stata devastante, ha travolto militari agenti e pompieri, e causato il crollo della palazzina di due piani. Il Bilancio è di tre carabinieri morti e quindici feriti gravi.