Teheran inaugura la stazione "Santa Maria Vergine" nella metropolitana

Teheran inaugura la stazione "Santa Maria Vergine" nella metropolitana

Teheran, 18 ott. (askanews) - A Teheran è stata inaugurata ufficialmente la nuova stazione della metropolitana "Santa Vergine Maria" (Hazrat Maryam Moghaddas), situata sulla linea 6 della metropolitana. E' la 25esima stazione della linea e si distingue sia per il suo design architettonico che per il suo simbolismo religioso e culturale. Situata vicino alla Cattedrale Sarkis degli Armeni, uno dei templi cristiani più rappresentativi della capitale iraniana, la stazione rende omaggio alla Vergine, venerata sia dai cristiani che dai musulmani sciiti in quanto madre del Profeta Gesù (Isa). Alle pareti, i viaggiatori possono ammirare murales artistici che riflettono la coesistenza delle comunità religiose del Paese e l'importanza di Maria nella tradizione sciita. Con questa nuova stazione, la metropolitana di Teheran vuole riflettere un minimo di diversità religiosa e culturale; in teoria lo Stato garantisce la libertà di culto alle minoranze religiose storiche come i cristiani, gli ebrei e gli zoroastriani, ma la legge non consente l'evangelizzazione o la conversione dall'Islam al Cristianesimo. Tina Tarigh Meher, 32 anni, è la scultrice autrice dei bassorilievi. "Ogni singolo elemento che vedete in questa stazione è stato progettato perché i passeggeri capiscano che il nostro obiettivo era rispettare le altre religioni, in particolare il cristianesimo", assicura. "Questa colomba dietro di me è un simbolo dello Spirito Santo, che è sacro nel cristianesimo. L'ulivo è simbolo di pace e amicizia. Le orchidee simboleggiano la santità e la purezza di Maria, e la montagna rappresenta il luogo in cui Gesù Cristo pregava. Ogni singolo elemento utilizzato in questo bassorilievo e non solo in questo, ma in tutti i bassorilievi di questa stazione è tratto da una storia appartenente alla religione cristiana".

Soncin, le prime sconcertanti parole dopo il massacro di Pamela

Soncin, le prime sconcertanti parole dopo il massacro di Pamela

Gianluca Soncin , 52enne arrestato per l’omicidio dell’ex fidanzata Pamela Genini, modella e imprenditrice di 29 anni, non ha risposto alle domande della pm Alessia Menegazzo e degli investigatori, ma ha fornito alcune informazioni durante l’identificazione al momento dell’arresto. "Lavoro presso l’azienda di mio padre ad Arzignano (provincia di Vicenza, ndr), non ricordo il nome e la stessa si occupa di lavorazione di pellame", ha dichiarato Soncin riguardo alla sua professione. Ha indicato come residenza un indirizzo a Cervia , ma come "dimora sino alla data di ieri 14 ottobre" l’abitazione di Pamela a Milano, in via Iglesias, dove ha commesso l’omicidio dopo la fine della loro relazione. Soncin, descritto come abituato a una vita agiata grazie ai soldi del padre, aveva una copia della chiave dell’appartamento di Pamela, ottenuta di nascosto, particolare che gli inquirenti stanno approfondendo. Ha dichiarato di essere "celibe", con un "diploma di Ragioneria", di non possedere "nessun" bene patrimoniale e di avere condanne pregresse "per reati fiscali". La polizia ha trovato nella sua auto un coltello simile a quello usato per l’omicidio, "diversi psicofarmaci" e, nel portafoglio lasciato in macchina, "tre carte di credito" con dicitura “revolut”. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44571651]] Nel portafoglio della vittima, invece, c’era una "somma di denaro complessiva pari a 1.725 euro". Gli inquirenti intendono analizzare a fondo la vita e gli affari di Soncin nei prossimi giorni, per ricostruire il contesto del delitto e chiarire le circostanze che hanno portato al tragico epilogo. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44579403]]