Giunta (Fs Energy): "Obiettivo 1 GW di produzione da rinnovabili entro 2029"

Giunta (Fs Energy): "Obiettivo 1 GW di produzione da rinnovabili entro 2029"

Roma, 16 ott. (Adnkronos/Labitalia) - "Non è mai troppo tardi per fare sostenibilità, e comunque intervenire all'interno di un perimetro di azione che per il Gruppo Ferrovie dello Stato rappresenta un target importantissimo. Il nostro Gruppo è infatti il più grande consumatore italiano di energia elettrica, oltre 7 terawattora (TWh) di consumo annuo, quindi stiamo parlando di una spesa energetica che supera circa il miliardo di euro ogni anno di costi. Era necessario e strategico fare questo passo" di creare Fs Energy "ed è stato inserito all'interno del piano industriale del Gruppo 2025-29, dove appunto uno degli obiettivi strategici che bisogna traguardare è il raggiungimento di un Gigawatt (GW) di produzione da fonti rinnovabili entro il 2029". Così Antonello Giunta, amministratore delegato e direttore generale di Fs Energy, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio' in corso oggi al Palazzo dell'Informazione a Roma. Secondo Giunta, la creazione di Fs Energy "era straordinariamente importante per accentrare all'interno di questa struttura tutte le attività energetiche del Gruppo, siano esse quelle relative all'approvvigionamento di energia elettrica per metterci al riparo, rendere più sicuro dalle diverse variabili in campo l'approvvigionamento elettrico e quindi il consumo energetico del Gruppo". Giunta ha quindi sottolineato la scelta green del Gruppo visto che "il piano di approvvigionamento da fonti rinnovabili è un piano che prevede sì il raggiungimento di 1 Gigawatt al 2029, ma traguarda al 2034 due Gigawatt di produzione da fonti rinnovabili, che tradotto in energia significano circa 3 Terawattora di energia, quindi il 40% dei volumi del Gruppo coperti da produzione da fonti rinnovabili", ha concluso.

Nestlé taglia 16mila posti di lavoro

Nestlé taglia 16mila posti di lavoro

Vevey, 16 ott. (Adnkronos/Ats) - Scure sull'occupazione da Nestlé. Il nuovo ceo del colosso alimentare svizzero, Philipp Navratil, passa subito all'azione con un taglio globale di 16.000 posti di lavoro nel quadro di un piano di riduzione dei costi. I tagli avverranno nei prossimi due anni e riguarderanno anche 12mila posizioni dirigenziali in tutte le aree geografiche. I risparmi dovrebbero raggiungere 1 miliardo di franchi entro la fine del 2027. Presentando i risultati dei primi nove mesi, la società ha parlato di vendite al ribasso: il giro d'affari si è fermato a 65,9 miliardi di franchi, contro i 67,15 miliardi dell'anno scorso, si legge in una nota. La crescita organica ha dal canto suo raggiunto il 3,3%, mentre la crescita interna reale (RIG), che misura i volumi, è stata dello 0,6%. L'effetto dei prezzi si attesta al 2,8%. Nestlé deve “cambiare più rapidamente” per adattarsi alle mutevoli condizioni globali, ha sottolineato l'ad Philipp Navratil. Nell'ambito della 'cura dimagrante', Nestlé ha aumentato il proprio obiettivo di risparmio sui costi a 3 miliardi di franchi svizzeri (3,7 miliardi di dollari) entro la fine del 2027, rispetto al precedente obiettivo di 2,5 miliardi di franchi.

“Per la bellezza spendo qualcosa come un milione di dollari l’anno ma non ho idea di quanto costi un cartone di latte”: Kim Kardashian e le critiche social

“Per la bellezza spendo qualcosa come un milione di dollari l’anno ma non ho idea di quanto costi un cartone di latte”: Kim Kardashian e le critiche social

Ospite del podcast Call Her Daddy con Alex Cooper, Kim Kardashian ha partecipato a una specie di ‘questionario’ con una raffica di domande secche, per esempio quanto spenda all’anno per il trucco, i capelli e lo styling. “Beh, tanto”. E questo ce lo potevamo aspettare, anche se poi Kardashian ha precisato che i costi, per […] L'articolo “Per la bellezza spendo qualcosa come un milione di dollari l’anno ma non ho idea di quanto costi un cartone di latte”: Kim Kardashian e le critiche social proviene da Il Fatto Quotidiano .

Greta Thunberg, il ridicolo rilancio dopo l'orrore rivelato dagli ostaggi

Greta Thunberg, il ridicolo rilancio dopo l'orrore rivelato dagli ostaggi

Greta Thunberg focalizza il ricordo degli abusi subiti, e decide di condividerli. Lo fa sul giornale svedese Aftonbladet, lo fa proprio nelle ore in cui esplode in faccia al mondo il calvario biennale degli ostaggi detenuti dai galantuomini in kefiah mai condannati da Greta, ma di nuovo è tempistica, l'insinuazione è nell'occhio di chi legge. A caldo, e ancora nei giorni successivi, aveva proclamato di non volere parlare della sua esperienza per non oscurare la «causa palestinese». Adesso, forse delusa dai difensori della causa che si sono precipitati a firmare la pace di Trump per portare a casa la pelle, forse intuendo che c'era una narrazione da bilanciare (il rischio supremo è che l'ebreo passi per il torturato, dannazione), ha esternato. Con dettagli certamente sgradevoli e se veritieri indifendibili, intendiamoci, percosse in primis. Ma alle nostrene anime belle già impegnate nella gara dell'indignazione a scoppio ritardato vorremmo sottoporre un'analisi comparata che coinvolge loro, non Greta. Settecentotrentotto giorni legato a una catena, in un tunnel sottoterra, senza luce, mangiando occasionalmente qualche pezzo di pita: Elkana Bohbot, ostaggio israeliano. «Mi hanno tolto l'igienizzante e la protezione solare»: Benedetta Scuderi, europarlamentare Avs, “martire” della Flottiglia. Sempre da solo, in un tunnel minuscolo e buio, picchiato fino a svenire e operato alla mano senza anestesia: Matan Angrest, ostaggio israeliano. «Hanno rovistato nelle nostre borse»: ancora Scuderi. Costretto a scavare la propria stessa fossa, malnutrito, con le ossa sporgenti come altri ebrei in altri tempi: Evyatar David, ostaggio israeliano. «Mi hanno fregato il cellulare, e mi hanno fregato pure le sigarette, otto pacchetti!»: Arturo Scotto, deputato Pd, “martire” della Flottiglia. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44463157]] Ha perso il 40% del peso corporeo, abusato nelle viscere di Gaza: Avinatan Or, ostaggio israeliano. «Ci ​​hanno rifiutato il caffè»: ancora Scotto. Questo fino a ieri, fino alla denuncia ritardata della Thunberg, è stato il racconto delle atrocità commesse dall'Idf contro i santi, poeti e navigatori della Flottiglia. Ovvero, a rigore, di un gruppo di crocieristi che si era messo in testa di forzare un blocco navale allestito in una zona di guerra (peraltro da una democrazia impegnata in una lotta esistenziale con una banda terroristica nazi-islamista, ma queste erano note a margine, lo sono sempre state). Poi, è arrivata la realtà, brutale e definitiva come accade quando non è passata al setaccio dell'ideologia. Come il volto di coloro che sono rimasti in vita, dei “salvati” che avranno per sempre incisa nell'anima la ferita di non essere stati tra i “sommersi”, come raccontava Primo Levi. Ed è stato l'Orrore. Autentico, innegabile, puro: l'ebreo in gabbia, l'ebreo ridotto a cumulo di pelle e ossa che scava la propria tomba tra le risate dei carcerieri, l'ebreo denutrito, l'ebreo seviziato, l'ebreo cosificato e addirittura mercificato perla sopravvivenza degli aguzzini. Sempre, invariabilmente, in quanto ebreo. Un colpo di coda del Novecento peggiore, un meccanismo tecnicamente nazista. Di fronte a cui la privazione della caffeina e del tabacco suona grottesca, e onestamente anche la rivelazione tardiva sui calci e gli oltraggi sessisti non pare intonatissima. Ma sarà solo un problema di tempistiche. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44578970]]