Arrestata a Roma la deputata brasiliana Carla Zambelli: condannata a dieci anni, era in Italia da giugno

Arrestata a Roma la deputata brasiliana Carla Zambelli: condannata a dieci anni, era in Italia da giugno

La deputata brasiliana Carla Zambelli è stata arrestata a Roma. La donna, che ha la doppia cittadinanza, era arrivata in Italia a inizio giugno dopo la condanna a dieci anni di carcere per aver hackerato il sistema informatico del Consiglio nazionale di giustizia (Cnj) con lo scopo di screditare chi indagava su Jair Bolsonaro. L’ex […] L'articolo Arrestata a Roma la deputata brasiliana Carla Zambelli: condannata a dieci anni, era in Italia da giugno proviene da Il Fatto Quotidiano .

Brasile: Bonelli, 'fatto mio dovere cittadino, ora sia governo a prendere giusta decisione'

Brasile: Bonelli, 'fatto mio dovere cittadino, ora sia governo a prendere giusta decisione'

Roma, 30 lug. (Adnkronos) - "In relazione al fermo di Carla Zambelli preciso quanto segue. Ieri alle ore 18.40 ho ricevuto un'informazione con l'indirizzo di Carla Zambelli, ricercata dalla giustizia brasiliana e su cui pendeva una red notice dell'Interpol. Alle ore 19.50 ho informato la Polizia di Stato, nella persona del Questore di Roma, comunicando l'indirizzo della Zambelli. Alle ore 21 la Polizia ha individuato e identificato Carla Zambelli proprio in quell'appartamento, in zona Aurelio a Roma". Lo dice Angelo Bonelli di Avs. "Questi sono i fatti. Come è noto, Carla Zambelli è stata condannata a dieci anni per hackeraggio del sistema informatico e per aver costruito un falso mandato di arresto nei confronti di un giudice federale. È inoltre sotto processo per aver puntato una pistola rincorrendo un giornalista a San Paolo. Ritengo di aver svolto il mio dovere di cittadino, al contrario di chi ha pensato di rendersi intoccabile sfruttando la cittadinanza italiana, come la stessa Zambelli ha dichiarato in un'intervista alla CNN Brasil il 3 giugno scorso". "Carla Zambelli è un'esponente di spicco del partito di Jair Bolsonaro, l'ex presidente del Brasile nei cui confronti la magistratura brasiliana ha chiesto la condanna per tentato colpo di stato dopo le elezioni del 2022. In queste ore sto ricevendo sui social numerose minacce, anche di morte, per quanto accaduto. Ora sarà la giustizia italiana a pronunciarsi e, successivamente, spetterà al governo decidere sull'estradizione di Zambelli''.

Papa Leone, da Chicago una pizza durante il bagno di folla in piazza San Pietro

Papa Leone, da Chicago una pizza durante il bagno di folla in piazza San Pietro

Un'inaspettata delizia culinaria per papa Leona: una scatola di pizza di Chicago, consegnata direttamente dalla Città del Vento al pontefice durante il consueto bagno di folla prima dell'udienza generale. Preparata da una famosa catena con sede in Illinois, la scatola è stata consegnata al pontefice a bordo della papamobile. Leone, visibilmente felice del gesto, ha alzato il pollice in segno di approvazione ai sostenitori che gli hanno consegnato l'omaggio culinario.

La Normale boicotta gli atenei nemici di Netanyahu

La Normale boicotta gli atenei nemici di Netanyahu

Come abbiamo scritto ieri la Scuola Normale di Pisa ha deciso di tagliare ogni collaborazione con università e istituti israeliani accusati di collaborare con il governo nelle violenze a Gaza, a iniziare da due atenei di Gerusalemme e Herzliya. La stessa cosa, anche più allargata, aveva deciso l’Università di Padova qualche settimana fa. Questi due atenei rappresentano nei fatti il fronte italiano di boicottaggio accademico che all’estero si sta allargando a macchia d’olio, secondo il trend antilibertario del momento. Tra le università che hanno deciso di sospendere le collaborazioni con le istituzioni accademiche israeliane c’è per esempio il MIT (Massachusetts Institute of Technology), la Yale University, il Trinity College di Dublino, ben 76 università spagnole, 5 norvegesi, decine di francesi e via di questo passo. Tutti convinte di fornire il loro sacrosanto contributo perla difesa di Gaza contro il perfido Bibi Netanyahu . Il problema è che il boicottaggio è quasi sempre un’arma a doppio taglio che va a colpire anche chi non c’entra nulla e nella peggiore delle ipotesi perfino anche chi potrebbe schierarsi dalla medesima parte dei boicottatori. Il caso degli atenei è lampante anche perché in Israele, come nel resto del mondo, tutte le università hanno bisogno del fondamentale contributo dell’estero e distinguere, come cerca di fare la Normale di Pisa valutando «con la massima attenzione ogni accordo istituzionale e collaborazione scientifica», tra chi in modo diretto o indiretto contribuisce all’offensiva nella Striscia è un’impresa improba se non impossibile. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43551942]] È il caso ad esempio del Weizmann Institute, dell’Università Ebraica di Gerusalemme, del Technion di Haifa, dell’Università di Tel Aviv e dell’Open University, i cui rettori nelle ultime ore hanno scritto una lettera a Netanyahu chiedendogli di dare ordine ai militari nella Striscia di risolvere in maniera efficace il terribile problema della fame a Gaza. Una lettera ovviamente ininfluente ai fini dello scopo che si prefissa ma che ha come obiettivo vero quello di fugare ogni sospetto collaborazionista sugli istituti che rappresenta.

Justin Trudeau e Katy Perry la coppia che non ti aspetti! Paparazzati a una cena a lume di candela: incontro ravvicinato tra l’ex premier canadese e la popstar

Justin Trudeau e Katy Perry la coppia che non ti aspetti! Paparazzati a una cena a lume di candela: incontro ravvicinato tra l’ex premier canadese e la popstar

Sono solo amici? Chissà, di certo i giornali di gossip hanno esultato per la strana coppia. Katy Perry e l’ex primo ministro canadese Justin Trudeau sono stati “pizzicati” dai paparazzi a cena insieme lunedì sera, 28 luglio, in un ristorante di lusso di Montreal. I due sono single. La Perry si è recentemente separata dal […] L'articolo Justin Trudeau e Katy Perry la coppia che non ti aspetti! Paparazzati a una cena a lume di candela: incontro ravvicinato tra l’ex premier canadese e la popstar proviene da Il Fatto Quotidiano .

Ia: Ascani, 'dal governo Meloni assenza visione e coraggio'

Ia: Ascani, 'dal governo Meloni assenza visione e coraggio'

Roma, 30 lug. (Adnkronos) - "Per sedere al tavolo dei Grandi del mondo occorre autonomia strategica nell'ecosistema dell'Ia. Esistono oggi due soli attori globali, Usa e Cina. L'Unione europea deve scegliere il suo destino, puntare all'autonomia o divenire colonia di uno degli imperi". Così Anna Ascani, deputata Pd e vicepresidente della Camera, intervenendo questa mattina a Montecitorio alla conferenza stampa di presentazione del libro 'Il secolo dell'Ia - capire l'intelligenza artificiale, decidere il futuro' di Lorenzo Basso, senatore Pd, e Marco Bani, Responsabile Affari Istituzionali del Gruppo Pd al Senato, edito da il Mulino. "Strategia comune e investimenti senza precedenti sono la condizione perché l'Ue eviti un futuro da spettatore. Il governo Meloni, anche in questo campo, -aggiunge Ascani- mostra assenza di visione e coraggio: il ddl sull'intelligenza artificiale è una gigantesca occasione mancata, un provvedimento a invarianza finanziaria, che non mette risorse e anzi complica la gestione di questa innovazione”. Gli autori nel corso dell'iniziativa hanno evidenziato le motivazioni che hanno spinto alla pubblicazione del volume. Lorenzo Basso, Vicepresidente 8ª Commissione del Senato, ha spiegato che “l'Ia non è neutra: riflette le scelte di chi la progetta e gli interessi di chi la controlla. Solo una società informata può pretendere regole giuste, efficaci, capaci di anticipare il futuro. Capire il funzionamento dell'Ia è essenziale per governarne l'impatto invece di subirlo passivamente nella nostra vita”. Mentre Marco Bani, Responsabile Affari Istituzionali, gruppo Pd Senato, ha concluso evidenziando il perché di un testo non specialistico ma divulgativo: “L'intelligenza artificiale non è un tema per addetti ai lavori: è già parte della nostra quotidianità. Questo libro nasce per offrire strumenti semplici ma solidi a chi vuole capire, partecipare e non delegare. Perché oggi, pensare criticamente la tecnologia è un gesto politico”.