Bambina di 18 mesi in carcere con la madre per 3 giorni: “Vanno trovate da subito alternative alla detenzione”

Bambina di 18 mesi in carcere con la madre per 3 giorni: “Vanno trovate da subito alternative alla detenzione”

Per 3 giorni, una bambina di 18 mesi è stata ospitata nel carcere femminile di Genova Pontedecimo insieme alla madre, posta in custodia cautelare. Le due sono poi state trasferite nell'Icam di Torino, struttura pensata apposta per le detenute madri. Per Susanna Marietti di Antigone "i bambini in carcere non possono avere gli stimoli necessari alla crescita", si dovrebbero scegliere delle alternative. Continua a leggere

È ancora guerriglia ProPal: scontri per Italia-Israele, il corteo attacca la polizia

È ancora guerriglia ProPal: scontri per Italia-Israele, il corteo attacca la polizia

Prima il corteo e poi, come sempre, il tentativo di forzare il cordone delle forze dell'ordine per innescare le tensioni. Ieri sera, a Udine, un gruppo di ProPal, al termine della manifestazione organizzata contro la partita di calcio Italia-Israele valida per la qualificazioni ai Mondiali 2026, con bastoni in mano è venuto a contatto con i poliziotti. Un centinaio di persone ha provato a uscire dalla piazza per continuare il percorso, non autorizzato, verso lo stadio. Il servizio d'ordine interno ha cercato di contenere gli animi più accesi, alcuni con il volto coperto, ma solo l'uso di idranti e fumogeni ha bloccato il gruppo che ha lanciato petardi, fumogeni e oggetti di ogni tipo contro gli agenti, comprese le transenne per colpire i blindati della polizia. Tuttavia, gli scontri sono continuati. Tra i feriti anche un carabiniere e un giornalista gravemente colpito alla testa. Numerosi i fermati. Il corteo, composto da circa 8mila persone (15mila secondo gli organizzatori), è partito da piazza della Repubblica dopo le 17.30 per consentire l'afflusso dei gruppi da fuori città. In testa lo striscione «Nessuna legittimazione all'occupazione israeliana». Lungo il percorso vie deserte e serrande abbassate. Nel pomeriggio la piazza, nonostante la tregua nella Striscia di Gaza, ha continuato a chiedere la cancellazione dello Stato ebraico: «Palestina libera dal fiume al mare». In una città blindata, con l'area dello stadio zona rossa, in centro è andata in scena l'ennesima protesta con un corteo che ha sfilato accompagnato da presìdi in altre piazze italiane. Il copione sempre lo stesso, con l'aggiunta della richiesta di liberazione per Marwan Barghouti, leader di Fatah all'ergastolo in Israele, che Hamas ha inserito tra le richieste di scambio con gli ostaggi. Dalla tarda mattinata, mentre le nazionali di calcio, blindate fino al fischio d'inizio, si preparavano all'incontro che si è disputato ieri sera alle 20.45, a Udine è stato predisposto un imponente dispositivo di sicurezza: tombini saldati lungo il percorso del corteo, filtri di polizia per intercettare eventuali deviazioni dal tracciato autorizzato e negozi chiusi per precauzione. Anche FdI e Lega hanno chiuso le sezioni cittadine. In serata, ai varchi dello stadio, una pedana anti-esplosivi ha controllato ogni veicolo, metal detector per i pedoni e droni in quota. La delegazione israeliana è arrivata su percorso riservato con copertura dall'alto, mentre l'hotel del ritiro restava sotto la vigilanza dei tiratori scelti. Le operazioni di ingresso dei tifosi sono state scrupolosissime. Accanto al corteo, una veglia di preghiera con l'arcivescovo Riccardo Lamba e il sindaco Alberto Felice De Toni. «Speriamo che la liberazione degli ostaggi ed il cessate il fuoco calmino gli animi anche dei più esagitati - ha detto il primo cittadino - Udine sta facendo un servizio al Paese». Da Trieste Furio Honsell (Open Fvg) ha definito «atto vergognoso» giocare a calcio «dopo tante decine di migliaia di morti innocenti», chiedendo «almeno un minuto di silenzio». A Milano la deputata Rachele Scarpa (Pd) ha ribadito: «La partita non si dovrebbe disputare. Anche Israele avrebbe dovuto essere sospesa da tutte le competizioni sportive internazionali». Da Roma Laura Boldrini (Pd) ha ripetuto che «questa partita non si sarebbe dovuta giocare. Israele sarebbe dovuto essere sospeso. Protagonisti e spettatori devono aver chiaro che oltre 800 sportivi palestinesi sono stati uccisi, il 95% delle infrastrutture sportive a Gaza sono state rase al suolo. La verità non si può nascondere». Rifondazione Comunista, tra i promotori con «trecento associazioni, sindacati, partiti», ha lanciato «migliaia di cartellini rossi» e chiesto «che Israele sia espulso dalle competizioni sportive e isolato economicamente. Solo una "Norimberga" e la liberazione di tutti i prigionieri politici, in primis Marwan Barghouti, si potrà cominciare a parlare di pace». A Milano 150 persone si sono riunite sotto la sede FIGC di via Pitteri, mentre a Bologna Usb ha presidiato la sede Rai. A Roma, a piazzale Flaminio, fischietti e cartellini rossi: «No humanity, no match. Questa partita è una vergogna. La Palestina deve essere data in mano al suo popolo». Presìdi anche ad Ancona e Ascoli Piceno.

L’omicidio di Paolo Taormina non è una fatalità: è il risultato di un’equazione

L’omicidio di Paolo Taormina non è una fatalità: è il risultato di un’equazione

L’omicidio di Paolo Taormina, ventun anni appena, non è un episodio di cronaca nera ma il punto di rottura di un sistema che ha smesso di prevenire. È l’esito prevedibile di una catena di omissioni, non l’effetto della fatalità. La notte tra piazza Spinuzza e il Teatro Massimo non è un luogo del caso, ma […] L'articolo L’omicidio di Paolo Taormina non è una fatalità: è il risultato di un’equazione proviene da Il Fatto Quotidiano .

Ronin Robata, la griglia che infiamma Milano

Ronin Robata, la griglia che infiamma Milano

Il ristorante al primo piano di House of Ronin, il palazzetto di cultura gastronomica e intrattenimento orientale nel cuore di Chinatown, propone l’esperienza dello Yakiniku, la carne di alta qualità cotta dallo stesso cliente su una graticola presente su ogni tavola. Un pasto coinvolgente e interattivo. E prima un ricco assortimento di pesce crudo