La festa parte con la famiglia Cortellesi

La festa parte con la famiglia Cortellesi

Al via oggi nella capitale la ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma che, almeno all’inizio, celiando un po’, potrebbe sembrare una questione di famiglia. Il film d’apertura, in programma questa sera alle 19, sarà, infatti, La vita va così del regista Riccardo Milani, marito di un’altra attrice e regista romana amatissima: Paola Cortellesi che quest’anno presiederà la giuria. A lei il compito di assegnare i premi nelle sette categorie principali, tra cui Miglior Film e Miglior Regia. Il film di Milani è fuori concorso nella sezione Grand Pubblic ma il lavoro per i giurati sarà come sempre impegnativo. Saranno, infatti, 150 i titoli presentati, provenienti da 38 paesi. L’Italia sarà rappresentata da quattro pellicole. A dominare, anche sul grande schermo come nella serialità televisiva di casa nostra, il true crime. Ben due dei quattro film italiani in concorso sono ispirati a fatti di cronaca nera. Si tratta di 40 secondi di Vincenzo Alfieri, che ricostruisce le 24 ore dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte e Gli occhi degli altri di Andrea De Sica, sul delitto Casati Stampa con Filippo Timi e Jasmine Trinca. Gli altri due sono il documentario Roberto Rossellini, più di una vita di Ilaria del Laurentiis che vede nel cast, fra gli altri, Isabella Rossellini e Vinicio Marchioni e Sciatunostro di Leandro Picarella che racconta l’amicizia fra due bambini su un'isola del Mediterraneo. Non mancheranno gli ospiti internazionali sul red carpet allestito come sempre all’Auditorium Parco della Musica che resta il quartier generale della Festa diffusa però anche in molti altri luoghi della città. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44448281]] Attesissimi Jennifer Lawrence, protagonista di Die My Love e Christoph Waltz, in arrivo con Dracula, al fianco dell’italiana Matilda De Angelis, diretti da Luc Besson oltre ad attori come James McAvoy e Brian Cox, entrambi al debutto alla regia rispettivamente con California Schemin’ e Glenrothan. Nella sezione Grand Public, tra i fiori concorso da segnalare Couture di Alice Winocour con Angelina Jolie e Louis Garrel. Occasione unica per vederlo la Festa perché, per ora, in Italia non ha trovato una distribuzione. Vedremo quindi Valeria Bruni Tedeschi diretta da Paolo Virzì nel film Cinque Secondi Presente anche qui il tema Alzheimer con il nuovo film di Alessandro Aronadio Per te con Edoardo Leo, nelle sale italiane dal 17 ottobre ispirato alla storia vera del giovanissimo Mattia Piccoli, nominato Alfiere della Repubblica per le cure offerte al padre affetto da una forma precoce del terribile morbo. Molta curiosità attorno allo spin off di lusso Io sono Rosa Ricci, film di Lyda Patitucci con protagonista la star di Mare Fuori Maria Esposito, e per le serie tv in arrivo: dalla terza stagione di Un Professore, fiction Rai in tv da novembre con Alessandro Gassmann e gli attori rivelazione Nicolas Maupas e Damiano Gavino, quindi Sandokan con Can Yaman, in tv da dicembre. Evento conclusivo della Festa, l’anteprima dell’ultima stagione di Vita da Carlo che incoronerà ancora il buon Verdone sovrano incontrastato dei cinematografari capitolini. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44520074]]

Ventura: "Il rifiuto di De Rossi ad entrare contro la Svezia nel playoff Mondiale? La più grande fake news degli ultimi 50 anni"

Ventura: "Il rifiuto di De Rossi ad entrare contro la Svezia nel playoff Mondiale? La più grande fake news degli ultimi 50 anni"

L'ex ct dell' Italia, Gian Piero Ventura ha smontato la storia del rifiuto da parte di Daniele De Rossi ad entrare in campo durante la sfida playoff degli azzurri contro la Svezia nel 2017: “Lì fu inventato tutto, è la più grande fakeNnews degli ultimi 50 anni”. I n quella notte di Milano il calcio italiano entrò ufficialmente in crisi, segnando un evento epocale, come la mancata qualificazione a un Mondiale, Russia 2018. Serata che divenne celebre anche per l'immagine di Daniele De Rossi, il quale sembrava rifiutarsi di entrare in campo, e per le conseguenti dimissioni da parte di Ventura. "NON VOLEVO FAR ENTRARE DE ROSSI" Queste le parole a “Il Processo al 90’”, in diretta su Rai Uno, nel quale dopo anni, l'ex ct chiarisce la verità sul famoso episodio: "Non stavo facendo entrare De Rossi, è la più grande fake news degli ultimi anni della Nazionale”. A chiedergli di scaldarsi fu il preparatore atletico Alessandro Innocenti: Basterebbe chiamarlo per chiedere conferma anche a lui". "LA PIU' GRANDE FAKE NEWS" Il giornalista Marco Mazzocchi in studio chiede: "C’è un’immagine famosa del cambio in cui vediamo che lei a un certo punto vuole far entrare De Rossi". A questo punto Ventura ferma tutti e spiega in diretta cosa sia realmente accaduto: "No, no, no, ferma. Questa è la più grande fake degli ultimi 50 di calcio della Nazionale Italiana. Nessuno voleva far cambiare De Rossi, De Rossi è ancora in vita insieme a quella persona con cui sta parlando e nessuno ha chiesto a De Rossi di entrare". LA SPIEGAZIONE "Qui era semplicemente il preparatore che a turno cercava di far alzare i giocatori per tenerli caldi in caso di necessità. Questa è una cosa inventata di sana pianta". Mazzocchi allora lo incalza: "In quell’immagine si vede De Rossi che dice: ‘Io non devo entrare, deve entrare un attaccante. Che cosa stava succedendo?". Ventura risponde senza problemi: "In realtà è esattamente quello che ho detto, il preparatore che si chiama Alessandro Innocenti che anche lui è in buona salute e basterebbe chiamarlo, e semplicemente a turno faceva alzare i giocatori perché più di 3 o 5 non si potevano scaldare". LA CONFERMA DI DE ROSSI "Innocenti a turno faceva scaldare i giocatori e in quel caso l’ha chiesto a De Rossi – sottolinea ancora il CT -. Io quella scena non l’ho vista, l’ho vista solo quando poi mi è stata riproposta alcuni giorno dopo quindi questa è una fake che ha dell’incredibile. Questa è la conferma che tutto quello che poteva essere rovesciato di negativo veniva rovesciato". Sotto al post pubblicato dalla Rai sui suoi canali Instagram spunta anche il like di Daniele De Rossi quasi come una conferma della versione spiegata da Ventura.

Milano, uccide la compagna con 24 coltellate sul balcone di casa poi tenta il suicidio

Milano, uccide la compagna con 24 coltellate sul balcone di casa poi tenta il suicidio

Milano, 15 ott. (Adnkronos) - Ha ucciso la compagna 29enne con 24 coltellate e poi ha tentato il suicidio. E' accaduto nella tarda serata di martedì a Milano. Gianluca Soncin, 52 anni, originario di Biella, non in pericolo di vita, è stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dagli atti persecutori. Modella e imprenditrice, Pamela Genini, nata a Bergamo, sarebbe stata trascinata dal 52enne sul balconcino dell'appartamento di via Iglesias dove viveva e accoltellata. A quanto si apprende, la 29enne voleva lasciare il compagno. Ieri sera aveva chiesto aiuto a un amico, il quale ha lanciato l'allarme chiedendo l'intervento della polizia. La pm Alessia Menegazzo e l'aggiunto Letizia Mannella hanno chiesto il carcere per Soncin. La vittima è stata "ripetutamente minacciata di morte" e il 52enne è entrato in casa "dopo essersi procurato una copia delle chiavi dell'appartamento" della 29enne. Un delitto commesso "per futili motivi e con crudeltà". I vicini di casa di Pamela Genini, allarmati dalle urla della ragazza, sono usciti sui balconi e ballatoi: hanno visto la vittima che tentava di sfuggire a Soncin, mentre lui la tratteneva per i capelli. Hanno cercato di farlo desistere urlando di lasciarla stare, ma lui non si è fermato e l'ha accoltellata. Lo hanno confermato alla polizia alcuni dei residenti di via Iglesias, sentiti dopo il femminicidio della 29enne. Secondo quanto emerge dalle indagini, condotte dalla polizia, l'uomo non viveva stabilmente nell'appartamento milanese di via Iglesias, ma si divideva tra Milano e Cervia, dove risiedeva per ragioni di lavoro. Nella serata di ieri, Soncin ha raggiunto la ragazza nell'appartamento di Milano, dove sarebbe avvenuta l'aggressione. L'uomo avrebbe portato con sé un coltello a serramanico da cacciatore di sua proprietà. E sarebbe proprio questo il motivo per cui si starebbe valutando l'ipotesi della premeditazione: secondo quanto emerso in sede di analisi di tutti i momenti e le fasi del femminicidio, e ricostruendo la tempistica di tutti gli episodi, il fatto sarebbe nato da un calcolo nel tempo e nei dettagli. Soncin si sarebbe presentato dalla 29enne con il preciso obiettivo di ucciderla. A carico dell'indagato non risultano precedenti denunce per stalking anche se più testimoni avrebbero riferito di atteggiamenti minacciosi da parte dell'uomo di 52 anni. Lei non l'ha mai denunciato, ma gli amici parlano di un rapporto turbolento fatto di minacce e anche di botte. Ieri il timore si è trasformato in allarme: l'amico, che lei ha chiamato, telefona alla polizia e le Volanti si muovono in direzione del quartiere Gorla. Pochi minuti e i lampeggianti raggiungono il palazzo e suonano al citofono. La 29enne, nonostante la paura, mantiene la lucidità e per non destare sospetti parla come attendesse una consegna a domicilio. Indica il secondo piano, un elemento che porta gli agenti subito nella giusta direzione. Ma al campanello dell'appartamento Pamela Genini non risponde più. I poliziotti sfondano la porta e lei è già a terra mentre Soncin si procura con lo stesso coltello ferite superficiali. Trasportato in ospedale è già stato dimesso e per ora, sentito dal pm, ha preferito non rispondere alle domande.

Milano, uccide la compagna con 24 coltellate sul balcone di casa poi tenta il suicidio

Milano, uccide la compagna con 24 coltellate sul balcone di casa poi tenta il suicidio

Milano, 15 ott. (Adnkronos) - Ha ucciso la compagna 29enne con 24 coltellate e poi ha tentato il suicidio. E' accaduto nella tarda serata di martedì a Milano. Gianluca Soncin, 52 anni, originario di Biella, non in pericolo di vita, è stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dagli atti persecutori. Modella e imprenditrice, Pamela Genini, nata a Bergamo, sarebbe stata trascinata dal 52enne sul balconcino dell'appartamento di via Iglesias dove viveva e accoltellata. A quanto si apprende, la 29enne voleva lasciare il compagno. Ieri sera aveva chiesto aiuto a un amico, il quale ha lanciato l'allarme chiedendo l'intervento della polizia. La pm Alessia Menegazzo e l'aggiunto Letizia Mannella hanno chiesto il carcere per Soncin. La vittima è stata "ripetutamente minacciata di morte" e il 52enne è entrato in casa "dopo essersi procurato una copia delle chiavi dell'appartamento" della 29enne. Un delitto commesso "per futili motivi e con crudeltà". I vicini di casa di Pamela Genini, allarmati dalle urla della ragazza, sono usciti sui balconi e ballatoi: hanno visto la vittima che tentava di sfuggire a Soncin, mentre lui la tratteneva per i capelli. Hanno cercato di farlo desistere urlando di lasciarla stare, ma lui non si è fermato e l'ha accoltellata. Lo hanno confermato alla polizia alcuni dei residenti di via Iglesias, sentiti dopo il femminicidio della 29enne. Secondo quanto emerge dalle indagini, condotte dalla polizia, l'uomo non viveva stabilmente nell'appartamento milanese di via Iglesias, ma si divideva tra Milano e Cervia, dove risiedeva per ragioni di lavoro. Nella serata di ieri, Soncin ha raggiunto la ragazza nell'appartamento di Milano, dove sarebbe avvenuta l'aggressione. L'uomo avrebbe portato con sé un coltello a serramanico da cacciatore di sua proprietà. E sarebbe proprio questo il motivo per cui si starebbe valutando l'ipotesi della premeditazione: secondo quanto emerso in sede di analisi di tutti i momenti e le fasi del femminicidio, e ricostruendo la tempistica di tutti gli episodi, il fatto sarebbe nato da un calcolo nel tempo e nei dettagli. Soncin si sarebbe presentato dalla 29enne con il preciso obiettivo di ucciderla. A carico dell'indagato non risultano precedenti denunce per stalking anche se più testimoni avrebbero riferito di atteggiamenti minacciosi da parte dell'uomo di 52 anni. Lei non l'ha mai denunciato, ma gli amici parlano di un rapporto turbolento fatto di minacce e anche di botte. Ieri il timore si è trasformato in allarme: l'amico, che lei ha chiamato, telefona alla polizia e le Volanti si muovono in direzione del quartiere Gorla. Pochi minuti e i lampeggianti raggiungono il palazzo e suonano al citofono. La 29enne, nonostante la paura, mantiene la lucidità e per non destare sospetti parla come attendesse una consegna a domicilio. Indica il secondo piano, un elemento che porta gli agenti subito nella giusta direzione. Ma al campanello dell'appartamento Pamela Genini non risponde più. I poliziotti sfondano la porta e lei è già a terra mentre Soncin si procura con lo stesso coltello ferite superficiali. Trasportato in ospedale è già stato dimesso e per ora, sentito dal pm, ha preferito non rispondere alle domande.

Made in Italy, inaugurata al Mimit mostra dedicata al Mulino Bianco per i suoi 50 anni

Made in Italy, inaugurata al Mimit mostra dedicata al Mulino Bianco per i suoi 50 anni

Roma, 15 ott. (Adnkronos) - È stata inaugurata, presso l'Atrio d'Onore di Palazzo Piacentini, la mostra “Mulino Bianco: 50 anni di storia tra tradizione e innovazione”, un'esposizione che racconta il percorso e rivela il futuro della marca. Al taglio del nastro dell'esposizione, evento che rientra tra le iniziative del Mimit e Centromarca, erano presenti il ministro Adolfo Urso, il sottosegretario di Stato Fausta Bergamotto e il vicepresidente del Gruppo Barilla, Paolo Barilla. La mostra illustra l'evoluzione di un'azienda storica come Mulino Bianco, dal 1975 a oggi, attraverso immagini, materiali d'archivio, installazioni e cimeli provenienti dall'Archivio Storico Barilla, insieme ai prodotti più apprezzati dai consumatori. “Rendiamo omaggio a un'eccellenza della nostra industria, come Mulino Bianco, nel suo cinquantenario: un campione di quel settore agroalimentare che è colonna portante del Made in Italy, capace di raccontare al mondo la qualità e la creatività italiane. Mulino Bianco ne è un esempio emblematico”, ha dichiarato il ministro Urso. "Un'eccellenza del Made in Italy con radici nella tradizione e nell'innovazione, che continua a evolversi rispettando valori di sostenibilità e qualità. Una storia di successo italiana che merita di essere celebrata", ha affermato il sottosegretario Bergamotto. “Ringraziamo il Mimit per averci dato l'opportunità di raccontare non solo la storia di Mulino Bianco, ma di un percorso che da mezzo secolo unisce gusto, responsabilità e rispetto per la natura - ha dichiarato il vicepresidente Paolo Barilla -. Oggi questo impegno continua con l'edizione 2025 della Carta del Mulino, che rende l'agricoltura rigenerativa parte essenziale del modello produttivo nella filiera del grano tenero. L'attenzione costante verso qualità e sostenibilità sono i valori che continueranno a guidarci anche nei prossimi cinquant'anni”. L'esposizione proseguirà fino al 30 ottobre ed è visitabile con ingresso libero, senza necessità di prenotazione, con aperture ogni pomeriggio durante la settimana dalle ore 17 alle 19 e nei fine settimana del 18-19 e 25-26 ottobre dalle 10 alle 18.

“Il carcere era un mattatoio. Il primo a picchiarci è stato il dottore”: le torture dei detenuti palestinesi rilasciati da Israele

“Il carcere era un mattatoio. Il primo a picchiarci è stato il dottore”: le torture dei detenuti palestinesi rilasciati da Israele

“Eravamo in un mattatoio, non in una prigione. Purtroppo, eravamo in un mattatoio chiamato prigione di Ofer. Molti giovani sono ancora lì. La situazione nelle carceri israeliane è molto difficile. Non ci sono materassi. Li portano sempre via. La situazione alimentare è difficile. Le cose sono difficili lì”. Nel giorno in cui Israele riabbracciava i […] L'articolo “Il carcere era un mattatoio. Il primo a picchiarci è stato il dottore”: le torture dei detenuti palestinesi rilasciati da Israele proviene da Il Fatto Quotidiano .